"Liberi, liberi"
Il leghista Romeo le canta a Meloni: “Giorgia, sull'agricoltura il governo ha sbagliato”
Lo stop al premierato, il sostegno ai trattori e la rabbia con Trenitalia. Tutti i missile della Lega verso Fratelli d'Italia
“A Giorgia Meloni dedicherei ‘Liberi, liberi’ di Vasco Rossi”, risponde ridendo il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo. La trasmissione Agorà gli ha appena chiesto, nella settimana di Sanremo, quale canzone dedicherebbe alla premier. Dalla Sardegna al terzo mandato, dal premierato alla linea responsabile in politica estera, la sensazione che la Lega sia stata un po’ troppo imbrigliata dai soci di maggioranza e alleati di governo di FdI aumenta di giorno in giorno. E allora chissà che quella di Romeo alla premier più che una dedica sia un avvertimento: “Giorgia, ricordati, come cantava Vasco, ‘liberi, liberi siamo noi’ (leghisti)”. Liberi anche di saltare sui trattori per chiedere insieme a loro risposte al governo e al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (come ha fatto ieri in Abruzzo il vicepremier Matteo Salvini). Anche in queste ore non mancano gli attriti. L’ultima tensione riguarda il premierato. I fratelli d’Italia vorrebbero cambiare un’altra volta il passaggio sull’ormai celebre norma anti ribaltone. Ma Romeo, parlando con il Foglio, li ferma subito. “Rimettere mano al testo? Ma assolutamente no”, dice. “L’accordo è quello e non si tocca più, abbiamo trovato una quadra dopo un lungo lavoro, non è che adesso possiamo tornarci ancora”. A via della Scrofa però si sono accorti dello scherzetto che gli ha giocato l’uomo del Carroccio per le riforme, Roberto Calderoli.
Nel testo concordato, dopo giorni di estenuanti trattative, c’è un passaggio ambiguo su cosa accadrebbe, a riforma in vigore, nel caso in cui il premier andasse sotto in Parlamento su un provvedimento sul quale è stata posta la questione di fiducia. Il premier in quel caso avrà il potere di sciogliere le Camere? Per diversi costituzionalisti la Lega si è così garantita ‘il diritto d’imboscata’, la possibilità cioè di mandare sotto il presidente del Consiglio senza garantirgli il potere di sciogliere il Parlamento, aprendo così all’ipotesi di un secondo presidente, e lasciando ai partiti un forte potere di ricatto. Per questo sia la ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati, sia alcuni esponenti di FdI hanno ipotizzato di cambiare ancora una volta il passaggio per renderlo più chiaro, cancellando anche solo la possibilità d’interpretarlo come un diritto d’imboscata. I leghisti però non hanno alcuna intenzione di tornare indietro. Ne vedremo delle belle.
Ma non c’è solo questo. Un altro punto di attrito tra Lega e FdI riguarda l’ormai famoso treno charter organizzato dall’ad di Trenitalia Luigi Corradi per giornalisti e dirigenti Rai, direzione Sanremo. La vicenda ha innervosito Salvini che già mercoledì faceva filtrare alla stampa tutta la sua perplessità: “Posta la libertà commerciale di stipulare contratti, desta perplessità un accordo che ha totalmente bypassato il Ministero nonostante le implicazioni sulla circolazione ferroviaria ed il diverso trattamento rispetto ad altri viaggiatori. Sono quindi stati chiesti i contenuti del contratto, per esaminarne l’utilità sotto ogni profilo”. Romeo è d’accordo con il suo segretario: “Ha perfettamente ragione – dice – perché se sei fa una cosa del genere devi stare un po’ attento, non si può prendere una decisione così senza avvisare il ministro competente”. Liberi, liberi, dunque di arrabbiarsi. Ma anche, come accaduto ieri al parlamento europeo, di non partecipare al voto sulla risoluzione contro le interferenze russe nella Ue. E persino, anzi soprattutto, di saltare sui trattori contro il governo. “Noi siamo al loro fianco, stiamo insistendo sulle agevolazioni Irpef proprio per questo”, dice Romeo. “Ci aspettiamo che il governo ci venga incontro perché finora ha sbagliato”. E d’altronde due giorni fa, al Fatto, il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa aveva detto: “Io credo che il ministro dell’Agricoltura debba ricevere gli agricoltori e dialogare con loro”. Alla fine, ieri pomeriggio, a incontrare una delegazione di trattoristi all’Aquila ci ha pensato direttamente Salvini, sposando totalmente le loro istanze anche sugli accordi commerciale con i paesi extra Ue: “Bisogna controllare di più quello che arriva dai mercati extraeuropei, c’è concorrenza sleale da parte di Paesi che hanno molti meno controlli, molte meno tasse, molte meno regole in agricoltura”, ha detto. Un messaggio chiaro al collega ministro Lollobrigida: ecco come si fa. Non è un segreto d’altronde che all’Agricoltura la Lega al posto del ministro cognato di Giorgia Meloni vorrebbe il fido Gian Marco Centinaio.