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Governo e media

La "pistola" di Meloni è la pubblicità Rai. Staffetta Sergio-Rossi. Si anticipa

Carmelo Caruso

Editori terrorizzati da un possibile innalzamento del tetto pubblicitario Rai che si ripercuote anche sui quotidiani e sulle partecipate. A maggio previsto l'avvicendamento a viale Mazzini

Salvini le ha caricato la pistola, Meloni la tiene nel cassetto. La vera arma della premier è la pubblicità. E’ quella che può consegnare alla Rai, innalzando lo storico tetto del sei per cento. L’altra, è la pubblicità delle partecipate di stato che viene destinata ai media. Quando il leader della Lega ha spinto per tagliare il canone Rai non ha misurato a sufficienza le conseguenze. Lo ha compreso solo ora.  Che Meloni non abbia intenzione, come garantisce, di usarla, di innalzare il tetto, è perfino irrilevante. Mediaset è atterrita, La7 preoccupata. La Rai chiede il denaro scippato e vuole garanzie per il 2025. Ci sono poi i giornali. Se un governo ingaggia, come ha ingaggiato Meloni, una battaglia contro quotidiani e siti, chi gestisce la comunicazione di una partecipata, i cui vertici sono nominati dal governo, si sentirà ancora libero di destinare pubblicità? Salvini starebbe dicendo alle società di stato, quelle che fanno capo al suo ministero, di scegliere serenamente a chi e come destinarla. Il taglio del canone, cinque centesimi al giorno, a cittadino, ha consegnato alla premier  un potere straordinario. Come primo effetto, Meloni intende accelerare la staffetta Rai tra l’ad Roberto Sergio e il dg, Rossi. Una volta approvato il bilancio Rai, a maggio, il predestinato, l’uomo che per FdI si occupa di televisione, può prendersi la sedia.


Due sono i numeri che reggono un mondo decaduto, aggredito, che spinge tuttavia un sottosegretario come Fazzolari a fare lo scrivano, vergare ogni mattina un mattinale per i parlamentari di FdI. Quei numeri sono 6 e 20 e sono contenuti nel Tusma (Testo unico dei servizi di media audiovisivi) all’articolo 45. Il sei per cento è il tetto massimo, pubblicitario, della  Rai, il venti è la soglia  per le reti private. Alla Camera e al Senato sono in corso le audizioni per la riforma del Tusma. Il parere delle commissioni deve arrivare entro il 31 gennaio. Il taglio del canone ha la durata di un anno. I 20 milioni decurtati dal canone sono stati restituiti alla Rai attraverso la fiscalità generale. Resta da capire cosa accade il prossimo anno. Ogni volta che Meloni è sotto attacco, chi le sta vicino le ricorda che la pistola è nel cassetto, basta una modifica al Tusma. Da mesi se ne parla ma sia in Lega sia in Forza Italia viene escluso perché equivale allo sparo di Sarajevo. Meloni ricorda che è stata la Lega a tifare il taglio del canone e che nello stesso tempo la Rai è un problema aziendale, di occupati. Tagliare ancora si traduce nella crisi intera dell’audiovisivo. Innalzare il tetto, in un mattinale come quello di Fazzolari, sarebbe segnalato come un atto a favore delle maestranze italiche oltre che come un gesto liberale. Il gruppo che da sempre si è opposto all’innalzamento del tetto è Mediaset, ma Mediaset non possiede quotidiani. Il gruppo di Urbano Cairo, oltre a La 7, possiede il Corriere della Sera, l’unico quotidiano che la premier non può attaccare per storia, blasone, quotidiano che secondo la Lega “si è schiacciato su Meloni”. Mediaset sta reagendo con Bianca Berlinguer (il preserale continua a sprofondare) mentre La7 fa opposizione con PiazzaPulita. Si può raccontare, per intero, un governo, anche in maniera polemica, usando la stessa forza di linguaggio, quella che usava Meloni all’opposizione, con questo fantasma dietro? I dirigenti della Rai continuano a proporre a Meloni, per recuperare denaro, di  tagliare il fondo dell’editoria che finora è stato finanziato con l’extragettito del canone.  La Rai offesa da Salvini finisce dunque per essere il superpotere di Meloni. L’ad Sergio potrebbe ora chiudere il bilancio il prima possibile. Già a giugno, Giampaolo Rossi, il suo dg,  nominato al posto suo. La presidenza della Rai la starebbe già  rivendicando la Lega (un nome è quello di Francesco Pionati) ma dovrebbe andare a Forza Italia, per Simona Agnes. Per Salvini, chiederla, e cederla, servirebbe come scambio per ottenere gli ad in  Cdp, Ferrovie. Pure Salvini ha iniziato a leggere i giornali, i siti, in altro modo. Dicono che si sia messo a contare le pagine di pubblicità, i banner. Si è messo pure gli occhiali, ma ne vede meno. Con quel taglio del canone senza saperlo le ha purtroppo caricato la pistola. Meloni la tiene nel cassetto. Le è costata solo cinque centesimi...

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio