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il colloquio

Zucconi (FdI): “Su ambulanti e balneari andremo fino in fondo. Meloni non ha cambiato idea”

Maria Carla Sicilia

"Massimo rispetto per Mattarella, ma il ddl sulla Concorrenza ora è legge", dice il deputato. Che per tutelare i commercianti propone di fare come con le concessioni marittime: dimostrare che non c'è scarsità di risorse. "Non possiamo accettare che l’Ue imponga ingiustizie”

In questa rincorsa tra i partiti di maggioranza per proteggere le concessioni da mettere a gara Fratelli d’Italia non vuole restare indietro. A costo di andare allo scontro con Bruxelles. Ma la grammatica è importante e allora il deputato meloniano Riccardo Zucconi, già “balnearista” della prima ora, ci tiene a precisare che “le osservazioni del capo dello stato vanno ascoltate con massimo rispetto”. Difficile negare che i rilievi mossi da Sergio Mattarella nella missiva inviata martedì a governo e Parlamento siano stati scritti in punta di diritto. Sarà che il contestato articolo sugli ambulanti del disegno di legge sulla Concorrenza sia davvero fuori dai ranghi costituzionali ed europei? “La norma è di buon senso. E se da una parte, nella lettera di Mattarella, c’è la sottolineatura di alcune potenziali questioni normative di contrasto, dall’altra il disegno di legge è stato promulgato: se il presidente avesse voluto non avrebbe apposto la firma”, dice Zucconi, in barba agli impegni presi con il Pnrr di cui fa parte la legge annuale sulla concorrenza, promulgata per questo “con sollecitudine”.

“L’errore è di Draghi”, ragiona allora il deputato, segretario di presidenza alla Camera. “Aver vincolato al Pnrr ambulanti, balneari, concessioni geotermiche, idroelettriche è una mossa che andrebbe denunciata per danno erariale. Un atteggiamento che non solo è supino nei confronti dell’Europa ma è anche irrispettoso degli interessi italiani”. Perché, è convinto Zucconi, a mettere a gara le concessioni per il commercio su aree pubbliche “si corre il rischio di fare una strage”. Gli ambulanti, insomma, vanno tutelati. “Stiamo parlando di micro imprese che non rappresentano interessi forti, sono piccoli commercianti che animano le città e i centri storici e verso i quali dovremmo avere un occhio di riguardo, non soltanto dal punto di vista economico ma anche sociale”.

Le analogie con i balneari sono evidenti e dunque anche la soluzione per aggirare le aste può essere la stessa, ora che la legge per la Concorrenza inserisce anche le attività commerciali ambulanti nella disciplina Bolkestein. Il tema, argomenta il deputato, non è mettere in discussione l’applicazione della famigerata direttiva europea sui servizi ma applicarla secondo i requisiti dell’articolo 12, quindi solo quando c’è scarsità di risorse. “Possiamo anche fare una ricognizione delle licenze, ma pensare che in Italia non ci siano strade o piazze dove andare a mettere mercati ambulanti è veramente ridicolo”. Un po’ come dire che ci sono ancora molti spazi demaniali marittimi da dare in concessione, come vuole dimostrare Palazzo Chigi con la sua mappatura delle coste per evitare di mettere a gara quelle esistenti. La strategia andrà spiegata entro il 16 gennaio a Bruxelles, con una risposta al parere motivato invitato dalla Commissione lo scorso novembre. Il dubbio è che includere anche scogliere e superfici difficilmente raggiungibili sia un trucco poco apprezzato dai commissari europei. “A prescindere da quello che scrivono certi giornali, la conclusione del tavolo è molto seria e accurata. Si parla di concessioni demaniali marittime e non di stabilimenti balneari, perciò è corretto conteggiare anche i tratti di costa oltre alle spiagge dove si possono prevedere anche altri tipi di attività”, spiega Zucconi, che già nel 2018 aveva presentato insieme a Giorgia Meloni una proposta di legge sulle concessioni demaniali. Ma oggi che la leader di FdI è premier e l’interlocutore è Bruxelles i tempi sono molto diversi dalla stagione dell’opposizione. “La volontà del presidente Meloni è invariata – assicura il deputato – ed è quella di difendere queste piccole imprese. La difficoltà nasce da una situazione veramente complicata dalla quale si può uscire solo andando fino in fondo: va fortificato il dato che dimostra che non c’è scarsità di risorse e va predisposta una norma di riordino da presentare  a Bruxelles”. Ma per uscire dalla procedura di infrazione la proposta dovrebbe essere conforme alle richieste europee.  “Guardi, ce ne sono altre 69 di procedure di infrazione a carico dell’Italia. Dobbiamo portare avanti una posizione seria, ma non possiamo accettare che l’Ue imponga ingiustizie”.

  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.