Saverio ma giusto
Rimpasto parentale. Tra i nomi anche Pupo e Vannacci, ma devono diventare parte della famiglia Meloni
E' tempo di cambiare per la maggioranza. Avanti anche con Morgan alla Giustizia e Conte all'Economia, tocca solo trovare qualche cugina libera da far sposare
Si fanno sempre più insistenti le voci di un possibile rimpasto di governo dopo le elezioni europee. Stando a quanto si prevede, le urne dell’8 e 9 giugno potrebbero fotografare mutati equilibri nella maggioranza, cioè il sorpasso di Forza Italia sulla Lega. Se così fosse, il dato politico sarebbe eclatante: prende più voti Forza Italia con Berlusconi morto che la Lega con Salvini vivo. Il che aprirebbe anche a nuovi orizzonti in fatto di marketing politico e strategie elettorali per i leader in cerca di consenso – Calenda potrebbe arrivare al 10 per cento se si fingesse morto?
Comunque: se all’indomani delle elezioni europee i pesi all’interno della maggioranza dovessero risultare mutati, Meloni potrebbe trarne delle conseguenze politiche e cambiare qualche ministro. Al Turismo per esempio, al posto di Daniela Santanché, i cui problemi giudiziari non sono più ignorabili, potrebbe arrivare Enzo Ghinazzi in arte Pupo. Il cantante infatti, da poco rientrato da Mosca dove ha tenuto un trionfale concerto in diretta tv in barba a tutto, potrebbe riportare i turisti russi in Italia senza passare per la pace in Ucraina. A rischio anche la poltrona di ministro della Cultura per Gennaro Sangiuliano: pur essendo un fidato della Meloni, fa troppe gaffe (l’ultima, quella di Times Square a Londra); e la premier, ancora scottata dalla vicenda Giambruno, ha imparato che quando a ogni passo ne pestano una è meglio mollarli. Al posto di Sangiuliano potrebbe essere fatta ministro la Lonely Planet su Londra. E Morgan? Il cantante andrebbe alla Giustizia, al posto di Nordio: secondo alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, Marco Castoldi di giustizia ne capisce dato che ha fatto il giudice a X Factor. Per rabbonire Salvini nonostante il ridimensionamento del numero dei ministeri a trazione leghista, Meloni potrebbe far felice l’alleato facendo ministro Roberto Vannacci: il generale andrebbe a guidare il ministero dell’Istruzione, in quanto ha scritto non uno ma ben due libri. E poi, in caso di rimpasto, c’è sicuramente da fare ministro Giuseppe Conte, per ricompensarlo di come in questi giorni stia affossando il Pd e qualsiasi alternativa credibile alla destra a guida Meloni. Conte potrebbe andare all’Economia al posto di Giorgietti, così da completare la riforma dei conti pubblici nota come “voragine” iniziata durante il suo secondo governo con il Superbonus.
Da capire però quali saranno i criteri di selezione di questi nuovi ministri. Perché uno degli obiettivi di Meloni è quello di essere circondata solo ed esclusivamente da persone di fiducia; e la premier si fida solo ed esclusivamente dei parenti. (Chissà, forse fanno un rito al pranzo di Natale tipo setta dopo il quale sarai per sempre un Meloni, non puoi uscirne, o comunque non vivo) Siccome però i geni non si possono modificare, né il dna rimpastare, dopo una verifica – non di governo, ma genetica – per scoprire eventuali parentele alla lontana, l’unico modo che hanno i nomi di cui sopra per entrare nel governo è quello di imparentarsi con la premier sposandosi con suoi parenti di primo, secondo o terzo grado. Tocca trovare una cugina libera, uno zio vedovo, al massimo una vicina d’ombrellone della sorella che sia ancora nubile, qualcuno insomma da cui prendere in dote qualche poltrona. Senza dimenticare che la stessa premier è ancora single: complice la primavera, Meloni potrebbe cedere e farsi conquistare da qualche seducente cacciatore di poltrone. Chissà, forse lo stesso Salvini, per salvare il suo peso all’interno del governo, potrebbe tentare di fare la corte alla premier.