A Strasburgo
L'agenda per l'Europa di Mario Draghi
In veste di superconsulente, l'ex presidente del Consiglio striglia la politica europea: "È il momento di fare qualcosa, decidete voi cosa ma per favore, si faccia qualcosa, non si può passare tutto il tempo a dire no". Dall'energia alla competitività le linee guida per il futuro europeo
Mario Draghi si riprende la scena in Ue e suona la carica per le riforme. Il Foglio entra nella sua presentazione dello studio sulla competitività oggi all'Eurocamera: un’audizione che si trasforma in una lezione di futuro e che suona quasi come un programma, anzi come un’agenda per l’Europa.
"Mi hanno chiesto al termine dello scorso Ecofin quale sia l'ordine delle riforme necessarie per l'Ue, bene, quale sia l'ordine non lo so, ma per favore, è il momento di fare qualcosa, decidete voi cosa ma per favore, si faccia qualcosa, non si può passare tutto il tempo a dire no”, spiega Draghi puntando il dito contro l’immobilità dei governi dei 27.
L’ex premier arriva a Strasburgo in veste di superconsulente, arruolato dalla Commissione Ue per stilare una ricerca approfondita su come rendere l’Ue più competitiva. In sala ci sono tutti i presidenti delle commissioni parlamentari, pronti a segnalare i problemi relativi al loro settore ma l’apertura di quasi ogni discorso è la stessa: “Buongiorno presidente, è davvero un piacere rivederla”. Mario Draghi infatti manca da un'aula parlamentare da qualche mese, il suo intervento di oggi pomeriggio a Strasburgo è quello di un battitore libero: “C’è un immenso bisogno di investimenti privati in Europa”, spiega l’ex leader della Bce, “scegliete qualsiasi mezzo per stimolarlo, ma fatelo”.
Tanti i punti toccati come l’energia, “serve una riforma del mercato dell'elettricità il prezzo del gas scende ma continuiamo a pagarla il doppio, è qualcosa a cui dobbiamo guardare”, la formazione “la risposta alla carenza di forza lavoro nell'Ue è dovuta alla carenza di competenze" ma soprattutto competitività. “Le pratiche anticoncorrenziali di alcuni nostri concorrenti continuano a minare la parità di condizioni a livello globale e l'autonomia strategica aperta dell'Ue”.
Tra le domande dei presenti si distingue quella della dem Irene Tinagli, presidente della commissione Economia dell’Eurocamera, “presidente all’Eurocamera siamo ambiziosi ma in fase di trilogo ci scontriamo contro il muro di gomma del Consiglio” a cui Draghi risponde con un’incitazione ad “andare avanti a essere ambiziosi e spero che gli altri vi seguiranno". C’è anche chi chiede all’ex premier se ci sia una “parola magica” per sbloccare il percorso di riforme necessario all’Ue ma Draghi di magico non dice nulla, dice molto di concreto: “Non ci sono parole magiche, serve solo iniziare".
Per l’ex premier è giunta l’ora di “riforme strutturali, come quelle che chiediamo agli stati membri ma questa volta per l'Ue, è arrivato il tempo di una riforma a 360 gradi”, chiude l’ex primo ministro e presidente della Bce che lascia l’Aula più sorridente del solito. Sorridenti anche i presidenti di commissione: "La sensazione è che l’Europa gli piaccia ancora molto”, si lascia andare un tedesco seduto su una sedia chiave del Parlamento europeo. Come e in che forma possa proseguire il lavoro del superconsulente Draghi in Europa rimane un mistero. Sul tavolo però è tornata l’agenda Draghi, ma questa volta non è destinata a uno stato solo, ma a 27.