Il centrosinistra

Ora il Pd teme l'aggancio di Conte alle europee. Parlano i sondaggisti

Gianluca De Rosa

Schlein costretta all'inseguimento. Al Nazareno cominciano a temere che il capo del M5s, rimarcando le differenze con il Pd, possa appagliare i dem nelle intenzioni di voto

“E adesso vediamo che succede con i prossimi sondaggi…”. Dentro al Pd ha cominciato a serpeggiare una certa ansia, un timore ancora sussurrato, ma sempre più concreto. E’ il terrore dell’aggancio. La paura insomma che le ultime mosse di Giuseppe Conte, dallo stop alle primarie a Bari fino all’uscita dalla giunta pugliese di Michele Emiliano, manovre volte a mostrare una distanza dal Pd, stiano rosicchiando se non tutto, almeno un bel pezzo dell’ipotetico vantaggio elettorale che ancora i più recenti sondaggi davano a Schlein e compagni sul M5s in vista delle elezioni europee di giugno.  Non è forse un caso che ieri la segretaria Elly Schlein sia stata costretta a inseguire Conte chiedendo a Emiliano l’azzeramento della sua giunta: “Mi aspetto che proceda a un netto cambio di fase che non può tradursi in una mera sostituzione di chi è uscito, ma solo in un concreto rinnovamento degli assetti di governo regionale che sancisca un nuovo inizio, su basi diverse”. La guerra ai cacicchi l’ha cominciata Conte, ma adesso a lei tocca farla davvero.

 

“Non c’è dubbio che questi ultimi fatti possano avere degli effetti, non si può escludere anche una rimonta del M5s, di certo però registreremo questo possibile effetto solo nei sondaggi effettuati almeno tra un decina di giorni”, spiega al Foglio Antonio Noto, presidente dell’omonimo istituto demoscopico. Quel che è certo è che le ultime spregiudicate azioni del capo del M5s si spieghino esattamente così: sono il tentativo di provare a recuperare entro giugno quei 2-3 punti percentuali (dipende dagli istituti demoscopici) che lo dividono dal Pd. “Non vorrei che l’obiettivo di Conte  sia quello di indebolire il Pd per avere la leadership del centrosinistra”, diceva annusando l’aria ieri la senatrice Pd Simona Malpezzi. E d’altronde esiste una meccanica dietro il movimento delle intenzioni di voto che rende le azioni del capo grillino facilmente spiegabili proprio in quest’ottica. Dice Livio Gigliuto, presidente dell’istituto Piepoli: “Le forze che fanno crescere Pd e M5s sono opposte: quando il M5s manifesta vicinanza con partiti tradizionali perde consensi, mentre l’avvicinamento ai pentastellati garantisce sempre qualche voto in più al Pd e, in particolare, fa crescere il consenso personale della segretaria Elly Schlein, lo si è visto molto bene dopo le elezioni in Sardegna. Al contrario – aggiunge – quando il M5s si distingue dal Pd riesce a recuperare sempre voti dall’astensione e in generale dall’elettorato antisistema”. C’è però un ostacolo alla possibile rimonta grillina. Spiega il sondaggista  “Pd e M5s, a differenza ad esempio di Forza Italia e Lega dove i sorpassi e controsorpassi sono continui, hanno due elettorati non intercambiabili”. Difficilmente insomma la perdita o il guadagno di consensi avviene a scapito dell’alleato/avversario, questo rende più complicato ridurre il divario.


Conte comunque ha ancora altre due leve da attivare contro il Pd: le elezioni amministrative a Bari e a Firenze. Nel capoluogo pugliese l’avvocato tiene il punto sulla candidatura di Michele Laforgia. O il Pd cede, rinunciando alla candidatura di Vito Leccese, o ognuno andraà per conto suo. A Firenze invece Schlein si aspettava un provvidenziale braccio teso del M5s, una sorta di restituzione per il sostegno del Pd ad Alessandra Todde in Sardegna. Nel capoluogo toscano i cinque stelle valgono solo qualche punto percentuale, ma, sono convinti al Nazareno, tanto potrebbe bastare alla candidata Sara Funaro per evitare un complicato ballottaggio con il candidato del centrodestra, l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt. Gli incontri proseguono ma l’accordo non c’è. La nuova pista dell’aeroporto, voluta dai dem e vista come fumo negli occhi dai grillini, è l’argomento, più o meno pretestuoso, con il quale, con uno schiocco di dita, Conte può far saltare l’alleanza.

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