la conferenza stampa
Lo show e le lacrime di Decaro: "Contro Bari una manovra della destra in Puglia"
Il sindaco si difende dalle accuse, dice che è pronto "a rinunciare alla scorta", mostra documenti ed elenca le minacce ricevute dai clan baresi. Poi attacca: "Gli esponenti del centrodestra come Gomorra". Gasparri: "Parole inaccettabili". Piantedosi: "Governo fa la guerra alle mafie non agli amministratori"
"È un atto di legittima difesa, non del sindaco o del consiglio comunale, ma della città". Antonio Decaro parte da qui, con gli occhi lucidi. Ha convocato una conferenza stampa per difendersi, dopo che ieri Piantedosi ha deciso di istituire una commissione per verificare l'ipotesi di scioglimento del comune di Bari per mafia. A Palazzo di città è accolto tra gli applausi, maneggia un plico pieno di fascicoli e documenti. Di certi esponenti del centrodestra dice che si comportano "come in Gomorra".
Non è però solo una conferenza stampa, è qualcosa di più, quasi uno show. Decaro è in piedi, si aiuta con un monitor sul quale vengono trasmesse immagini, tweet e articoli di giornale. Quelli che secondo l'amministrore, presidente dell'Anci, ricostruiscono la manovra politica dietro all'istituzione della Commissione d'inchiesta. "I parlamentari di Forza italia D'Attis e Sisto, due viceministri, sono andati da Piantedosi a chiedere lo scioglimento del comune per mafia. Si sono fatti fotografare e poi hanno fatto una conferenza", attacca Decaro ricostruendo che è stato proprio il centrodestra pugliese di aver candidato Maria Carmen Lorusso, la consigliera arrestata. Un'altra consigliera era stata arrestata a Valenzano, in provincia.
"Se c'è un sospetto su di me, allora sono pronto a rinunciare alla scorta", provoca il primo cittadino, prima di cominciare a maneggiare il plico dal quale estrae documenti e fascicoli (gli stessi consegnati al Preferro) che testimoniano le sue attività contro il malaffare. "In questi anni il comune di Bari si è costituito 19 volte parte civile nei processi contro i clan e le organizzazioni criminali per togliere le risorse ma soprattutto il controllo del territorio perché la mafia a Bari c'è, ci sono 14 clan ma occorre sfidarli e non girarsi dall’altra parte". S'arrabbia Decaro, alza la voce e sventola a favor di telecamera un foglio su cui sono messi nero su bianco i suoi provvedimenti.
Intanto le agenzie battono dichiarazioni degli esponenti del centrodestra. Ecco Maurizio Gasparri, il capogruppo di Forza Italia che sulla vicenda batte già da giorni: "Quanto é avvenuto a Bari è gravissimo. Le parole di Decaro sono inaccettabili. Queste reazioni presuntuose e arroganti di Decaro e company ci inducono ad agire con ancora più determinazione su questo versante. E lo faremo. Sarò nelle prossime ore a Bari per parlare pubblicamente di questa vicenda”. Mentre è un po' più cauto il ministro della Pubblica amministrazione Zangrillo: "È necessario fare chiarezza su delle vicende che oggi sono abbastanza inquietanti per quello che si legge sui giornali. Ma la magistratura mi sembra che si stia muovendo e quindi con fiducia dobbiamo attendere gli eventi”. Dall'opposizione invece, oltre a quella dei colleghi di partito, Decaro incassa la solidarietà di Carlo Calenda e Maria Elena Boschi. Dal M5s invece, quando è ormai ora di pranzo ancora non si registrano prese di posizione né in un senso né nell'altro.
La conferenza va avanti, più volte Decaro non trattiene le lacrime. "Noi non dobbiamo avere vergogna di niente", prosegue il primo cittadino rivolgendosi ai collaboratori presenti, mentre racconta le minacce ricevute in questi anni. Torna a ripetere che dietro la scelta del ministero c'è un disegno delle forze di maggioranza del governo Meloni: "Tutto quello che state facendo alla città vi si ritorcerà contro". E ancora: "Come Savastano in Gomorra alcuni del centrodestra hanno scritto: andiamo a riprenderci la città. Ma la città è dei baresi, non è di nessuno, cosa volete riprendervi?".
"Ho servito questa città senza paura per 10 anni. E adesso dovrei avere paura dei parlamentari pugliesi? Di D'Attis e Sisto? Io non ho paura", conclude quindi Decaro, ancora tra gli applausi dei presenti. Il sindaco assicura che collaborerà con gli ispettori del ministero. "Sono un uomo delle istituzioni", rivendica con un colpo di teatro, mettendosi la fascia tricolore.
Piantedosi: "Il governo fa la guerra alle mafie non certo ai sindaci"
Di lì a poco sono arrivate anche la parole di Piantedosi. "Capisco l’amarezza del sindaco di Bari. Il nostro governo ha già sciolto 15 Comuni in prevalenza di centrodestra. Questo governo ha dichiarato guerra alle mafie non certo agli amministratori locali”, ha detto il ministro spiegando l'inisiativa non nasce per caso, ma "a seguito di un’indagine che ha portato a 130 arresti ma soprattutto al commissariamento, ai sensi della normativa antimafia, di un’azienda municipalizzata totalmente controllata dal comune di Bari". Accessi ispettivi, ha poi concluso, il titolare del Viminale ci sono stati in passato anche a Reggio Calabria a Roma e Foggia, "quindi anche comuni di grandi dimensioni”.