centro fantasioso
L'unità tra i centristi non c'è e allora ognuno va per sé. Iv con Cuffaro. Bonino col Pd
Dopo l'appello a vuoto di Più Europa ad andare tutti uniti, la storica leader radicale potrebbe correre nelle liste dem. Mentre Renzi cerca l'accordo con l'ex presidente della Sicilia
Vorrebbero quasi che passasse inosservato, che non lo si notasse troppo. Dentro Italia viva pensano da un po’ a un accordo in Sicilia con la Dc di Totò Cuffaro. Ma siccome è meglio che si sappia, nel caso, giusto a ridosso delle europee, tra le file del partito renziano si rifugiano in formule circospette. Del tipo: non saprei, non abbiamo conferme. Preferiscono concentrarsi sulla Leopolda, in corsa da ieri sera fino a domani a pranzo. Eppure l’accelerata sembra sia arrivata quando agli italovivi è apparso sempre più chiaro, cristallino, che l’appello all’unità rivolto a Renzi e Calenda da parte di Emma Bonino sarebbe rimasto inascoltato. “Ad oggi, nonostante il successo della convention ‘Per gli Stati Uniti d’Europa con Emma Bonino’ dello scorso 24 febbraio dobbiamo registrare l’impossibilità di procedere nella direzione intrapresa a causa della indisponibilità di una delle forze coinvolte, reiterata anche nei numerosi colloqui di questi giorni”, hanno scritto giovedì gli esponenti di Più Europa in una nota. E il riferimento è tutto a Carlo Calenda, che l’ipotesi di una lista unitaria alle europee per massimizzare il consenso dei centristi se l’è fatta entrare da un orecchio e uscire dall’altro. “Mai più con Renzi”, del resto, il leader di Azione lo va dicendo dal minuto dopo il naufragio dell’esperienza del Terzo polo. E anche quando i renziani avevano fatto notare le preferenze persino di Macron per la costituzione di un gruppo unitario di Renew Italia, l’ex ministro dello Sviluppo economico aveva dato ben poco peso alle ricostruzioni brusellesi: “Tutte cavolate”.
Così da una parte Italia viva ha iniziato a pensare a delle contromisure che possano garantire quel pacchetto di voti su territori in grado avvicinare la soglia di sbarramento del 4 per cento. Dall’altra Emma Bonino ha pensato che forse, se gli altri fanno di tutto per ostacolarle il lavoro, tanto vale allora sfruttare l’assist da parte di un gruppo politico più grande. Ma partiamo dalla Sicilia. L’ex presidente Cuffaro, con la sua Dc perennemente in lotta con il movimento di Gianfranco Rotondi che dalla sua dice di possedere l’esclusivo utilizzo del simbolo scudo crociato, essendo l’unico vero erede della Balena bianca, in vista delle europee ha un problema non da poco: non avendo rappresentanti in Parlamento per presentarsi al voto di giugno ha bisogno di raccogliere 30 mila firme per circoscrizione e di 3 mila firma per ogni regione in cui intende presentarsi. Un impegno particolarmente gravoso visto che il progetto della nuova Dc è ancora agli albori e stenta a decollare.
E’ per questo che il già governatore si è convinto che l’opzione più plausibile sia stipulare un accordo che permetta alla sua creatura politica di confluire nella lista del Centro, il nome e il simbolo sotto il quale corre Italia viva alle elezioni europee. Per Renzi, invece, dopo il niet alla lista unitaria, sarebbe un modo per coprirsi nell’Isola, assicurandosi un granaio elettorale che come detto potrebbe aiutare a raggiungere la soglia per garantirsi l’elezione al Parlamento europeo. In realtà in Sicilia Cuffaro ha avuto, nelle settimane scorse, interlocuzioni anche con il vicepresidente della regione Sicilia Luca Sammartino, esponente della Lega. Ma nulla di concreto. Mentre resta formalmente ancora aperta la porta di Cateno De Luca, che sta strutturando tutta una serie di accordi con il suo partito “Sud chiama nord”, ha presentato una lista che si chiama Libertà, e anch’egli avendo eletti in Parlamento, al pari di Italia viva, dispenserebbe Cuffaro dalla raccolta delle firme.
Per quanto riguarda Emma Bonino, invece, lo sconforto per non essere riuscita a far decollare la lista unica centrista avrebbe convinto l’ex ministra degli Esteri che non è il caso di imbarcarsi in un’impresa solitaria. Soprattutto dopo aver scelto di non correre insieme a Italia viva. Per questo il Pd le ha già fatto sapere che un posto per lei, nelle liste democratiche, c’è. E non solo per lei. Visto che l’offerta è valida anche per Marco Cappato, con cui i dem vorrebbero provare a ricucire gli screzi dopo la mancata approvazione di una legge sul fine vita in Veneto, per colpa di un voto contrario di una consigliera Pd, Anna Maria Bigon, poi esautorata dal ruolo di vicesegretaria del partito a Verona.