Regionali
In Basilicata Tajani se la ride. Dopo Iv, anche Azione sosterrà il centrodestra di Bardi
"Per Pd e M5s sono un ebreo che deve morire, insieme a me Azione”, dice Marcello Pittella che poi si scusa. Ma annuncia il sostegno al governatore uscente per la cui ricandidatura si era tanto speso il leader di Forza Italia
Alla fine chi ride più di tutti è Antonio Tajani. Perché il vero campo largo, extra large, lo fa il centrodestra. Azione infatti sosterrà il governatore uscente Vito Bardi, andando a ingrossare una coalizione che oltre ai partiti di maggioranza ha imbarcato pure Italia viva. Le ragioni le hanno spiegate Calenda - "Schlein non ci risponde al telefono, fa la ruota di scorta del M5s – e soprattutto Marcello Pittella, responsabile di Azione in Basilicata. "C'è un’azione a far male a far morire. Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nella camera a gas. Ecco io per loro sono un ebreo che deve morire, insieme a me Azione”, sono state le parole dell'ex presidente lucano, pronunciate in privato e riferite a Pd e grillini. Pittella si è poi scusato per l'infelice paragone, dicendosi "profondamente dispiaciuto".
Resta tuttavia il nodo politico, ovvero l'impossibilità di trovare un accordo con Pd e soprattutto con il M5s (è stato il veto di Conte a pesare più di tutto) che ha spinto dapprima Pittella e gli azionisti a cercare un'intesa con Angelo Chiorazzo, il manager delle coop bianche tornato in pista con una candidatura autonoma. In questa prospettiva Pittella, forte di un consenso che alle scorse politiche ha superato il 10 per cento, sarebbe stato il candidato presidente in una sorta di riedizione dello schema sardo. Chiorazzo – pressato in queste ore da Pd e M5s per tornare nel perimetro del centrosinistra – ha tuttavia rispedito al mittente l'offerta, così per Azione non è rimasta altra scelta che schierarsi con il centrodestra: "Un’alleanza programmatica, con obiettivi chiari", fa sapere il partito di centro con una nota condivisa da esponenti locali e segreteria nazionale.
Tra Pittella e Bardi c'è già stato un incontro, rappresentazione plastica della vittoria di Tajani, che tanto si era speso affinchè il presidente in carica fosse riconfermato. Il segretario forzista ha per settimane respinto gli assalti leghisti che dopo la Sardegna chiedevano compensazioni nella candidature per le regionali. Il resto lo ha fatto il centrosinistra con il suo gioco a scannarsi. "Siamo molto soddisfatti perché un presidente di FI, che ha ben governato la regione, è in grado di allargare i confini del centrodestra", gongolava ieri Tajani ancor prima che la decisione di Azione fosse ufficiale.
"Lo stesso può accadere in Piemonte", auspicava ancora il ministo degli Esteri. Anche da quelle parti infatti Forza Italia ha tenuto duro, blindando la conferma di Alberto Cirio. Le interlocuzioni tra il governatore e Azione sono già avviate da giorni, gli accadimenti di queste ultime ore potrebbero dare un'accelerata alle trattative. Osvaldo Napoli, responsabile dei calendiani in Piemonte, già qualche settimana fa non ha nascosto la tentazione e nel frattempo si è consumata una frattura difficilmente sanabile, almeno in tempi brevi, con il Pd (che intanto ha presentato Gianna Pentenero, assessora a Torino, come candidata alla regione). Gli elementi che spingono in questa direzione sono insomma più di uno. In Piemonte tuttavia potrebbe essere utilizzato un altro tipo di approccio, con Azione che non presenta la lista ma inserisce i propri candidati in quelle del centrodestra.
Tecnicismi e formule che comunque non cambierebbero di troppo la sostanza, per la gioia di un Tajani capace alla fine di allargare il suo fronte praticamente stando fermo e inglobare i competitor al centro, che puntavano al voto moderato e ai consensi di FI ma che invece si ritrovano a traino.