L'intervista
“Lega e FdI non facciano il tifo per Trump. Draghi? Può dare una mano all'Ue”. Parla Moratti (FI)
"Il complottismo è pericoloso per il centrodestra. Il governo prosegua nella sua svolta moderata. Le europee? Ppe e Conservatori sono compatibili", dice la presidente della Consulta nazionale di Forza Italia
Più Biden e Scholz, meno Orbán e Trump. La direzione, secondo Letizia Moratti, è quella giusta. “La svolta moderata della compagine di governo deve continuare su questa strada. Con un approccio europeo e guidata dalle vere necessità: dalla sanità alla crescita, fino alla sicurezza e alle questioni sociali”. Alla vigilia di una stagione segnata da fondamentali scadenze elettorali, dall’Europa agli Stati Uniti, Moratti (che conferma la decisione di non candidarsi per Bruxelles) fa il punto sulla situazione politica del nostro paese. Su un centrodestra che da quando è a Palazzo Chigi è maturato, provando a lasciarsi definitivamente alle spalle modelli trumpiani e cospirazionisti. “E’ chiaro che bisognerà monitorare gli sviluppi internazionali, bisogna sapersi adattare ai cambi di scenario”, dice la dottoressa che da qualche mese, dopo la parentesi del Terzo polo, è tornata in Forza Italianel ruolo di presidente della Consulta nazionale. “Ma la nostra politica, ripeto, deve essere orientata all’interesse nazionale, in una declinazione che guarda al rafforzamento dell’Ue”.
Nel ragionamento di Moratti, già presidente Rai e ministra dell’Istruzione con Berlusconi, prima di essere sindaca di Milano e vicepresidente della Lombardia, nessuno spazio è concesso alle nostalgie sovraniste, a quelle sirene che potrebbero tornare a farsi sentire dall’America, dove Donald Trump – con la sua dote complottista – sta ritrovando centralità. “Il complottismo, che è fatto di teorie senza fondamento, è certamente pericoloso per il centrodestra moderato. E lo è in generale per qualsiasi alleanza”, spiega Moratti, riferendosi ai timori che già anni fa Silvio Berlusconi aveva evidenziato. “Certe congetture, come quelle a cui ricorrono alcuni leader, basandosi su assunti e informazioni false, possono portare a decisioni sbagliate, dannose”. Ed è un rischio che ovviamente diventa più grande se si è al governo. Le parole dell’ex ministra sono rivolte agli alleati? “Certamente valgono per il centrodestra. Ma si riferiscono anche a tutte le forze democratiche”, puntualizza. E poi, continua Moratti, c’è un altro aspetto che non può essere sottovalutato: “Il complottismo tende anche polarizzare lo scenario politico, rendendo più difficili mediazioni e compromessi. Porta a un degrado del dibattito pubblico, ne indebolisce la qualità, fino a minare la fiducia nelle istituzioni. Una società che non crede alle istituzioni è soggetta a tensioni sociali. Quello complottista è un modello da non considerare, le preoccupazioni espresse a suo tempo dal Cav. sono certamente condivisibili anche oggi”. Viene da sé allora che ogni eventuale recrudescenza trumpiana nel centrodestra, in Fratelli d’Italia o nella Lega, deve essere ricacciata indietro. “Un compito che spetta in particolare ai leader”, è convinta Moratti suggerendo agli alleati di evitare ogni partigianeria rispetto a quello che potrà essere il risultato americano. “Non trovo affatto corretto che si interferisca o si giudichino le scelte di altri paesi. E’ un principio base. Ma sono anche certa che la democrazia italiana sia matura abbastanza e abbia sviluppato una propria agenda, autonoma dai modelli stranieri”.
In questo quadro, e con il traino di Forza Italia, compito del centrodestra in Europa dovrebbe essere allora quello di avvicinarsi sempre più ai Popolari europei, recidendo ogni legame con la destra stile Orbán. Alcuni passi in questo senso il governo li ha già fatti. Il prossimo potrebbe essere sostenere l’eventuale candidatura di Mario Draghi alla presidenza del Consiglio europeo, dopo le dimissioni di Charles Michel. “Personalmente ritengo che il suo altissimo profilo, la sua competenza e le sue esperienze internazionali possano essere estremamente preziose nel contribuire a guidare l’Ue quei cambiamenti necessari per poter contare sempre di più a livello globale. Saranno però le istituzioni europee a decidere”, ragiona Moratti prima di indicare l’orizzonte a cui l’Europa, con il contributo della politica italiana, dovrebbe tendere. “I nostri valori e quelli del Ppe sono molto chiari. Si ispirano alla centralità della persona e alla sua libertà, al riformismo. Siamo fortemente europeisti e atlantisti”. Uno schema in cui, in vista alle delle europee di giugno, può trovare spazio anche FdI. “I valori del partito conservatore sono compatibili, poi le urne ci diranno se c’è una maggioranza possibile tra queste due grandi famiglie o se sarà necessario verificare altre alleanze”. Quanto alla Lega, invece, “saranno loro a decidere. Ma – conclude Moratti – come ha detto Tajani in modo chiaro non ci possono essere intese con Le Pen o con i tedeschi di Afd, nessun accordo con forze antieuropee”.