Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida - foto Ansa

Dopo le rivolte contadine

Sussidi e deroghe, revisioni: ecco la linea dell'Italia per aiutare gli agricoltori

Luciano Capone

Dopo le proteste dei trattori, lunedì prossimo il ministro Francesco Lollobrigida presenterà a Bruxelles "Agricoltura, Pa, sovranità alimentare dell’Unione europea: ricollegare cibo e società", un documento di otto pagine con le richieste dei contadini

Se il mese scorso, l’Italia portava a Bruxelles un documento sulla “carne sintetica” – provvedimento simbolico, peraltro dichiarato inapplicabile dalla Commissione europea in Italia – stavolta si presenta con temi più concreti, come i soldi e la revisione della Pac (Politica agricola comune). Dopo le proteste dei trattori che hanno bloccato mezza Europa e contestato governi e associazioni di categoria governative, al Consiglio Agricoltura e Pesca di lunedì 26 febbraio convocato per discutere di “Risposte rapide e strutturali” alla crisi del settore agricolo, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida porterà tra le “varie” all’ordine del giorno un documento con un titolo che è un programma politico: “Agricoltura, Pa, sovranità alimentare dell’Unione europea: ricollegare cibo e società”. Il testo, di otto pagine, cerca di andare oltre il primo pacchetto di misure proposto dalla Commissione europea per semplificare gli adempimenti burocratici della Pac, che non è ritenuto sufficiente dalle associazioni di categoria in quel giorno saranno a Bruxelles: la Confagricoltura con la sua assemblea per produrre una serie di proposte per  la produttività e la competitività delle imprese agricole; la Coldiretti in piazza per manifestare “fino a quando non avremo ottenuto risposte esaustive rispetto ai bisogni degli agricoltori italiani ed europei”.
 

Le richieste delle associazioni di categoria sono incluse nel documento presentato da Lollobrigida: un aumento dei sussidi diretti, attualmente pari a 120 euro per ettaro in media, non ritenuti più sufficienti a compensare i costi, le condizionalità e la buurocrazia previste dalla Pac; un temporary framework, simile a quello adottato durante il Covid, per consentire aiuti di stato al settore in crisi aumentando il regime de-minimisa 50 mila euro; una moratoria europea sul debito degli agricoltori; l’eliminazione permanente dell’obbligo di mettere a riposo il 4 per cento dei terreni; revisione degli eco-schemi prevedendo più sussidi; maggiori sussidi per gli interventi settoriali, ad esempio sull’olio d’oliva; revisione del regolamento sul “Ripristino della natura”, per togliere i nuovi carichi sul settore; impedire qualsiasi accordo di libero scambio con paesi non-Ue senza clausole di reciprocità (blocco dell’accordo col Mercosur). Un lungo elenco di richieste per l’immediato e per la riforma della prossima Pac (dal 2028), di cui si discuterà dopo le elezioni europee.
 

La Commissione agricoltura del Parlamento europeo, invece, ha inviato alla Commissione europea una serie di richieste di interventi immediati. Un tema delicato da affrontare è quello delle importazioni agricole dall’Ucraina, che stanno saturando  il mercato e alimentando le proteste degli agricoltori europei. La proposta, da inserire nel pacchetto Ucraina, è di uno stoccaggio pubblico europeo che compri le produzioni ucraine per darle ai paesi in via di sviluppo.

Di più su questi argomenti:
  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali