Il racconto
Conte fa aspettare Schlein al convegno per fare pace. E Laforgia si ritira
A Bari il candidato sostenuto dal M5s rimette ai partiti la sua candidatura, ma Pd e M5s litigano anche su Firenze. In questo giorno di caos la segretaria del Pd incontra il leader grillino a un convegno: la stretta di mano è gelida
“Ma Conte arriva?”. L’impazienza dei cronisti sotto il sole primaverile è palpabile. Almeno quanto quella di Elly Schlein e dei suoi due fedelissimi, Igor Taruffi e Gaspare Righi, che insieme a lei siedono nelle prime file dell’auletta dei gruppi di Montecitorio. E’ in corso un evento dal titolo non proprio avvincente “Acqua e sole, un connubio perfetto”, un approfondimento dedicato ai bacini idrici per contrastare la siccità. Ma il convegno promette sorprese: è l’occasione per rivedere insieme Schlein e Giuseppe Conte. Tra i due , dopo lo stop alle primarie a Bari, è piombato il grande gelo. Schlein però, forse in preda a qualcosa di non troppo dissimile dalla sindrome di Stoccolma, ha fretta di fare pace e ha deciso di inseguire il capo del M5s fin qui. Lui aveva già annunciato due giorni fa la sua presenza. E lei ha colto l’occasione al volo. Vado anche io! Verso le dieci il Nazareno avverte i giornalisti che per le conclusioni del convegno ci sarà anche la segretaria. Sono prove di riconciliazione. D’altronde è il giorno in cui in Sardegna s’insedia la giunta Todde, il più grande successo targato campo largo. Mentre a Bari il candidato del M5s, Laforgia, dice: “Rimetto ai partiti la disponibilità della mia candidatura”. Schlein vorrebbe inoltre l’appoggio del M5s a Firenze. Sembra molto complicato. Lei comunque a mezzogiorno è già qui. Ci sono anche due eurodeputate, una per parte. La schleiniana a Bruxelles Camilla Laureti per il Pd e Maria Angela Danzì per il M5s. Di Conte però nessuna traccia. Arriverà? Faranno la pace? Da via del Campo Marzio fanno sapere: il presidente è molto occupato, vediamo se ce la fa. “No, dai non le farà anche questo sgarro”, esclama qualcuno. Ma Conte tarda ad arrivare. Schlein intanto fa il suo intervento: “La crisi climatica è la responsabilità più grande che abbiamo verso le prossime generazioni...”.
Quando ha terminato, solo in quel momento, Conte finalmente arriva. Come un padre benedicente parte subito così: “Salve a tutti, anche a Elly Schlein, che vedo, e a Igor Taruffi con cui stiamo lavorando”. In teoria l’evento è dedicato alla transizione ecologica, lo hanno organizzato insieme i responsabili del settore dei due partiti: la fedelissima di Schlein, Annalisa Corrado, e l’ex parlamentare grillino Gianni Pietro Girotto. E già questo sembra un paradosso. Si sceglie di fare la pace su quello che fu il primigenio motivo di litigio: la transizione ecologica. Quella del termovalorizzatore proposto a Roma dal sindaco Pd Roberto Gualtieri come soluzione alla crisi dei rifiuti piacque talmente poco a Conte da spingerlo a far saltare il governo Draghi e l’alleanza con il Pd. Oggi Annalisa Corrado, responsabile ambiente del Nazareno, sui termovalorizzatori la pensa come lui: è una tecnologia superata (sarà interessante vederla candidata al Nord-Est in tandem con Stefano Bonaccini che di termovalorizzatori ha riempito l’Emilia-Romagna). Primo successo dell’unica transizione che interessa davvero a Conte, quella del Pd verso le posizioni del suo M5s anche su tutto il resto. E così invece di parlare di siccità comincia a parlare di “transizione militare” della Ue che il M5s vuole contrastare e sulla quale invece il Pd è se non d’accordo, almeno diviso. “Tutte le risorse che noi avevamo orientato per una Europa solidale e ambientale oggi vengono drenate verso investimenti bellici. Si va verso una transizione militare”, dice. In prima fila Schlein suda freddo. Igor Taruffi è giustamente in difficoltà. Ha ragione Conte, bisogna fermarla questa transizione militare? “Noi siamo per la pace”, dice imbarazzato.
E’ il momento della foto di rito, Conte e Schlein rimangono lontani. Fotografi e telecamere quasi li pregano: “E dai, almeno una stretta di mano!”. Ci vuole ben più di qualche secondo, ma alla fine, per rompere l’imbarazzo, le mani s’intrecciano sul serio. Insomma come va? Pace fatta? “Sempre bene, come vedete”, esclama Schlein, Conte intanto si è già guadagnato l’uscita. Tutti vogliono una sua parola. E lui allora si ferma davanti alle telecamere: “Ragazzi vi faccio una promessa: dichiaro di impegnarmi a non dichiarare”. D’altronde non ce n’è bisogno.