passeggiate romane
Nervi tesi nel Pd
Nervosismo al Nazareno in vista delle europee. Malumori per la gestione delle regionali. E sospetti che Decaro punti alla segreteria
L’avvicinarsi delle elezioni sta provocando un grande nervosismo in casa dem. In ballo non c’è solo lo scontento per il fatto che la segretaria non abbia ancora fatto sapere se, dove e in quale posizione si candiderà per le Europee. Anche la gestione delle elezioni regionali ha generato malumori e delusioni. E così è finita nel mirino dei dirigenti del Partito democratico locali, soprattutto di quelli che provengono da Base riformista, la coppia Igor Taruffi-Davide Baruffi. Al primo si imputa la colpa di aver disdetto gli accordi che erano stati presi sia in Piemonte che in Basilicata, al secondo si attribuisce la responsabilità di non aver marcato la differenza con il responsabile organizzativo che viene visto come la diretta emanazione della leader. Baruffi infatti è uno degli esponenti di spicco dell’area Bonaccini e da lui i riformisti del Partito democratico si aspettavano un approccio più determinato e minore accondiscendenza nei confronti di Taruffi. “Insomma, è inutile avere il responsabile degli enti locali della nostra area se poi fa tutto quello che vuole Taruffi e, quindi, Schlein”, è la lamentela che si è sentita più volte in questi giorni dai dem lucani e piemontesi. Ma le polemiche rischiano di andare oltre il confine di quelle due regioni. Infatti dentro Base riformista è ripreso il malcontento nei confronti di Stefano Bonaccini e dei suoi fedelissimi (tra i quali, appunto, c’è anche Baruffi), accusati di essere troppo remissivi con la segretaria.
Regione che vai problemi dem che trovi. In Toscana non si vota quest’anno, come in Piemonte e in Basilicata, ma nel Pd ci si sta già attrezzando in vista di quell’appuntamento. Sarà una sfida importante, perché il centrodestra che in Toscana è sempre più forte, come dimostrano tutte le ultime elezioni amministrative, è intenzionato a togliere al centrosinistra la regione. Il Partito democratico, ovviamente, non si può permettere questo lusso. E quindi si sta ragionando sull’opportunità di convincere l’attuale governatore Eugenio Giani, che non è granché popolare, a rinunciare a correre per il suo secondo mandato.
Nel frattempo si sono scatenate le ambizioni degli aspiranti presidenti della Toscana. Dicono che Marco Furfaro, fedelissimo della segretaria Elly Schlein, voglia assolutamente tentare la corsa. E’ convinto di farcela perché ritiene di poter convincere il Movimento 5 stelle a fare un accordo sul suo nome. Non solo, Furfaro ritiene che se si riuscirà a impostare la campagna come uno scontro tra fascisti e antifascisti lui avrà molte chance si vittoria. In realtà tra i dem c’è chi dubita che sia così ma dicono che il giovane emergente della segreteria dem sia sparatissimo e non abbia intenzione di mollare.
Di regione in regione, non si può certo trascurare la Puglia, che tanti problemi sta dando al Pd in questo periodo. Al Nazareno, dove i sospetti come sempre abbondano, si sono convinti che veramente Antonio Decaro stia utilizzando questa vicenda per acquisire la popolarità su scala nazionale che finora gli mancava e poi puntare alla segreteria del partito. Del resto, anche prima delle primarie che hanno incoronato Elly Schlein il nome del sindaco di Bari circolava con una certa insistenza. Ma Decaro aveva poi accettato di non lanciare il guanto di sfida e di cedere il passo al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Adesso però, si vocifera tra i dem, Decaro sarebbe pronto per la sua scalata nel caso in cui alle europee il Partito democratico dovesse andare male e la segreteria Schlein iniziasse a vacillare. I parlamentari del Pd spiegano così la freddezza con cui la leader dem ha difeso il sindaco di Bari. Certo, la segretaria non ha fatto mancare il suo appoggio pubblico a Decaro, né è venuta meno al rito delle dichiarazioni di prammatica, ma, si sussurra tra i dem, ha fatto tutto ciò con grande tiepidezza, senza spingersi mai oltre il minimo sindacale.