Prove di forza
Lega e FdI si contendono i meriti per l'annuncio sui pesticidi di von der Leyen
"È una vittoria anche italiana", festeggia Meloni. "La Commissione recepisce le nostre proposte", dice il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida. Il Carroccio, però, rivendica per sé il dietrofront dell'Ue, "costretta a rimangiarsi le follie imposte dalle multinazionali e dalle sinistre", come scrive Salvini
È arrivata una prima svolta per gli agricoltori in rivolta: la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen davanti al Parlamento europeo ha annunciato oggi l'intenzione di fare un passo indietro sul regolamento che riduce l'uso dei pesticidi. Una mano tesa ai contadini che da settimane protestano in mezza Europa. Il leader del movimento "Cra - Agricoltori traditi", Danilo Calvani ha accolto positivamente il passo indietro dell'Ue: "Si tratta di un punto di apertura importante", ha detto l'ex leader dei Forconi, che però non si accontenta e rilancia la sua causa: "La nostra protesta va avanti. Noi vogliamo i fatti". La posizione degli agricoltori, del resto, non è univoca. Salvatore Fais, leader del gruppo auto-organizzato "Riscatto agricolo", per esempio, ha attaccato Calvani dicendo che "fa attacchi politici. Noi invece vogliamo dialogare con Meloni".
La stessa premier, intanto, dice che l'annuncio della Commissione europea del ritiro della proposta legislativa sui pesticidi "È una vittoria anche italiana. Fin dal suo insediamento il governo italiano sta lavorando in Europa, con grande concretezza e buon senso, per tracciare una strada diversa da quella percorsa finora e coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale. Proseguiremo in questa direzione". Anche il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (FdI) ha applaudito Bruxelles "per aver accolto la proposta italiana", mentre la Lega ha voluto rivendicare la decisione di von der Leyen come la riuscita di una propria battaglia "per il buonsenso" (mentre il leader Matteo Salvini twitta contro le "sinistre" e i poteri forti). Insomma, sembra abbiano vinto tutti.
"Abbiamo contrastato, dal primo giorno, un approccio ideologico sul tema che avrebbe avuto un effetto devastante sulle produzioni e limitatissimo sull'ambiente". Sono le vittoriose parole del ministro Lollobrigida, che cerca di far passare il dietrofront di Bruxelles come un risultato del governo. Quanto deciso da von der Leyen, tuttavia, fa capo a una decisione collettiva presa insieme agli altri stati membri (tutti, tra l'altro, interessati a placare i propri manifestanti). "L'Italia – continua il ministro Lollobrigida – ha proposto di lavorare, ed è stata avanguardia in questo, sulle Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita per i vegetali, ndr) per garantire piante più forti e resistenti che possano fare a meno di agrofarmaci. Le politiche pragmatiche del nostro governo in Italia e in Europa stanno portando i primi frutti. Recuperare i disastri di anni di politiche irrispettose della produzione e del lavoro agricolo richiederà tempo. Ma la strada intrapresa è quella corretta".
La Lega, però, rivendica per sé la vittoria: per bocca degli europarlamentari Marco Zanni (presidente del gruppo Id) e Marco Campomenosi (capodelegazione leghista), dice che "la retromarcia annunciata da Ursula von der Leyen sulla proposta di riduzione di metà dei fitofarmaci in agricoltura è una vittoria della Lega e del buonsenso".
"Nel voto di novembre al Parlamento europeo la Lega votò contro quel provvedimento, con un apporto decisivo per la bocciatura della proposta e dimostrando, ancora una volta, che la cosiddetta 'maggioranza Ursula' non esisteva più da tempo, lacerata da scontri e divisioni interne", scrivono i due del Carroccio. "Oggi, a circa quattro mesi dal voto, assediata dalle proteste degli agricoltori, la Commissione si accorge che le sue proposte sono ideologiche, estremiste e dannose per le imprese", e impone "un netto cambio di rotta, per rimediare ai tanti errori".
Il riferimento è ovviamente alle prossime elezioni europee, ben consci che le proteste in corso degli agricoltori possano rappresentare un capiente bacino elettorale per far crescere i seggi del partito di Identità e Democrazia (di cui fa parte anche Marine Le Pen) e che quindi "farseli amici" possa essere una strategia vincente.
Proprio il leader della Lega Matteo Salvini, nel corso di queste settimane non ha mai nascosto il suo supporto alle proteste degli agricoltori, pur sapendo che i contadini manifestano anche contro di lui, almeno nella sua veste di ministro delle Infrastrutture del governo Meloni, attualmente al potere in Italia e uno dei principali bersagli del corteo che ieri è sbarcato a Roma. Nonostante questo, Salvini ha voluto comunque mostrare vicinanza e solidarietà agli agricoltori con un tweet nel quale di si complimenta delle manifestazioni che hanno costretto "l'Europa a rimangiarsi le follie imposte dalle multinazionali e dalle sinistre".
L'editoriale del direttore