giochi da tavolo

In direzione Pd Schlein decide di non decidere sul terzo mandato. E mette su un tavolo

Gianluca De Rosa

La relazione della segretaria spazia dall’Europa all’Ucraina, dal lavoro povero alla sanità, ma il vero argomento all’ordine del giorno è il terzo mandato. Il partito è diviso: da un lato il fronte dei sindaci e dei governatori dall’altro la sinistra del partito. Rischio spaccatura

Spaccarsi? Magari sì, ma non prima che lo faccia il centrodestra. La relazione della segretaria Elly Schlein durante la direzione nazionale di lunedì mattina spazia dall’Europa all’Ucraina, dal lavoro povero alla sanità, ma il vero argomento all’ordine del giorno, più terra terra, è un altro: la questione terzo mandato. Giovedì al Senato, si potrebbe arrivare al voto sull’emendamento leghista al Dl elezioni che cancellerebbe il vincolo di due mandati per i sindaci dei comuni sopra i 15 mila abitanti. Un primo passo per cancellare, poi, del divieto anche per i presidenti di Regione. Il Pd è diviso: da un lato il fronte dei sindaci (Antonio Decaro e Matteo Ricci) e dei governatori (Stefano Bonaccini, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano), dall’altro la sinistra del partito, con in testa l’ex ministro Andrea Orlando. Il rischio di spaccarsi era serissimo. Anche perché il fronte dei sindaci era pronto a mettere al voto un ordine del giorno per impegnare il partito a votare l’emendamento della Lega.

    

  

Una conta del genere sarebbe stata un disastro tattico: proprio mentre il centrodestra potrebbe spaccarsi, il Pd sarebbe riuscito nel miracolo di anticipare la maggioranza. FdI d’altronde lavora ancora per convincere il Carroccio a ritirare l’emendamento (e così alla fine sarà). Per sminare il campo Schlein ha deciso di prendere tempo, convincendo i sindaci a ritirare l’odg: “La maggioranza – ha detto – ha deciso di inserire delle forzature in un decreto sulla data delle elezioni, sono spaccati, anche tra noi ci sono sensibilità diverse, ma un partito sano non è quello in cui non vola una mosca, ma è quello in cui anche di fronte a sensibilità diverse ci diamo una strada per individuare una composizione”.

 

La “strada” sarebbe quella di un gruppo di lavoro che discuterà da qui a giovedì per trovare la linea del partito. Sarà composto da Davide Baruffi (il bonacciano responsabile degli enti locali) dai capigruppo di Senato e Camera Francesco Boccia e Chiara Braga, da quelli nelle commissioni Affari costituzionali e dal coordinatore dei sindaci Pd, Matteo Ricci. I sindaci comunque rivendicano le loro ragioni: “Non è una battaglia di potere, se c’è uno spazio politico per intervenire non lo dobbiamo chiudere noi”, dice Decaro. Mentre il deputato orlandiano Marco Sarracino tira una notevole stoccata ai primi cittadini che nel loro documento sottolineavano come un divieto del genere esista in Europa solo in Portogallo e Polonia: “Anche se è vero che in Europa in molti paesi non c’è il limite, è anche vero che non è prevista in quei paesi l’elezione diretta ed un motivo ci sarà”. Tra favorevoli e contrari c’è divisione anche in merito alla tattica parlamentare.

   

Per i sindaci schierarsi a favore della cancellazione del vincolo “acuirebbe le spaccature interne alla maggioranza”. Chi è contrario al terzo mandato è convinto invece che una bocciatura aprirebbe ben più pericolosi fronti di divisione all’interno della maggioranza, su premierato e autonomia. Superato il terzo mandato, la direzione scivola liscia. Schlein invita tutti a partecipare al congresso del Pse a Roma il 1 e 2 marzo con il premier spagnolo Pedro Sanchez e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. C’è chi giura che proprio in quell’occasione la segretaria potrebbe annunciare la sua candidatura.

 

Per quanto riguarda le liste per le europee invece offre in direzione il principio che seguirà per la loro compilazione. Dettaglio: la segretaria chiama l’applauso per Paolo Gentiloni che “ha combattuto per la riforma del patto di stabilità”, ma poi sottolinea come il documento uscito non sia quello voluto dalla commissione e da Gentiloni, ma dal consiglio. Ma la parte divertente e surreale è stata un’altra. Mentre andava in scena questa direzione che decideva di non decidere sul terzo mandato, Schlein subiva la contestazione dei Giovani democratici con gli striscioni sotto il Nazareno. Panico nello staff della segretaria. Alla fine i ragazzi hanno parlato in direzione, ma il loro futuro è ancora nebuloso. Servirà un tavolo?
 

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