Arci Elly
Schlein porta il Pse al circolo. Poi cena in Campidoglio con Scholz, Sanchez e Costa
Queer in purezza e giochi da tavola la segretaria Pd porta i socialisti europei all'Arci. In serata invece al Nazareno vede i capi di governo socialisti. Poi tutti a cena da Gualtieri. Oggi il congresso che lancia la campagna elettorale per le europee, ma Schlein non annuncerà la sua candidatura
Prima di lei, ironia della sorte, solo un altro politico si era affacciato da queste parti: Matteo Salvini. Era il 2021. “Prego onorevole, ha la tessera Arci?”. “Senza non si può entrare?”. “Impossibile”. “Allora aspetto fuori, grazie”. Cosa non si fa per amore. Il segretario leghista aspettava Francesca Verdini che era accorsa qui per un compleanno. Per Elly Schlein invece questa è casa, o almeno è questo che la segretaria voleva raccontare ieri quando ha deciso di portare qui una delegazione del Pse, composta dal fido Brando Benifei e, soprattutto, dalla capogruppo dei socialisti e democratici a Strasburgo, la spagnola Iratxe García Pérez. Siamo a Roma, Trastevere, via della Penitenza, proprio sotto il Gianicolo. Al civico 35 si trova Zalib, circolo Arci e centro giovani del I Municipio. Posto super queer, punto viola per donne in difficoltà, luogo di indimenticabili aperitivi, tesissime partite di ping pong e riflessioni ben calibrate a sinistra. Per l’occasione (con tanto di banner con logo e colori dei “S&D”), anche posto giusto per una colazione socialista (“Il catering lo hanno pagato loro”, assicurano quelli di Zalib). Schlein d’altronde lo ha scelto come secondo appuntamento per la prima giornata del congresso del Pse, che avrà oggi il suo momento clou quando alla Nuvola dell’Eur, alla presenza dei leader socialisti di mezza Europa, sarà nominato spitzenkadidat del Pse il lussemburghese Nicolas Schmit al grido: “Noi mai con l’estrema destra! Mai con Meloni”. Inizio ufficiale della campagna elettorale (“Ma Elly non annuncerà la sua candidatura”, giurano i fedelissimi).
Per far capire l’importanza della visita al circolo Arci, l’unico appuntamento che lo ha preceduto, nell’anno del centesimo anniversario dal suo assassinio, è stato dedicato a un vero grande socialista, Giacomo Matteotti. La segretaria pd ha portato una folta delegazione del Pse a deporre una corona di fiori al monumento che lo celebra (occasione per Schlein anche per spiegare al presidente del Pse, lo svedese Stefan Lofven, che la vittoria in Sardegna è stata “Merito dell’alleanza con M5s, ma anche del fatto che a destra hanno litigata sul presidente uscente Christian Solinas”). Ma Matteotti è il passato. Il futuro è fatto di giochi da tavolo, Zalib ne è pieno e “Io li amo!”, dice la segretaria appena arrivata al centro giovani, e statue di bottoni: “Ma che bella, chi l’ha realizzata?”. Il posto, lo diciamo subito, è davvero carino, ma la presenza di Schlein risulta un po’ imbarazzante per tutti. Il cicerone della segretaria, Tommaso De Angelis, abilissimo tutto fare dello Zalib (lo stesso che all’epoca si dovette occupare del “caso Salvini”; “E se la tessera la vuole fare veramente che facciamo?”), è costretto a ripetere dieci volte: “Siamo molto soddisfatti di quello che facciamo, vorremmo fosse un modello replicabile anche negli altri municipi”. Ma sarebbe stato meglio dirlo al sindaco di Roma Roberto Gualtieri che in campagna elettorale, ispirandosi al luogo, aveva lanciato l’idea di un centro giovani in ogni municipio. “Chi li ha visti... aspetterà la prossima campagna elettorale”, maligna qualcuno. Il perché dell’insolita visita comunque lo spiega l’eurodeputato Benifei: “Ogni volta che il Pse organizza eventi nelle città è tradizione visitare luoghi del territorio che incarnino i nostri valori”. Di certo una bandiera palestinese c’è, provvidenziale nel giorno in cui il Pd ha annunciato che una folta delegazione del partito (composta da Alessandro Zan, Ouidad Bakkali, Laura Boldrini, Susanna Camusso, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Arturo Scotto e Stefano Vaccari) si recherà da lunedì al valico di Rafah seguendo il percorso di un convoglio di aiuti umanitari.
Dopo la visita pop comunque si è tornati al Nazareno per un lungo pomeriggio di seminari dal titolo “Comprendere l’estrema destra e cosa fare”, ospite d’onore l’anti orbaniana vicesindaca di Budapest Kata Tütto. Una giornata intesa anche per dimenticare, almeno per qualche ora, le difficoltà di Pd e M5s a mettersi d’accordo, dopo la Sardegna, in Piemonte e Basilicata. Schlein poi insieme ai capi di governo socialisti (con cui ha avuto incontri bilaterali nel pomeriggio) è andata a cena nella sala della Protomoteca. Tutti ospiti di Roberto Gualtieri. Ecco il cancelliere tedesco Olaf Scholz, i primi ministri spagnolo e portoghese Pedro Sanchez e Antonio Costa, quello romeno Marcel Ciolacu, e la ministra danese Mette Frederiksen, ma soprattutto il commissario europeo e futuro candidato del Pse Nicolas Schmit. E’ lui già dal pomeriggio a dettare la linea: “Meloni? E’ di estrema destra, noi socialisti non possiamo allearci con Ecr”.