Giovanni Toti (LaPresse)

L'intervista

“Sì alla legge sul fine vita, in Liguria ce la faremo. Con noi anche la Lega”. Parla il presidente Toti

Ruggiero Montenegro

Il governatore lascerà libertà di coscienza ma è ottimista: "I numeri dovrebbero esserci. Ma nessuno ne faccia una battaglia politica in vista delle europee". I trattori a Sanremo? "Gli agricoltori sono fondamentali. Ma non sono gli unici ad avere problemi. Salire su quel palco è un privilegio che richiede responsabilità"

Presidente, è vero quel che si legge in giro, è diventato radicale? “Io sono un liberale, puro. Penso che la libertà individuale debba essere sempre garantita, in tutte le sue forme. Dopodiché ho sempre avuto simpatia per le battaglie radicali, che hanno portato nel nostro paese un avanzamento dei diritti civili e sociali”. Per questo, spiega al Foglio Giovanni Toti, è pronto a sostenere nella sua regione una legge per regolare il fine vita. Una proposta arrivata dalle opposizioni, dal centrosinistra. “A differenza loro non sono ideologico, le proposte positive devono essere discusse, da qualunque parte arrivino”, dice il presidente della Liguria, mettendo da parte ogni pregiudizio. Invita tutti a fare lo stesso: “E’ un dibattito che riguarda la coscienza di ognuno, talmente profondo che non credo possa essere affrontato con l’accetta. Serve il bisturi”. E’ questo che ha detto alla sua maggioranza? Come hanno accolto la sua scelta? “Hanno dimostrato maturità, con toni sobri e costruttivi. Ci sono state prese di posizione che ho apprezzato. Per esempio il presidente leghista della commissione Sanità, che è stato un importante primario in Liguria, si è detto favorevole spiegando che il diritto al fine vita è già sancito dalla Corte costituzionale”. E poi, continua Toti, “non è una dibattito sull’eutanasia, come qualcuno vuole far credere, si tratta di trovare un sistema di norme efficace”.

Certo, ammette il presidente, sarebbe meglio che a occuparsene fosse direttamente il Parlamento. “Togliendo tutti dall’imbarazzo. Lo dico da autonomista convinto: ci sono temi che meriterebbero una regolamentazione unica, dalle Valle d’Aosta alla Sicilia. Speriamo che l’iniziativa di Zaia e la nostra qui in Liguria possano spingere il dibattito anche a livello nazionale. Avere legislazioni diverse su questioni cosi essenziali è incredibile”. Ma siamo pur sempre in Italia, dove tutto diventa materia di contrapposizione, a Roma come nei territori. E’ un po’ quello che è successo in Veneto. “C’è un’anima cattolica che viene da lontano e che nella Seconda Repubblica ha trovato casa in parte nel Pd e in parte nel centrodestra. E’ evidente che sui diritti individuali le etichette di partito stanno veramente strette”.

 

In Liguria invece arriverete al risultato? “Scommetterei di sì”, risponde con ottimismo Toti. “Non ho intenzione di convocare riunioni di maggioranza, ci sarà libertà di coscienza. Ma sulla carta i numeri dovrebbero esserci. La lista con cui sono stato eletto esprime un terzo dei consiglieri regionali. La Lega ha alcune personalità laiche che penso siano favorevoli”. Senza dimenticare le opposizioni che la legge l’hanno proposta. “Poi dipenderà  anche dai toni del dibattito. Mi auguro che né i promotori, né i miei alleati di governo intendano politicizzare questo voto”, auspica il governatore, pur consapevole che “il periodo elettorale non aiuta”. 

Si vedrà, intanto più nell’immediato a Sanremo stanno arrivando i trattori. Altro lavoro per il presidente. Ha sentito gli esponenti della protesta o la Rai? “Ho parlato in questi giorni con il prefetto di Imperia. La situazione è tranquilla. E’ uno splendido Festival, merito anche di Amadeus”, ci dice Toti. “Poi se gli agricoltori vorranno prendersi un po’ di questa gigantesca visibilità non ci vedo nulla di male, ma senza turbare l’allegria di questi giorni. E’ anche un modo per non inasprire il clima”. Insomma, va bene la protesta ma i fiori non si toccano. “Gli agricoltori sono fondamentali ed giusto che espongano le loro ragioni. Ma non sono gli unici in Italia ad avere problemi, ci sono tante cause che meriterebbero una vetrina. Di questo devono essere consapevoli. Salire su quel palco è un privilegio che richiede un quid ulteriore di responsabilità, anche da questo punto di vista”. A differenza di tante dichiarazioni sentite in questi giorni, non sembrano le parole di chi va in cerca di consenso. A proposito, Toti si candida alle europee? “Non c’ho mai pensato. Ho già dato come europarlamentare e ho un impegno con i liguri almeno fino al 2025”, dice il governatore. “E se posso dare un consiglio spassionato agli amici di Noi moderati, che al governo stanno lavorando bene, è quello di non presentarsi in solitaria e dirigere il voto laddove è più utile per la stabilità della maggioranza”.

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