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il colloquio con il foglio

Tajani si smarca dagli alleati: “Trump non è un riferimento per Forza Italia”

Luca Roberto

Mentre una delegazione di FdI è pronta a sbarcare negli Stati Uniti per sostenere il tycoon e Salvini rimarca le sue simpatie politiche, il vicepremier marca le distanze

 “Trump un punto di riferimento anche per Forza Italia? Noi non l’abbiamo mai detto. L’unico punto di riferimento di Forza Italia è Forza Italia”. Risponde con queste poche, sibilline, parole alla domanda del Foglio Antonio Tajani. Il vicepremier e ministro degli Esteri ha appena tenuto una conferenza stampa nella sede del partito, a Roma, per annunciare nuovi ingressi in Liguria. E a margine, al nostro giornale, conferma la linea già espressa dal leader del Partito popolare europeo Manfred Weber, secondo cui Trump nell’attaccare i paesi della Nato sta facendo “un gioco molto pericoloso, per ragioni interne. Ciò può avere conseguenze imprevedibili per la sicurezza internazionale”. Del resto, su questo Tajani si era già espresso: “Non condivido le parole di Trump”. Eppure dentro FdI e Lega la pensano diversamente. 

Così ieri Tajani, ribadendo che “il nostro obiettivo è  superare il 10 per cento alle prossime europee e arrivare al 20 alle  politiche”, ha chiarito pure che, rispetto agli alleati di governo, “siamo diversi, ma leali”. La grande differenza marcata da Forza Italia è ovviamente il posizionamento internazionale. Non solo in Europa, dove i forzisti sanno che il Partito popolare europeo cui aderiscono sarà l’unica certezza della prossima maggioranza comunitaria. Ma anche oltreoceano, visto che certe sparate del tycoon vengono viste sempre con maggiore insofferenza nei partiti che aderiscono al Ppe. “Non condivido quello che ha detto il candidato Trump però non tocca a me interferire nella campagna elettorale degli Stati Uniti”, aveva detto un paio di giorni fa Tajani a proposito delle parole dell’ex presidente, che ha invogliato la Russia ad attaccare i paesi Nato che contribuiscono con meno del 2 per cento alle spese dell’Alleanza atlantica. “Noi siamo amici e alleati degli Stati Uniti indipendentemente da chi sarà domani il presidente”, ha aggiunto il vicepremier. Ma che nel partito berlusconiano si preferisca uno scenario che vede Trump perdente, non condividendone i valori di fondo, è pacifico.

Ieri sul Foglio abbiamo scritto del viaggio che sta organizzando una delegazione di parlamentari di FdI per partecipare al Conservative Political Action Conference (Cpac), la grande convention dei Repubblicani che si terrà a Washington dal 21 al 24 febbraio. Le simpatie della Lega sono note da tempo. Salvini non perde occasione per congratularsi con il candidato repubblicano nelle vittorie delle primarie. Restava quindi da capire cosa ne pensasse la terza gamba del centrodestra, che al governo rappresenta la moderazione e la tradizione liberale e popolare, non proprio affini a Trump. Ma forse la considerazione consegnata ieri da Tajani al Foglio, ovvero che come Forza Italia “non abbiamo mai detto che Trump è un nostro punto di riferimento”, scioglie anche gli ultimi dubbi residui.

  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.