L'opposizione dietro ai banchi
Il Pd di Schlein va a Londra per un master sulla comunicazione
La segreteria dem vola in silenzio nella capitale inglese per delle lezioni direttamente dalla scuola politica del Partito socialista europeo. Al centro del seminario l’imperativo: "Rispondere agli attacchi in maniera concisa e diretta"
Bruxelles. Il Pd di Schlein si fa un master a Londra. La segreteria dem vola in silenzio nella capitale inglese per una scuola di comunicazione politica del Partito socialista europeo: una sorta di Euro Frattocchie 2.0, pensata per affinare le tecniche di campagna elettorale e condividere i trucchi e le esperienze dei volponi socialdemocratici nelle campagne elettorali del vecchio continente. All’evento, raccontato al Foglio da fonti dello staff del Pse, c’erano in prima fila alcuni responsabili della segreteria Schlein e della campagna elettorale del Pd, tra cui la coordinatrice della segreteria nazionale Marta Bonafoni, mandata dal Nazareno a studiare per provare a ribaltare il trend poco positivo impresso nei sondaggi delle ultime settimane. Al centro del seminario l’imperativo: “Rispondere agli attacchi in maniera concisa e diretta”. E chissà che il consiglio non sia dietro alla nuova strategia con cui i dem hanno risposto a tono al M5s (“Conte? Non siamo più disposti a subire attacchi e mistificazioni. Se qualcuno pensa di attaccare o insultare il Pd invece del governo sta sbagliando strada", ha detto Schlein), ma anche alla tagliente risposta data ieri dalla stessa segretaria alle parole del leader leghista sul caso Salis: “Se Ilaria Salis non può fare la maestra, Salvini non può fare il ministro”.
Oltre ai dem circa 50, tra segretari generali, social media manager e responsabili delle campagne elettorali dei partiti socialisti e socialdemocratici di tutta Europa. Scopo: scambiarsi consigli sulle prossime europee per riprodurre dove possibile recenti successi come la campagna elettorale spagnola e il gran ritorno sulla piazza del Labour dopo anni di semi estinzione. Prima in cattedra la responsabile dei social media del Partito socialista spagnolo, Sara Gil Alvera, che ha illustrato ai colleghi il modello iberico per “ribaltare le campagne d’odio online dell’ultradestra”. La spin doctor di Pedro Sánchez ha spiegato come difendersi dagli attacchi digitali dei sovranisti e consigliato ai colleghi, tra cui gli italiani, di “non sottovalutare l’impatto delle campagne d’odio della destra pensate per demonizzare il profilo leader progressisti”. Tra le lezioni portate in aula dagli spagnoli, con tanto di slide, anche la riappropriazione del nomignolo dispregiativo affibbiato dalle destre al premier spagnolo: “Perro Sánchez”, ovvero “Sánchez il Cane” con tanto di gioco sull’assonanza perro-Pedro. È stato mostrato ai colleghi anche il post con foto del carismatico premier spagnolo ritratto con il suo cane e pubblicato dall’account ufficiale del primo ministro in occasione della giornata internazionale del cane. “Un momento chiave della nostra riscossa social”, hanno spiegato gli spagnoli. Lezioni di sopravvivenza anche dal segretario generale dei Labour, David Evans e la deputata laburista britannica Ellie Reeves: hanno ripercorso la lenta marcia Labour che ha portato la sinistra UK a ritornare a galla dopo gli anni di psicodramma con Corbyn e dominio Tories.
Un ritorno in cima ai sondaggi dopo anni in cui la sinistra inglese sembrava incapace di rompere il ciclo di popolarità avviato da Boris Johnson. “Una situazione analoga in parte a quella odierna italiana”, commentano i socialisti britannici. Mantra irrinunciabile del coaching socialista è “mai nessuna coalizione, nessun accordo parlamentare, nessun rapporto nascosto dietro le quinte, con l’estrema destra”. “Siamo diversi da loro e siamo molto orgogliosi di esserlo”, è il messaggio portato dai compagni portoghesi e ribadito a Bruxelles ieri dal loro nuovo leader Pedro Nuno Santos. Lezioni preziose per il Pd che al prossimo appuntamento dei socialisti Ue farà da padrona di casa, in occasione del congresso del Pse a Roma il due marzo, dove la famiglia socialista incoronerà il Commissario Schmit come sfidante socialista di Ursula von der Leyen per il posto di presidente della Commissione Ue. Durante l’evento è attesa anche la pubblicazione del manifesto socialista, redatto con il contributo di partiti, Ong e sindacati. Un altro documento da studiare per cercare di riprodurre a casa modelli che, seppure con fatica, all’estero continuano a tenere i socialisti al governo dei loro paesi.