le dichiarazioni

Tridico recordman di falsità sul lavoro

Luciano Capone

Occupazione, ore lavorate, precariato. Per contestare i dati Istat citati da Giorgia Meloni, l'ex presidente dell'Inps diffonde una serie impressionante di fake news. Il M5s lo presenta come "candidato indipendente": lo è, ma dalla realtà

Dai politici, in campagna elettorale, qualche bugia c’è da aspettarsela. Ma la prestazione di Pasquale Tridico, presentato da Lilli Gruber come “candidato indipendente” del M5s, va oltre ogni più bassa aspettativa di rispetto della realtà: in un paio di minuti, è riuscito a infilare una serie di falsità e castronerie da record.

 

Chiamato a commentare, a Otto e mezzo su La7, i numeri positivi sull’occupazione vantati dalla premier Giorgia Meloni, l’economista grillino si è detto dispiaciuto di dover “puntualizzare i dati come facciamo nelle aule universitarie”. Ed ecco le correzioni del professore: “C’è una crescita che è zero, non è possibile che l’occupazione cresce – dice Tridico –. Se misuriamo le ore lavorate siamo a un numero inferiore di ore lavorate rispetto al periodo pre pandemico”.

Doppia falsità. Che l’occupazione sia cresciuta sotto il governo Meloni, seguendo un trend positivo iniziato nel 2021, è un fatto indiscutibile. Che le ore lavorate non siano aumentate è una altrettanto indiscutibile falsità. Secondo il report Istat sul mercato del lavoro, nel terzo trimestre 2023 le ore lavorate sono aumentate dello 0,4 per cento su base congiunturale e dell’ 1,8 per cento su base tendenziale. E sono aumentate anche rispetto al periodo pre pandemico.

 

Subito dopo Tridico, che oltre a essere docente di economia è anche ex presidente dell’Inps, aggiunge: “Non c’è una maggiore occupazione in termini assoluti, c’è una percentuale maggiore dovuta molto al calo demografico. Cioè il rapporto tra occupati e forze lavoro è cresciuto perché il numero di forze lavoro, la popolazione tra 15-64 anni, è diminuita”.

Tripla falsità. Uno. C’è maggiore occupazione in termini assoluti: secondo l’Istat a dicembre 2023 gli occupati sono 23,7 milioni, 456 mila in più rispetto all’anno precedente. Due. L’aumento del tasso di occupazione, arrivato al 61,9 per cento (record storico), non è un effetto prevalente del calo demografico: secondo l’Istat, infatti, la variazione tendenziale al netto della componente demografica è positiva per tutte le classi di età. Tre. È falso che il tasso di occupazione è cresciuto perché sono diminuite le forze di lavoro, in primo luogo perché le forze di lavoro sono aumentate (da 24,7 milioni nel 2020 a 25,5 milioni nel 2023). Ma questa affermazione falsa di Tridico è particolarmente grave perché include anche un errore marchiano: il tasso di occupazione non è il rapporto tra occupati e forze di lavoro (quella è la modalità di calcolo del tasso di disoccupazione), ma è il rapporto tra occupati e popolazione di riferimento (quella generale, inattivi inclusi).

 

L’economista del M5s ha poi aggiunto: “Quello che c’è, invece, è un numero maggiore di part-time: un numero maggiore di persone che lavorano ma con un numero di ore inferiore”. Un’altra affermazione falsa. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Istat, nel terzo trimestre 2023 gli occupati a tempo parziale sono circa 4,15 milioni: 29 mila in meno rispetto al terzo trimestre del 2022. Al contrario, nello stesso anno, gli occupati a tempo pieno sono aumentati di circa mezzo milione (da 18,9 a 19,4 milioni). Sul totale, la quota di occupati a tempo parziale è scesa in un anno dal 18 al 17,6 per cento.

 

“Abbiamo oggi 2,6 milioni di occupati a tempo determinato – ha poi detto Tridico – nel 2020 erano 2 milioni”. È scorretto, o quantomeno fuorviante, prendere come riferimento l’anno del Covid per indicare un aumento del “precariato”, perché è l’anno in cui chi aveva un contratto a termine non se l’è visto rinnovare. Secondo gli ultimi dati Istat, a dicembre 2023 i contratti a tempo determinato sono circa 3 milioni, 5 mila in meno rispetto a dicembre 2022, mentre i dipendenti permanenti sono oltre 400 mila in più.

 

Tridico, scelto da Conte come capolista al sud, ha detto tante cose e non una sola vera. La definizione di “candidato indipendente” non va intesa in relazione al M5s, da cui è dipendente da molti anni, ma rispetto alla realtà.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali