il rischio della segretaria
Quanto vale Schlein? Alle europee può spostare solo mezzo punto
La segretaria del Pd vuole scalzare Giuseppe Conte e imporsi come leader dell'opposizione. Ma gli elettori che può smuovere rappresentano lo 0,5 per cento nel peggiore dei casi, il 2 nel migliore. Parlano i sondaggisti
Il nome di Elly Schlein alle europee potrebbe valere solo tra lo 0,5 e il 2 per cento. Questo è ciò di cui sono convinti i principali istituti di sondaggi, che concordano che una candidatura della segretaria sarebbe molto rischiosa. Anche se presentarsi come capolista potrebbe essere l’unico modo per imporsi come leader dell’opposizione al governo di Giorgia Meloni. Ruolo che, per il momento, la segretaria del Pd è costretta ancora a contendersi con Giuseppe Conte. “Schlein, secondo le nostre rilevazioni, vale soltanto lo 0,5 per cento e potrebbe al massimo portare il partito dal 19,5 al 20 per cento”, ci dice il sondaggista Antonio Noto. “Un’insidia silenziosa ma pericolosa per la segretaria è rappresentata dal risultato alle europee del 2019, dell’allora leader del Pd Nicola Zingaretti, che prese il 22 per cento. E’ difficile che Schlein riesca a superare, ma anche solo a eguagliare quella cifra. Candidandosi come capolista, si intesterebbe a tutti gli effetti il probabile risultato modesto, se non deludente”.
Per Meloni la partita è facile e libera da particolari insidie: la premier ha dalla sua un partito stabile intorno al 30 per cento e dei risultati pregressi largamente superabili: alle ultime europee FdI prese il 6,44 per cento, confronto che non vale neanche la pena di prendere in considerazione, mentre alle ultime politiche ha ottenuto il 25,98 per cento. A meno di un rovinoso e impronosticabile crollo, Meloni ha di fronte a sé un rigore a porta vuota. Per Schlein, invece, la partita si presenta insidiosa e difficile: “Il 22 per cento per Schlein è ambizioso, diciamo”, spiega usando un eufemismo Livio Gigliuto, sondaggista dell’Istituto Piepoli. “Appena arrivata, Schlein ha fatto guadagnare subito 5 punti al Pd, ma da allora il partito è fermo al 19 per cento. A giudicare dai trend, il risultato alle europee non dovrebbe spostarsi molto da quel numero. Secondo le nostre rilevazioni Schlein può spostare circa uno, massimo due punti percentuali. Ma la differenza con Meloni sta nel fatto che la candidatura della premier può togliere elettori a Lega e Forza Italia, dal momento che gode di buona stima anche al di fuori del proprio partito. Schlein, al contrario, è apprezzata solo dagli elettori del Pd e non sembra capace di sottrarli al Movimento 5 stelle. Tra coloro che votano il partito di Conte, infatti, la stima nei confronti della leader del Pd è soltanto del 20 per cento”.
Ma allora perché Schlein sta prendendo in considerazione l’idea di candidarsi a queste elezioni europee? L’unico beneficio che la segretaria potrebbe trarne riguarda il braccio di ferro con il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, che ha già annunciato che il suo nome non sarà sulle schede elettorali. Schlein ha l’occasione di presentarsi agli italiani come diretta competitor di Meloni, aiutata anche da un confronto televisivo con la premier a cui si è già detta disponibile. “Un modo per giocarsi il tutto per tutto”, continua Gigliuto, “il Movimento 5 stelle è stabile al 17 per cento, è comprensibile che Schlein voglia scommettere su una polarizzazione con Meloni che potrebbe mettere in ombra il leader grillino. Ma la segretaria rischia molto e dipende tutto dal risultato”. Infatti, se le percentuali di Pd e M5s dovessero essere simili, intorno al 18 per cento, la sconfitta maggiore sarebbe quella di Schlein, colpevole di aver ottenuto un risultato deludente nonostante il nome di peso messo in campo. Se, al contrario, il Pd dovesse superare le aspettative (e il 22 per cento), Schlein sarebbe a quel punto leader indiscussa del campo largo e dell’opposizione. Ma ci sono pochi segnali che questo possa accadere: “Non mi sembra ci sia un’ondata tale da poter prevedere una crescita di quattro punti, quella necessaria a Schlein per poter dire di aver fatto un ottimo risultato”, dice Noto. “Nessun istituto di sondaggi sta rilevando qualcosa di questo genere. Una candidatura potrebbe essere un boomerang per la segretaria, senza il suo nome in campo potrebbe gestire il risultato senza sporcarsi. Elly Schlein sta cercando di far fuori Giuseppe Conte, ma è evidente che così corre il rischio di far fuori se stessa”.
La valutazione finale la dovrà fare la segretaria. Da un lato può essere vero che ha poco senso giocare in difesa quando hai l’occasione di dare una spallata al tuo principale competitor nel tuo campo, Giuseppe Conte. Dall’altra il risultato di Zingaretti di cinque anni fa e i trend rilevati che danno il Partito democratico fermo e senza grandi prospettive di crescita, rendono l’ipotesi di una candidatura rischiosa.