Saverio ma giusto
Il Geolier del Pd: la sinistra riparta da Vincenzo De Luca
Il governatore della Campania piace al sud e anche al nord. Piace perfino a Fabio Fazio. E gli insulti gratuiti alla maggioranza hanno un grande valore politico: almeno non ha parlato di fascismo
Dispiace che sia io a doverlo dire per primo, dalla colonna poco seria di questa mia rubrica, ma qualcuno deve pur cominciare e allora inizio io: quanto tempo deve passare ancora perché il Partito democratico si renda conto di avere un “cavallo di razza” fra le sue fila, un “fuoriclasse”? Sto parlando ovviamente di Vincenzo De Luca: quanto tempo dobbiamo aspettare per vederlo finalmente segretario del Pd? Dopo le elezioni europee, sull’onda di risultati sicuramente poco entusiasmanti (anche se ce li spacceranno per tali) sarebbe un buon momento, non credete anche voi? I tempi sono maturi, e soprattutto è maturo De Luca; specie ora, che il terzo mandato da governatore è a rischio – aprendo così a maggior ragione le porte per un primo mandato da segretario del Pd. Voglio dire: Vincenzo De Luca è l’unico a fare opposizione al governo Meloni, per giunta con parole chiare, di cui soltanto le più recenti sono state “imbecilli”, “farabutti”, “delinquenti” e “stronza” – riferito alla premier. L’epiteto, derubricato come linguaggio colorito rubato da un fuori onda televisivo, secondo me al contrario ha un grande valore politico: De Luca supera e abbandona il vecchio e trito vocabolario della sinistra per contestare a Meloni ciò che lei realmente è, senza girarci intorno con vetuste accuse di fascismo.
Ma queste sono, appunto, solo le sue uscite più recenti: l’opposizione di De Luca al governo Meloni e ai suoi esponenti è sempre stata netta, dal Ministro Sangiuliano – definito, nel tempo, prima “incapace”, poi “dilettante allo sbaraglio”, ancora “ministro delle Cerimonie”, e infine “parcheggiatore abusivo” – a Matteo Salvini – criticato sia con la barba (“ha la faccia come il fondoschiena”) che senza (“sembra un capitone”). Anche la manifestazione di De Luca la scorsa settimana, in piazza contro l’Autonomia, ha generato molta più attenzione e richiamo del sit-in di Elly Schlein davanti alla Rai, soltanto una settimana prima, contro TeleMeloni: c’è poco da fare, De Luca funziona di più.
Ogni segretario Pd ha sempre criticato il Pd precedente, e De Luca non fa eccezione: “Maleducati e presuntuosi” li ha definiti il governatore, un giudizio che può attirare il consenso sia di chi non vota il Pd, sia di chi già lo vota – storicamente, l’elettore di sinistra è sempre molto critico con la sinistra. Dopo Elly Schlein c’è Vincenzo De Luca, non c’è dubbio; primo segretario del Sud, potrebbe andare oltre l’alleanza con il M5s con il quale non è mai stato tenero (definì il reddito di cittadinanza “truffa per parassiti”), contendendo ed erodendo la base elettorale a Conte&Co.; ma ha anche quel pragmatismo che piace al Nord, e che può convincere anche gli elettori della Lega. Piace anche a Fabio Fazio! Inutile che l’elettore del Pd storca il naso per i modi del governatore campano, così poco tradizionalmente “democratici” o woke; De Luca è l’unico che possa arginare le destre proprio grazie al suo linguaggio, contro il quale una destra piagnona che si lamenta sempre del politicamente corretto e che “non si può più dire niente” non può certo porre limiti alla favella di un avversario così “brutale”. Lasciamoci travolgere dall’onda De Luca: usando una metafora sanremese, lui è il nostro Geolier! Il televoto è dalla sua parte, e dato che alle urne non c’è giuria stampa né della radio, non ci sarebbero ostacoli alla sua vittoria alle elezioni.