Che campo largo?

Basilicata, è quasi accordo tra Pd, M5s e Chiorazzo

Gianluca De Rosa

Il nome che piace sia all'imprenditore di "Basilicata casa comune" , sia a Pd e M5s sarebbe quello del sindaco di Castelmezzano Nicola Valluzzi. Ma con lui non si riuscirebbe a tenere dentro la coalizione anche Azione. L'alternativa resta Giampaolo D'Andrea

Nonostante la sconfitta in AbruzzoPd e M5s continuano a lavorare per un accordo anche in Basilicata, dove si voterà il prossimo 21 e 22 aprile. Da quelle parti le difficoltà sono aumentate dal dover trattare anche con Angelo Chiorazzo, leader delle cooperative bianche della Basilicata che il Pd regionale aveva già designato come candidato. Chiorazzo però non andava a genio a Giuseppe Conte e al M5s locale. Per ritirarsi l'imprenditore ha preteso di poter avere anche lui voce in capitolo sul nome del candidato. Al termine della scorsa settimana ha incontrato, per parlarne, sia la segretaria del Pd, sia il capo del M5s. Dopo giorni di nomi e trattative estenuanti si è quasi arrivati a un accordo. Il nome che potrebbe mettere d'accorso tutti è quello del sindaco di Castelmezzano Nicola Valluzzi, ex esponente del Pd (è stato capo segreteria dell'ex sottosegretario ai Trasporti Salvatore Margiotta), oggi con Chiorazzo in "Basilicata casa comune.

 

Un primo accordo in realtà era già stato quasi trovato su un padre nobile, l'ex parlamentare democristiano e sottosegretario (nei governi Prodi e Monti) Giampaolo D'Andrea, il quale però, dopo la sconfitta in Abruzzo, avrebbe avuto un ripensamento. Anche se non sono si esclude ancora che il suo nome possa tornare in pista. Per una ragione semplice: il Pd sogna di replicare il campo larghissimo che ha perso in Abruzzo, perché sul nome di Valluzzi ci sarebbe il sì del M5s, ma sarebbe quasi impossibile convincere Azione (che da queste parti tratta attraverso l'ex governatore Marcello Pittella).

L'assenza da Azione nella coalzione elettorale sarebbe un problema per il Pd, mentre invece sarebbe quasi una liberazione per il M5s che nell'analisi della sconfitta in Abruzzo ha imputato proprio alla coaliizone troppo ampia l'ingentissima perdita di voti da parte del Movimento, "anche con Renzi e Calenda", in sostegno all'ex rettore di Teramo Luciano D'Amico.