nel centrosinistra
Un'altra inchiesta a Bari. Decaro “esonera” l'assessore al Bilancio, indagato per truffa su fondi Ue
Le indagini su Alessandro D'Adamo sono legate alle risorse di Garanzia Giovani. Salta il componente dell’esecutivo indicato da Pisicchio e Maurodinoia. Stasera la direzione regionale Pd si riunisce per decidere la linea sull’azzeramento della giunta Emiliano. Per le comunali Colaianni fa un passo indietro
Nuova scossa sulle giunte dem della Puglia: salta l’assessore al Bilancio del Comune di Bari, Alessandro D’Adamo. Il consulente aziendale - indicato nella giunta di centrosinistra guidata da Antonio Decaro su input anche di due politici travolti dall’onda giudiziaria barese, Alfonsino Pisicchio e Anita Maurodinoia - ha subito oggi la revoca dell’incarico da parte del sindaco che ha agito tempestivamente “dopo essere stato informato dell’esistenza di una attività di indagine da parte della Procura europea” sul componente della sua squadra di governo.
Si tratta di una inchiesta legata “alla sua professione”, ha specificato Decaro, spiegando le ragioni per cui ha decretato il suo “esonero”: “L'esercizio di importanti funzioni pubbliche quali quelle di assessore deve essere privo di qualsiasi sospetto. È un dovere nei confronti dei cittadini e consente agli interessati di potersi difendere liberamente”.
D’Adamo è indagato dalla Procura europea nell’ambito di una presunta truffa ai danni dello stato, connessa ai fondi per il programma Garanzia Giovani: era considerato espressione della lista “Sud al centro”, formazione civica guidata da Sandrino Cataldo (arrestato nell’ambito di una inchiesta sul voto di scambio), marito di Anita Maurodinoia, assessore regionale Pd ai Trasporti, costretta alle dimissioni dopo esser stata anche lei indagata (nei giorni scorsi è stata espulsa da gruppo del Pd in consiglio regionale). A Bari opera anche la commissione d’accesso nominata dal Viminale per verificare eventuali infiltrazioni dopo l’inchiesta della Dda “Codice interno” e il commissariamento della partecipata Amtab, per il malaffare messo in atto da persone vicine ai clan.
Questa nuova tegola giudiziaria, con conseguente scossone politico a Bari, arriva a poche ore dalla riunione della direzione regionale del Pd, che dovrà affrontare il delicato tema dell’azzeramento della giunta di Michele Emiliano, dopo la richiesta di avviare immediatamente “una nuova fase”, avanzata dalla segretaria Elly Schlein. La partita politica è complicata dai numeri risicati del centrosinistra in Consiglio regionale: l’alleanza dello sceicco Emiliano - senza più il sostegno dei quattro consiglieri pentastellati - è in larga parte legata ormai al voto dei tre componenti del gruppo di Azione, la formazione politica di Carlo Calenda, che alle ultime regionali aveva schierato contro il governatore uscente Ivan Scalfarotto.
Il terremoto delle inchieste, infine, rende senza pace anche l’iter della scelta del candidato del campo progressista per le comunali baresi di giugno: questa mattina si è ritirato anche il papabile unificatore, l’ex magistrato ed ex parlamentare Nicola Colaianni.
Invitato a partecipare all’agone da Nichi Vendola e Nicola Fratoianni, d’intesa con Antonio Decaro, ha lanciato la spugna con una dichiarazione in antico politichese: “Ho riscontrato che, pur nella sostanziale convergenza ideale e programmatica, permangono rigidità che non rendono possibile una composizione”. Insomma si ritira di buon ordine. Decaro, interrogato a Napoli dove partecipa ad un evento Anci, ha passato la palla ai partiti: “Io non sono il candidato sindaco, ci sono due candidati sindaci e dovete parlare con loro. Ci saranno le riunioni dei partiti. La scelta la faranno loro, io sono il sindaco uscente”.