Dopo le accuse a Solinas
Crippa: "Su di noi giustizia a orologeria, subito la riforma". La Lega attacca i magistrati
"Non vogliamo farci dettare candidature e scelte dai giudici. In Sardegna inchiesta con tempismo preoccupante, ma non soprende. Truzzu? L'unità del centrodestra viene prima di tutto. Lo sosterremo, siamo leali", dice il vicesegretario del Carroccio che ora chiede un sacrificio agli alleati sulla Basilicata
“Questa è giustizia a orologeria. Non ci facciamo intimidire. Adesso bisogna fare subito la separazione delle carriere”. Andrea Crippa va all’attacco, all’indomani dell’inchiesta che si è abbattuta sul presidente della Sardegna Christian Solinas. Il numero due della Lega evoca una manovra dei giudici contro il suo partito. “Il tempismo è preoccupante, si tratta di un’indagine di un anno e mezzo fa e i sequestri sono incredibilmente partiti mercoledì scorso”, aggiunge parlando con il Foglio: “Proprio mentre era in corso una trattativa per il presidente e a quattro giorni dalla presentazione delle liste”.
Non ci sta il vicesegretario del Carroccio, perché alla fine la partita delle candidature del centrodestra l'ha risolta la procura di Cagliari, indagando il presidente uscente (insieme ad altre sei persone, con tanto di sequestro preventivo per un valore di 350 mila euro) e aprendo la strada a Paolo Truzzu. Il sindaco di Cagliari era la prima scelta meloniana, su cui alla fine anche la Lega ha preferito, o forse ha dovuto, convergere. “E’ una persona autorevole”, concede Crippa, richiestissimo tra i cronisti in Transatlantico alla Camera. Quando c’è da menare, nel Carroccio tocca a lui. “Il punto non riguarda i candidati, è un altro”. Quale? “Viene quasi da chiedersi se siamo ancora in uno stato diritto. Mercoledì sera è successo qualcosa che deve farci riflettere, con un tempismo sospetto. Noi abbiamo sollevato da tempo il tema della magistratura. Troppo spesso persone innocenti si ritrovano sui giornali, parliamo di vite rovinate. E poi magari vengono assolti. L’obiettivo di questo governo deve essere la riforma della giustizia. Noi ci eravamo impegnati già con i referendum. Occorre procedere con la separazione delle carriere e con la responsabilità civile per i magistrati. L’unica casta che esiste in Italia e che non paga mai è quella dei giudici”, ribadisce convinto il numero due di Salvini, sottolineando che la giustizia è “un tema cardine, sempre più urgente”.
(di Giorgio Caruso)
Su questo, assicura, la Lega darà battaglia nelle prossime settimane, per arrivare quanto prima a una vera riforma. “Noi siamo garantisti. Il nostro giudizio su Solinas non è cambiato: ha governato bene negli ultimi 5 anni”, continua Crippa. “Per questo crediamo che debba essere la politica a prendere le decisioni nell’interesse del territorio. In questa vicenda ci sono troppe coincidenze legate alla giustizia . Ma dato che governa il centrodestra, tutto questo non sorprende”. E’ un fiume in piena: “Non vogliamo e non cederemo mai a farci dettare le candidature e le scelte dai magistrati”. Intanto però in Sardegna sembra essere andata proprio così. “L’unità del centrodestra deve venire prima di tutto perché governiamo un paese”. Tesi che ieri è stata ribadita anche da Salvini.
Alla Camera intanto, qualcuno tra i parlamentari di Fratelli d’Italia sorride con malizia mista a soddisfazione. Un colonnello di Forza Italia tuttavia fa notare che adesso toccherà rimettersi al tavolo, perché “per la Lega la Sardegna è un duro colpo, cercherà una compensazione”. Insomma, pericolo ritorsioni? Crippa assicura di no. “Truzzu è un candidato che ha un’esperienza amministrativa importante. Già il 26 gennaio ci sarà Salvini a Cagliari per fare campagna elettorale. La Lega è un partito leale, non schiavo”, aggiunge ancora il deputato.
Ma se la partita sarda sembra ormai chiusa, le turbolenze potrebbero presto arrivare in Basilicata, dove governa Vito Bardi, che FI considera intoccabile. “In Sardegna abbiamo fatto uno sforzo importante. Adesso c’è un altro partito che dovrebbe fare lo stesso sforzo”, è il ragionamento che Crippa consegnerà poi anche alle agenzie. “E’ chiaro che se vale la regola per cui contano le percentuali dei partiti, in questo momento la Lega è in credito”. Un messaggio dritto ad Antonio Tajani. Tanto che a stretto giro arriverà la risposta di Paolo Barelli. “Un passo indietro di Bardi? Non esiste”, fa sapere il capogruppo di FI alla Camera, da sempre vicino al ministro degli Esteri. Nuove scintille in vista, presto si aprirà anche il dossier Piemonte. Ma per oggi forse può bastare così.
(Ha collaborato Giorgio Caruso)