La visita
Meloni da Berlinguer. Sposetti: “La premier è politica”. E lei tra i padiglioni: fu una stagione importante
Giovedì il blitz a Testaccio della presidente del Consiglio. Uno dei curatori della mostra Höbel: "Ha lasciato un messaggio di grande significato"
La premier Meloni alla mostra su Berlinguer? Tutto normale. E’ il tributo di una rappresentante delle istituzioni che però è anche e soprattutto “una politica”. Ugo Sposetti non si scompone, resta di poche parole, quando gli si chiede un’impressione personale, un aneddoto, una storia da raccontare. Giovedì sera ha fatto da Cicerone alla premier nella sua visita al Mattatoio di Testaccio, dove da metà dicembre in due diversi padiglioni è ospitata la mostra su Enrico Berlinguer, storico segretario del Partito comunista italiano. “La sua presenza rientra nella normale attività di Palazzo Chigi, che è tra i finanziatori dell’allestimento attraverso la Struttura di missione anniversari nazionali”, spiega al Foglio l’ex tesoriere dei Ds. Cosa vi siete detti? Cosa le ha chiesto? La bocca di Sposetti rimarrà cucita in risposta a tutti i nostri vari tentativi, “perché basta e avanza la comunicazione che è stata fatta dal governo”. Eppure questo settantesettenne che ha attraversato molte delle stagioni della sinistra comunista e post-comunista non nasconde l’entusiasmo, suffragato dai numeri. “Abbiamo deciso di prorogare la mostra di altre due settimane, fino al 25 febbraio. In questi due mesi sono venute più di 40mila persone. E’ un successo incredibile? Mi fa piacere che lo pensiate”.
Avrebbe dovuto chiudere questa domenica, lo stesso giorno in cui si chiuderà la mostra su Tolkien ospitata all’interno della Galleria nazionale. Eppure s’è pensato che un tale entusiasmo non potesse essere tarpato. Forse che un po’ abbia influito anche la visita serale della leader di Fratelli d’Italia? Un altro che giovedì sera ha accompagnato Meloni nelle sale di Testaccio è Alexander Höbel, uno dei tre curatori della mostra insieme ad Alessandro D’Onofrio e Gregorio Sorgonà. Su quali reperti in particolare s’è soffermata la premier. La famiglia? La vita di partito? I rapporti esteri? “Io mi sono limitato a illustrare alcuni documenti fotografici, a spiegare un po’ di materiale audiovisivo. Ma diciamo che la premier si è intrattenuta per lo più con Sposetti, che l’ha guidata durante tutta la visita”, spiega al Foglio Höbel, che nella vita fa lo storico, insegna Storia contemporanea presso l’Università Federico II di Napoli. E vanta una serie di saggi e monografie su Palmiro Togliatti, Enrico Berlinguer e sul Partito comunista italiano. “La decisione di prorogare la mostra, comunque, è precedente alla visita della premier. E’ stata decisa di comune accordo da Palaexpo e dalla fondazione Berlinguer”.
Secondo Höbel, a ogni modo, non c’è da sorprendersi del blitz della presidente del Consiglio. Al di là di una visita strettamente di cortesia istituzionale, infatti, “la mostra non parla solo di Berlinguer, ma di un periodo storico che racconta tutto il paese. Per questo nel corso di questi mesi siamo stati visitati da più di mille persone ogni giorno. Certo, ci sono coloro che quell’esperienza l’hanno vissuta in prima persona. Ma abbiamo visto transitare per i padiglioni un mondo anagraficamente variegato, che va dai nonni ai nipoti”. Esposti sui pannelli ci sono anche gli incontri con gli avversari politici. Campeggia una prima pagina con l’omaggio di Giorgio Almirante davanti alla bara di Berlinguer nella storica sede di Botteghe Oscure. La premier avrebbe detto che quella vissuta da Berlinguer era una “bella stagione” politica. Scherzando anche su come i discorsi sull’austerity fossero molto diversi da quelli di oggi. Sono venuti anche altri esponenti di destra, oltre a Meloni? “Non lo so, andrebbero rintracciati sul registro. Anche se non è facile andarsi a vedere una per una le 40mila firme, con le dediche”, scherza il curatore. Che sempre giovedì ha scrutato un altro esponente politico accorso per visitare i padiglioni: Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci.
A proposito di frasi che sono rimaste sul registro, posto all’uscita della mostra. Anche Giorgia Meloni ha voluto lasciare una traccia del suo passaggio. “Il racconto di una storia, politica. E la politica è l’unica possibile soluzione ai problemi”, ha scritto la presidente del Consiglio. Evidenziando, forse, che per lei non s’è trattato solo di una cortesia. Ché insomma c’era anche la curiosità di capire qualcosa in più di uno dei grandi personaggi della storia politica italiana. “Direi che è un messaggio molto significativo”, dice ancora Höbel. Chissà che anche altri leader della maggioranza non approfittino delle due settimane in più per fare un salto, visto che nel frattempo Tolkien non ci sarà più. Sposetti s’è già offerto: chiunque voglia, per fare un viaggio nella memoria di Enrico Berlinguer, lui c’è. Come ha fatto con la premier.