L'intervista
“Sogno l'addio di Salvini, intanto aiuto Forza Italia”. Parla Da Re, il parlamentare Ue espulso dalla Lega
Il leghista dissidente sigilla il ticket con Flavio Tosi nella sua Vittorio Veneto. “Ben vengano i voti forzisti, ma nessun cambio di casacca: aspetto solo che il Carroccio si schianti. Poi rientro e sarò il portavoce degli scontenti”
C’è il presente. “Insieme a Forza Italia, per Gianluca Posocco sindaco di Vittorio Veneto”. E il grande sogno. “Una Lega senza Salvini. Dove io e tanti altri torneremmo con rinnovato entusiasmo”. Non è bastata l’espulsione a placare la vena politica di Gianantonio Da Re. “C’è tanto lavoro da fare”, dice al Foglio l’europarlamentare uscente. “Il mio comune, la mia regione. Intanto va benissimo che Flavio Tosi ascolti e dia man forte a noi delusi dal salvinismo. E che dunque i nostri voti vadano al suo partito. Ma questo scrivetelo bene: io non cambio casacca”. Si attende solo il giorno della grande pulizia: i purgati che purgano il purgatore.
L’esperimento locale di Vittorio Veneto racconta bene le difficoltà che potrà trovare il Carroccio, con Da Re e scontenti fra le ruote. Da queste parti il ‘Baffo’ è un’istituzione: iscritto alla Liga sin
dal lontano 1982, militante-martello sul territorio, un autentico serbatoio di preferenze capitalizzato alle ultime elezioni europee. Sono state 43.387, quelle che l’avevano spedito a Bruxelles su forte
spinta del sindaco di Treviso Mario Conte. E nel capoluogo il partito aveva toccato il 39 per cento. “Oggi invece siamo ben sotto il 10”, punta il dito Da Re. “Credetemi, anche fra i parlamentari a
Roma c’è grande fermento per la caduta impietosa dei numeri e di Salvini: è lui il vero problema”.
Silurato dal suo direttivo, ora il 70enne ribelle si gode lo spettacolo. “Secondo recenti sondaggi –Euromedia research e Noto, ndr – il Carroccio sarebbe l’unica forza politica a perdere consenso se il
proprio leader fosse capolista alle prossime elezioni europee. Allora uno così non è più leader”. E le alternative sono pure peggio. “Voglio proprio vedere chi la Lega deciderà di candidare nel
nordest: se preverrà l’ultradestra, l’opzione Vannacci. Troppi attivisti sono stufi della non politica di Salvini. Provano antipatia totale. E stanno trasmigrando dall’altra parte”.
Cioè l’area Tajani-Tosi, ribattezzata Forza Nord “o meglio, Forza Veneto: stanno facendo campagna acquisti in lungo e in largo, con sezioni intere che si dimettono. E li capisco”. L’ex sindaco di Verona è andato fino a Vittorio Veneto per appoggiare Posocco e corteggiare Da Re. “Abbiamo tre liste civiche già piene e l’alleanza di Forza Italia: possiamo farcela. Contro di noi la Lega e FdI, ma non è ancora chiaro se correranno congiunti”. In origine la segreteria Stefani aveva avallato la candidatura di Posocco, vice-primo cittadino uscente. “Ma senza mai ratificarla ufficialmente: poi ha proposto altri profili,
la frattura col sottoscritto ha fatto il resto e ora ognuno per la sua strada”.
Altre manovre in vista? “Tosi ci ha dato pieno sostegno, facendo bene il suo gioco: riorganizzare il tessuto organizzativo locale di FIcon elementi leghisti in uscita. Ha chiesto anche a me di passare tra le loro file, certo, ma io intendo rimanere qui. Dopo una vita nella Liga, sarebbe innaturale cambiare colore”. E allora vada per la convergenza d’interessi. “Ben venga l’exploit elettorale di Forza Italia”,
afferma Da Re, “drenando consenso ai fantocci di Salvini. La mia eredità politica sarà pure scomoda al Carroccio attuale, ma aspetto solo che il corso degli eventi faccia ragionare chi di dovere”. La batosta alle urne, un cambio di rotta forzato. “Magari con Fedriga, più di Zaia, che conosco bene e vuole soltanto amministrare. Archiviate le europee si parlerà solo di regionali: ci sarà da divertirsi”.
Il vecchio Toni si liscia i baffi. “Tornare a bordo? In una Lega risanata, desalvinizzata, certamente sì. Lo vedrete, quanti vorranno rientrare senza di lui: io sarò il primo promotore degli espulsi e degli incazzati”. È il vangelo contro Matteo.