L'era fiammeggiante. Dal reducismo al governo, le tre età della destra italiana secondo Tarchi e Carioti
Un tempo “esuli in patria”, da ormai trent’anni la destra in Italia è al centro della scena, politica e di governo, istituzionale e culturale. Un libro-intervista funambolicamente ritto sulla corda che separa rigoroso metodo scientifico-accademico ed emotiva partecipazione storico-biografica
In un’intervista con Fernando Savater, Emil Cioran confessa “per la verità, ho vissuto intensamente, ma senza mai potermi integrare all’esistenza. La mia marginalità non è fortuita, ma essenziale”. Storia di una marginalità ormai ascesa alla luce del sole è il bel volume “Le tre età della fiamma. La destra in Italia da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni” di Marco Tarchi e Antonio Carioti, edito da Solferino. Un libro-intervista che per densità deve essere riguardato a tutti gli effetti come prosecuzione, per espressa ammissione di Marco Tarchi, di “Cinquant’anni di nostalgia”, volume-intervista di trent’anni precedente nel quale sempre Tarchi e Carioti si interrogavano su quei marginali che con la discesa in campo di Berlusconi iniziavano a sgusciare fuori dalle solide pareti del ghetto dentro cui erano stati reclusi da una pluridecennale conventio ad excludendum.
Marginali o, riprendendo la definizione di Piero Ignazi, “polo escluso” o, con immagine più efficace affidata a un famoso libro di Tarchi del 1995, “esuli in patria”. Da ormai trent’anni la destra in Italia è al centro della scena, politica e di governo, istituzionale e culturale. C’è una notevole produzione accademica che ha interrotto un lungo, gelido silenzio, e che però come non mancano di rimarcare gli autori del volume non sempre ha colmato tutte le lacune. Come, ad esempio, una a oggi mancante investigazione sul ruolo gestionale-amministrativo della destra di governo.
“Le tre età della fiamma” è un viaggio al termine della notte, in cui al disperante Céline si sostituisce una comunità umana che ha perso la guerra o che, per citare alcuni esponenti degli anni di piombo, non ha fatto in tempo a perderla. “Gli anni difficili”, in cui reduci, giovanissimi o anziani, si trovano in una terra per loro ostile, che non li accetta e che sembra strumentalmente tollerarli per motivazioni contingenti, come la minaccia comunista in piena guerra fredda. Le figure principali, da Almirante a Michelini, su fino a Rauti e Fini, per poi approdare alla Meloni, vengono scandagliate nella loro opera di democratizzazione di una formazione politica derivante sì dall’esperienza fascista ma che non ha mai aggregato solo fascisti e che non è stata votata solo da nostalgici, costituendo a tutti gli effetti l’unico polo di massa della destra italiana.
Il volume ha il grande pregio, tra i molti, di rimanere sempre funambolicamente ritto sulla corda che separa rigoroso metodo scientifico-accademico ed emotiva partecipazione storico-biografica. Una dettagliata analisi del neofascismo, del Msi e dei rapporti, sovente conflittuali, di questo con la destra radicale, degli infuocati anni Settanta e dei fermenti della Nuova Destra e dei relativi tentativi metapolitici, spesso fraintesi, altrettanto spesso strumentalizzati, del travagliato approdo al governo in epoca berlusconiana, del lavacro di Fiuggi e del trascolorare da Alleanza Nazionale a Fratelli d’Italia. Molto significative le pagine sulla cultura, e di grande attualità in questa epoca di fervore sulla “egemonia culturale”.
Il libro esce nel cinquantennale della morte di Julius Evola, per il quale già si addensano nuove pubblicazioni, tra cui “Fuoco segreto” (Mediterranee), contenente corposi carteggi con altri autori che, citando la meravigliosa Cristina Campo, potremmo definire “imperdonabili”, come Gottfried Benn, Ernst Jünger, Armin Mohler e che pure hanno punteggiato il pantheon culturale della destra italiana, soprattutto giovanile.
Luciferino per vasta parte della sinistra e oggi infrequentabile per la destra istituzionale, anche Evola viene nel libro debitamente contestualizzato. Come Brasillach, Drieu La Rochelle, Schmitt, Plebe, Fisichella, Scruton, Hazony. Riferimenti eterogenei e che testimoniano l’evoluzione, non sempre pienamente metabolizzata, della destra italiana.
“Le tre età della fiamma” segue e analizza questa parabola intessuta di cambiamenti radicali e snuda i temi che impegneranno negli anni a venire Giorgia Meloni, al vertice di Palazzo Chigi e di via della Scrofa.