Verso le europee
“Candidare Salis? Ipotesi ridicola”. I mal di pancia degli europarlamentari Pd
I deputati di stanza a Bruxelles "furibondi" con Schlein per le liste delle elezioni europee: "Si vuole disfare della vecchia classe dirigente". Bettini invece approva Tarquinio: brutta notizia per Zingaretti
“Candidare Ilaria Salis alle europee? Un’ipotesi ridicola”. Alcuni degli interventi degli europarlamentari uscenti del Pd, che ieri si sono riuniti virtualmente per manifestarsi tutto il malcontento per la costruzione delle liste elettorati del partito, sono stati di questo tenore. La gran parte dei partecipanti descrive un clima “furibondo” nei confronti della segretaria. E la ragione è presto detta: “Non si è mai visto un tacchino festeggiare prima di Natale”. Anche se più calzante sarebbe il paragone con l’agnello, visto il tempismo pre pasquale.
E insomma Elly Schlein non ha fatto a tempo ad annunciare le candidature di Lucia Annunziata e Antonio Decaro, a predire uno schema che consterebbe di figure civiche, come quella di Marco Tarquinio, che nel partito si è scatenata l’ordinaria guerriglia. “Lui e la Salis danno l’idea di un partito senza un’identità chiara, una specie di Bazar”, dice uno dei partecipanti all’incontro di ieri. Quello in cui si è ribadito all’unanimità che il modello dei civici capolista e la segretaria terza in lista ovunque, va assolutamente ricacciato indietro. Anzi, la richiesta mossa dagli uscenti di stanza a Bruxelles e Strasburgo è proprio che Schlein non si candidi laddove ci sia una capolista donna “esterna” al partito.
“Si vuole disfare della vecchia classe dirigente, quando tutti i partiti aderenti al Pse ricandideranno gli uscenti. E’ incredibile”, si dicono gli eurodeputati dem. E dire che tutta la settimana nel Pd era stata di passione. A riprova ci sono state le parole pronunciate ieri da Lorenzo Guerini: “Io non ho né l’autorità né la propensione individuale a porre o mettere veti sulle persone. Ho invece l’interesse a far sì che il nostro partito, pur nel rispetto del pluralismo, mantenga una linea chiara e intellegibile sull’Ucraina, che è in questo momento la questione delle questioni e non ammette spazi per ambiguità.” Eppure la tattica della segretaria, fino a ora, è stata quella di lasciar cadere le cose. Nella chat parallela del Pd, quella dei fedelissimi di Schlein, che si chiama “E-team”, spesso vengono impartiti proprio ordini di questo tipo: non rispondete ai riformisti che scrivono nella “chat ufficiale”, dove ci sono tutti i parlamentari del Pd. Ma oltre a questioni di posizionamento ideologico-strategico, l’investitura di Tarquinio avrebbe fatto storcere il naso anche per un’altra ragione, più pratica. L’eventuale candidatura del giornalista nella circoscrizione centro, infatti, ridurrebbe le quotazioni di candidati come l’ex segretario Nicola Zingaretti, altro papabile candidato. Per questo ieri non è passato inosservato l’endorsement rivolto a Tarquinio da Goffredo Bettini, storico dirigente del Pd romano e ideologo del governo Conte bis. Una “presenza esterna di grande livello”, l’ha definita Bettini sulla Stampa. Così come “un’ottima notizia” l’ha salutata il capogruppo Pd in Regione Lazio Mario Ciarla, vicino a Bettini. Qualcuno, insomma, c’ha letto una manovra del “Monaco” in chiave anti zingarettiana. A maggior ragione perché nell’affollata circoscrizione centro Italia Bettini, che già lo aveva sponsorizzato al congresso, sta indirizzando le sue preferenze sul sindaco di Pesaro Matteo Ricci, sostenuto anche dal braccio destro di Gualtieri Claudio Mancini (e quindi pure dal sindaco stesso). Mentre un altro pezzo di Pd laziale, a partire dal segretario regionale Daniele Leodori, franceschiniano, punta sul sindaco di Firenze Dario Nardella. Fatto sta che anche al sud, con la corsa certa di Decaro e scontata di Sandro Ruotolo, si riducono le chance per gli altri candidati attorno a cui sembrava si fosse trovata una quadra: per esempio il deputato Lello Topo, che Guerini sponsorizza e vorrebbe in Europa. Come se tutto questo bailamme non fosse già abbastanza, adesso c’è finita in mezzo anche la candidatura della Salis. Che come dice uno degli europarlamenti presenti alla riunione di ieri, “equivarrebbe a candidare un esponente di Potere al popolo. Che c’azzecca col Pd?”. La prossima direzione nazionale è fissata tra il 15 e il 20 aprile. Chissà se a Schlein basteranno le tisane di svariate erbe depuranti che continua a bere in continuazione in questi giorni per superare altre settimane “di passione”.