Il colloquio
Lo sfogo di Lotito: “Lo stop agli sgravi per i giocatori esteri è pura demagogia. Ma io non c'entro”
Parla il senatore di Fi e patron della Lazio: "L'emendamento non era mio ma di Galliani. Il risultato? Nessun giocatore vorrà più venire in Italia. Chi dice che avrebbe rovinato i settori giovanili non capisce niente"
Claudio Lotito legge ad alta voce nella sua villa di Cortina gli articoli dei giornali che parlano della cosiddetta norma “salva calciomercato”, saltata nel Cdm di giovedì, e reagisce così: “Ma ve pare che se era una cosa che dovevo gestire io me ne andavo in montagna a dormì? Sapete come si dice: con Lotito risultato garantito”. E quindi il senatore di Forza Italia, patron della Lazio, questa volta c’entra niente? “No, è un emendamento che è stato presentato da Adriano Galliani. Certo, io ero d’accordo, come qualsiasi persona di buonsenso”. La maggioranza ha deciso: basta sgravi per l’acquisto di calciatori dall’estero. Matteo Salvini ha parlato di una norma “immorale”. E’ rimasto scottato dalla campagna acquisti del Milan?. “Guardi – dice Lotito – questa soluzione è demagogia pura. Come si farà adesso ad attrarre i giocatori migliori? Non è un problema del calcio, ma di tutto lo sport”.
Guardando le montagne (poco) innevate, Lotito dice di aver guadagnato “un giusto riposo. Domenica scorsa sono stato tutta la notte in Senato. Lavoro 20 ore al giorno. A Palazzo Madama sono la persona più presente. Avevo bisogno di recuperare un po’ di sonno”. Eppure i telefonini continuano a squillare. Torniamo alla misura, che Salvini reputa immorale. “Immorale? Che vuole che je dica: come dice Gianbattista Vico, ci sono i corsi e i ricorsi storici”. Nel merito, perché la maggioranza sbaglia a bloccare gli sgravi? “Perché chi dice che così si rovinano i settori giovanili non capisce niente, come Umberto Calcagno (presidente dell’Associazione italiana calciatori)”. Cosa comporterà lo stop a questa norma prevista nel decreto Crescita? “L’anno scorso abbiamo avuto tre squadre italiane finaliste nelle coppe europee. Da adesso in poi sarà molto più difficile essere competitivi. Spiegatemi voi come farà adesso, per esempio, la Roma a trattenere i Lukaku, i Mourinho, come fa a pagargli lo stipendio? Non è un problema solo del calcio, ma di tutto lo sport. Il basket italiano ha due squadre che possono competere per l’Eurolega. Ora si bloccherà tutto”.
Dicono che quando si tratta di pallone, c’entri sempre lei senatore. “Cercate solo un parafulmine. Dopo il Covid ho solo chiesto risorse che spettavano ad altri settori. Anche sulla rottamazione delle scadenze: personalmente io che me ne faccio? Niente. Sono solo norme per cercare di essere meno discrezionali. Adesso lo stato, con l’addio agli sgravi, rinuncia a un gettito importante. Contenti loro”. Nel governo verso le richieste di Forza Italia si inizia a storcere sempre di più il naso. Il Superbonus, ora questo blocco per il pallone. “Io non sono in Consiglio dei ministri, non sono il segretario del partito, ma se siedo in due commissioni importanti come la Finanze e la Bilancio-Tesoro evidentemente qualche merito nello spiegare le mie ragioni ce l’ho”. Le ragioni del calcio questo governo non le ascolta? “Hanno preso la lettera scritta dal presidente della Lega Serie A, sottoscritta all’unanimità da tutte le squadre, e l’hanno buttata nel cestino”. Se ne fosse occupato direttamente lei sarebbe andata diversamente? “Lotito, risultato garantito”.