il dopo nardella
Adesso le elezioni a Firenze cominciano a spaventare il Pd nazionale
Al Nazareno crescono le preoccupazioni per come è stata gestita la candidatura a sindaco di Funaro. E in molti ritengono un errore aver chiuso a Renzi. "Da parte nostra c’è massima disponibilità al confronto tanto con Iv che con M5s”, dice il responsabile enti locali Baruffi
“Stiamo tutti con la segretaria, ma Firenze è una piazza troppo importante”, spiega un dirigente del Pd, che per ovvie ragioni oggi preferisce non esporsi. Tradotto: vuol dire che non tutti nel partito asseconderanno necessariamente le scelte di Elly Schlein. Se andiamo avanti così – è il ragionamento – il rischio di perdere Palazzo Vecchio esiste e qualcuno dovrà risponderne. E dunque al Nazareno, quella che nei giorni scorsi veniva bollata come una classica speculazione giornalistica, comincia a prendere consistenza. Lo si capisce anche dal fatto che nell’area riformista dem le bocche sono cucite, sulla questione fiorentina non si espone nessuno. “No, grazie. Buon anno. Parleremo più avanti”, è la risposta diffusa. Ma è tangibile un certo malcontento per come è stata gestita la scelta di Sara Funaro.
L’assessora al Welfare della giunta Nardella, candidata in continuità con l’attuale amministrazione, è stata scelta senza passare dalle primarie. Rappresenta una risicata coalizione di cui per ora fanno parte +Europa, Azione, Europa Verde, Movimento azione laburista, Sinistra italiana e Volt. Troppo poco forse, anche perché in città non è difficile imbattersi in giudizi poco lusinghieri verso la maggioranza in uscita. In questo quadro, nel Pd, s’avanza insomma la consapevolezza che tenere fuori Matteo Renzi, che a Firenze conta ancora qualcosa, possa essere un errore. E che occorra in qualche misura ricomporre.
L’ex premier ha schierato una propria candidata – la vicepresidente della regione Toscana Stefania Saccardi – e chiede a Cecilia Del Re, che intanto è fuoriuscita dal Pd e dalla giunta Nardella insieme a vari consiglieri dem, e ha lanciato una propria lista in vista delle amministrative, di fare le primarie. Una manovra, quella dell’ex premier, che se andasse in porto produrrebbe una candidatura solida e potrebbe mettere seriamente a rischio anche l’accesso al ballottaggio della candidata Pd.
E non è tutto: perché c’è un’altra preoccupazione, di segno opposto, che circola a mezza bocca nei corridoi del Nazareno rispetto alla scelta di Funaro ed è quella di non essere riusciti ad allearsi nemmeno con i grillini, che non saranno proprio fortissimi a livello locale, ma avrebbero rappresentato almeno un allargamento, oltre a un’indicazione di tipo politico a livello nazionale. La convergenza, in questo senso, si poteva forse trovare sul nome di Tomaso Montanari. Non se n’è fatto niente. D’altra parte il rettore dell’Università per stranieri di Siena non perde occasione per attaccare i dem fiorentini, “una cricca”, mentre la candidatura di Funaro è “frutto di accecamento autoreferenziale”.
Al Nazareno in ogni caso sanno che un tentativo, in un senso o nell’altro, andrà fatto. Sebbene nella consapevolezza che tirarsi fuori dall’angolo in cui si sono cacciati sarà molto difficile. Ci sta lavorando in queste ore Davide Baruffi. “Con Funaro, il Pd ha messo a disposizione una proposta”, dice al Foglio il responsabile Enti locali dem, tra i componenti della segreteria. “Ma da parte nostra c’è massima disponibilità al confronto tanto con Iv che con M5s”, aggiunge. Anche con le primarie? “Quelle possono essere decise solo dal tavolo della coalizione”. Ma Sinistra italiana, per fare un esempio, l’ha già fatto sapere: mai con Iv e Renzi.