Il retroscena
I piani dei Berlusconi. Pronta un casa editrice tutta sul Cav. E su Pier Silvio da FI sono sicuri: “Scenderà in campo”
Marina lancerà nei prossimi mesi un nuovo marchio editoriale, sotto la Mondadori, con la firma "Silvio Berlusconi". Dentro Forza Italia: "L'ad Mediaset prima o poi si candiderà"
“Non possiamo lasciare che le idee di nostro padre muoiano con lui”. Tra Arcore, Segrate e Cologno Monzese risuonano queste parole. Investono le aziende dei Berlusconi, ma soprattutto il futuro di Forza Italia. Quando Marina ha reso note le ultime quattro pagine scritte dal Cav. poco prima che morisse, ha rimarcato l’importanza di questo “lascito”. Che era tutto politico. Per questo, oltre alle celebrazioni come quella di ieri per i trent’anni dalla prima vittoria di Forza Italia, ha in animo ben altro: il lancio di un nuovo e ambizioso marchio editoriale, sotto la Mondadori, che avrà il nome e la firma “Silvio Berlusconi”. Mentre in FI sono sicuri: “Prima o poi Pier Silvio scenderà in campo”.
Da presidente del Consiglio, ma anche da leader dell’opposizione, Silvio Berlusconi ha a lungo dissuaso i suoi figli dall’idea di intraprendere una carriera politica. “Non consiglierei mai a Marina di entrare in questo mondo detestabile”, disse il Cav. una volta. E allora ce lo immaginiamo durante i pranzi e le cene familiari mentre enumera l’elenco dei procedimenti giudiziari a cui era nel frattempo sottoposto: trentasei in venticinque anni di attività politica: “Ma chi ve lo fa fare?”. Per questo, dopo la morte di Berlusconi, piena fiducia è stata concessa dalla famiglia ad Antonio Tajani. Una vicinanza che ieri i vertici di Forza Italia hanno voluto ricambiare durante i festeggiamenti, a Napoli, per i trent’anni dalla prima vittoria di Berlusconi, dove sono stati recitati gli ultimi scritti del Cav. E dove il ministro degli Esteri e vicepremier ha sprizzato entusiasmo per lo stato del partito: “C’è una Forza Italia che cresce, dopo la morte di Berlusconi tutti davano per finito il suo grande progetto politico e invece questo è più vivo che mai. Continuiamo a crescere nei sondaggi, nel consenso. L’eredità politica di Berlusconi siamo noi, lui è presente con la forza politica che ha creato”.
La leadership pacata e molto poco berlusconiana di Tajani, per adesso, fa gioco ai Berlusconi, impegnati nelle rispettive aziende di famiglia. Marina e Pier Silvio non si sono però affatto disimpegnati, continuano a finanziare il partito. E hanno concesso a Tajani anche l’utilizzo del simbolo “Berlusconi presidente” alle prossime elezioni europee. E’ proprio Marina ad aver deciso di dare un seguito a quanto scrive il padre nel suo “testamento politico”. Così l’intenzione è di lanciare nei prossimi mesi una nuova casa editrice, un nuovo marchio editoriale, in sostanza una branca della Mondadori tutta dedicata al Cav., che avrà proprio la sigla e il nome “Silvio Berlusconi”. Un’operazione a metà tra politica e azienda, tra famiglia e impresa. E che nelle intenzioni di Marina pubblicherà testi e collane in grado di portare avanti “gli ideali” di suo padre, in linea con il suo “lascito ideale”, come la presidente di Mondadori ha definito nella prefazione al libro di Paolo Del Debbio le ultime quattro pagine vergate dal Cav. al San Raffaele di Milano pochi giorni prima di morire. Quelle in cui Berlusconi parla di Forza Italia come del “partito del cuore, dell’amore, della libertà, della democrazia, del cristianesimo, il partito della dignità, del rispetto di tutte le persone, il partito del garantismo della giustizia giusta, il partito che dà a chi non ha”.
Per quanto possa sembrare slegato da questa operazione, però, sullo sfondo si staglia anche la figura di Pier Silvio. In questo momento la discesa in campo è solo una suggestione, registrata per lo più da sondaggi che continuano a circolare. E però, per quanto l’amministratore delegato di Mediaset sembri preoccupato unicamente dal consolidamento del Biscione nel movimentato mercato televisivo europeo, dai piani alti di Cologno Monzese planano sui dirigenti di Forza Italia conferme: “E’ sicuro che prima o poi deciderà di candidarsi. Anche per non disperdere l’eredità e le idee del padre”. Quasi che il lancio del nuovo marchio editoriale possa essere preparatorio, fare da prologo, a una decisione che con ogni probabilità se mai si materializzerà non sarà a breve. Serve il tempo necessario, si dice nell’universo azzurro, per colmare quel vuoto di esperienza e di preparazione che ha fatto dire, nelle scorse settimane, allo stesso Pier Silvio che per fare politica “non ci si improvvisa”. Per questo per adesso continua a sostenere in pubblico di “non aver cambiato idea”. Quasi a voler dire: oggi no, domani chissà. Solo che quest’attendismo è come se nel partito venisse decrittato in altro modo: “Perché è sicuro che prima o poi il grande salto lo farà”.