I risultati delle regionali
“Effetto Sardegna? In Abruzzo è stato nullo”, dice il sondaggista Noto
"Il viaggio in Abruzzo della neogovernatrice sarda Todde non ha spostato voti. Per presentare un progetto politico convincente non basta mettere su un'alleanza ma occorre farsi portatori di un messaggio di coalizione”, spiega il presidente di Ipr marketing
Non è servito a niente il volo da Cagliari nè cantare Bella ciao sul palco dell’Aquila con il candidato del campo largo in Abruzzo. “Più che di effetto Todde si può parlare al massimo di un effetto simpatia”, dice al Foglio il sondaggista Antonio Noto, presidente di Ipr marketing. L'effetto Sardegna auspicato dal campo larghissimo - che includeva anche Azione e Italia viva - non si è verificato. Nonostante i numerosi tentativi della coalizione Pd-M5s di trasformare Alessandra Todde, appena eletta alla presidenza della Sardegna – l'altra regione al voto di queste settimane – nel simbolo di “una ventata di cambiamento”. Un maestrale
che dall'isola avrebbe dovuto travolgere le tornate elettorali successive, a partire dall'Abruzzo. Tanto da spingere i vertici dell'alleanza giallorossa a invitare la neo eletta al comizio di chiusura in segno di buon auspicio per il collega D'Amico. E invece. Con il 53,5 per cento dei voti, alle elezioni regionali gli abruzzesi hanno riconfermato il candidato di centro destra, l'uscente Marco Marsilio, in corsa contro l'ex rettore dell'università di Teramo e volto della coalizione di centrosinistra, Luciano D'Amico, che ha chiuso a sette punti di distacco dall'avversario.
“L'effetto Sardegna è stato quasi nullo”, spiega Noto. “Todde non ha spostato voti in Abruzzo. Se avesse portato dei consensi, il Movimento cinque stelle avrebbe ottenuto percentuali più alte ma così non è stato”. Il partito di Giuseppe Conte, che solo cinque anni fa toccava la soglia del 24 per cento, si è fermato infatti al 7 per cento. Un risultato persino inferiore a quello ottenuto dalla lista dell'ex rettore, “Abruzzo insieme”, che ha raccolto il 7,6 per cento dei consensi.
“Non si può parlare di un effetto Todde anche perché in Abruzzo la campagna elettorale è stata gestita diversamente. In Sardegna la candidata del campo largo ha voluto chiudere la campagna elettorale da sola, senza i leader dei partiti di coalizione che invece in Abruzzo hanno sempre affiancato D'Amico”, spiega il sondaggista. “Inoltre D'Amico non ha potuto contare su un voto personale come è accaduto con Alessandra Todde”. L'ex sottosegretaria infatti - complice l'opzione del voto disgiunto previsto dalla legge elettorale regionale - ha ottenuto quasi tre punti percentuali in più rispetto alla sua coalizione, mentre nel caso di D'Amico la differenza tra i voti alla coalizione e quelli al candidato presidente è di appena l'uno per cento. L'esperimento sardo non ha convinto i cittadini abruzzesi? “Per presentare un progetto politico capace di convincere gli elettori non basta mettere su un'alleanza ma occorre farsi portatori di un messaggio di coalizione. È ciò che fa la differenza”, conclude Noto. E, in fondo, sono anche le parole della premier Giorgia Meloni all'indomani del voto. "Non importa quanto un campo sia largo, quello che conta è quanto quel campo sia coeso", ha detto la leader di FdI. Un gentile sfottò alle opposizioni.