(foto Ansa)

la sinistra

Elly Schlein, la segretaria lampo

Salvatore Merlo

La leader del Pd ci ha messo dodici ore a rispondere ai Cinque stelle, ma adesso sì che Conte è stato messo al posto suo

Non possiamo né vogliamo nascondere la nostra affettuosa emozione per avere finalmente ritrovato l’onorevole Elly Schlein, la sola contemporanea  che ci fa sempre venire in mente Napoleone e che ci induce, ogni volta che ci accade di incontrarla o di sentirne parlare, a recitare sommessamente il 5 maggio: “… Di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno”.

Ieri ha fatto capire che vorrebbe lo scioglimento della giunta di Michele Emiliano, però non lo ha detto, tuttavia si è riservata di dirlo in futuro. In quanto a rapidità (e chiarezza d’intenti) ella, anzi Elly, non ha rivali. L’altro giorno, per dire, ha  tempestivamente risposto – e per le rime – a Giuseppe Conte che ritirava un assessore dalla giunta regionale pugliese accusando il Pd di trasformismo. Alle 11 del mattino Conte lanciava la sua offensiva in conferenza stampa. E Schlein, detta anche “la blitz-segretaria”,  rispondeva alle 20 e 12 della sera.  Un fulmine. Furia cavallo del west. Al tramonto ormai sfatto da sbadigli biblici, ecco che infatti arrivava una nota del Pd. Ma che nota, però. Ma che reazione, però. Ma che intelligenza e sagacia, però. Che tecnica! Lanciare all’indirizzo altrui l’invettiva data, scientificamente studiata, opportunamente formulata, implica una vera arte. Ed ella, cioè Elly, la possiede questa arte: saper scegliere le parole, i gesti, dare forma a un’intuizione politica, a una intenzione, a un desiderio, a una volontà. “L’ira di Schlein”, ha sintetizzato opportunamente Repubblica, rifuggendo come sempre fa questo bel giornale dall’enfasi e dalla retorica.  D’altra parte, quello di Schlein, è stato uno scoppio di ira di quelli che lasciano un segno profondo, forse indelebile, in chi ne viene investito. Questa all’incirca la sintesi: ah, sì, Conte, tu ci vuoi mettere sotto in Puglia? E noi sai che facciamo? Tiè: probabilmente sosterremo il tuo candidato a sindaco di Bari, quel Laforgia che è anche l’avvocato di alcuni indagati nello scandalo barese. E se non  candidiamo lui, allora  candideremo un magistrato di quelli che piacciono ai grillini. E poi forse sciogliamo pure la giunta regionale come chiedi tu.  Così impari, Contaccio che non sei altro. Ah, tu ci dici che è il momento di “fare tabula rasa”? Ah, tu ci fai le lezioncine di morale? Ah, tu  ci dici che facciamo schifo? Ah, Contaccio Contaccio,  e allora noi sai come ti rispondiamo? Ti rispondiamo così, come ha fatto Michele Emiliano. Con l’amor proprio di una comunità politica che affonda le sue radici nella  tradizione democratica della sinistra mentre tu sei un parvenu populista: “Faremo ciò che ci chiede il Movimento cinque stelle”.

 

Ecco. Te la facciamo vedere noi. Non c’è dubbio che, dopo una serie di risposte politiche di questo tipo, Conte sia ormai attonito. Persino spaventato. Ci sembra quasi di vederlo ondeggiare da un piede all’altro come un pugile colpito dalla felice sventola di un avversario dappoco che lui credeva sarebbe finito subito al tappeto. E invece no. Conte si sbagliava. Stava sottovalutando  ella, anzi  Elly, insomma  Schlein. Lei il Pd lo ha stagionato, verniciato, reso bello, solido e aperto. Quasi come una cassa da morto.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.