il colloquio
“Con Schmidt a Firenze? Ora con Saccardi. Al ballottaggio vediamo”. Parla Maria Elena Boschi
La versione di MEB sulle comunali di Firenze. La parlamentare toscana non chiude all'ipotesi di un accordo al secondo turno con il centrodestra. E sulle elezioni europee dice "abbiamo un dialogo avviato con +Europa"
“Sostenere a Firenze la candidatura di Eike Schmidt per il centrodestra? Noi siamo schierati con convinzione sulla proposta di Stefania Saccardi. Al ballottaggio, se ci sarà, si vedrà”: parlando con il Foglio, Maria Elena Boschi non chiude all’ipotesi di un eventuale accordo al secondo turno di Italia Viva con la coalizione che sostiene lo storico dell’arte per succedere a Dario Nardella nella città di Dante Alighieri, bagnata dall’Arno.
La parlamentare toscana è intervenuta oggi a Brindisi a un convegno sull’oblio oncologico, promosso dal partito renziano, rivendicando la legge sul tema (di cui è stata prima proponente) come “una conquista di civiltà, approvata con voto bipartisan, ma soprattutto grazie all’impegno del nostro partito che ha posto la discussione della proposta di legge come priorità nella capigruppo per mesi”. Alle Europee? "Abbiamo un dialogo avviato con +Europa", ha aggiunto l’ex ministro commentando l’ipotesi di sinergie tra Italia Viva e altre liste per Bruxelles al fine di superare agilmente lo sbarramento. "I mediatori sono al lavoro”, ha tagliato corto. “Finora abbiamo un accordo con “I Liberal Democratici”, con cui lavoriamo da tempo. Altri innesti nelle liste? Non escludiamo di poter includere liste civiche territoriali che si riconoscono nel nostro riformismo”, ha puntualizzato. Sul caso della commissione di accesso nominata dal ministro Piantedosi per il Comune di Bari, ha puntualizzato: “Stimiamo Decaro, sindaco molto apprezzato, che sarà nostro rivale alle Europee, ma quello messo in atto dal centrodestra è un atto strumentale alla campagna elettorale”.
Nell’incontro promosso dalla dirigente renziana Tiziana Palmisano, ha rivendicato come “la riforma costituzionale promossa da Matteo Renzi provava a porre rimedio alle lacune presenti nel Titolo V. Ora la riforma dell’autonomia rischia di creare gravi squilibri nel Paese, a partire dalla Sanità, con le Regioni più ricche che potrebbero proporre ai medici migliori integrazioni stipendiarie, generando un travaso di competenze verso i territori da questo punto di vista più dotati e attrattivi”.