Il racconto
Cinema Schlein. Lancia il Pd alle europee ma a Bari ancora indagini. Il 21 dovrebbe annunciare la sua corsa
Parla alla stampa estera, dice che "il campo largo non è morto", ma non fa dimettere il segretario regionale legato a Emiliano. Non scioglie ancora il nodo sulla candidatura. A Meloni: "Ci opporremo duramente contro il blitz alla 194"
Aveva ragione Elly Schlein, Woody Schlein: “Io in realtà volevo fare cinema”. Si presenta alla stampa estera, ore 10.30, e proietta il “teaser” del Pd alle europee, ma non dice, ancora, (forse lo farà il 21 aprile) se si candida alle europee; ripete che il Pd deve essere “ricostruito nell’identità”, ma a Bari continua lo sfascio: si è dimesso un altro assessore di Decaro, quello al Bilancio. Un cronista eroico, e sciagurato, greco, osa chiamarla “segretario” e, in quel momento, la troupe di Elly, i Sandro Ruotolo, Annalisa Corrado, Marta Bonafoni, vorrebbero farlo azzannare dai coccodrilli, quelli che Silvio Berlusconi forse ha lasciato qui, a via del Plebiscito. Beviamoci su. Ci sono bottiglie di Campari, anzi, c’è proprio “l’angolo Campari”. Red Passion, campo largo sbronzo.
Lottare per evitare la vendita dell’agenzia di stampa Agi (agli Angelucci) è di sinistra, da Pd, ma permettere all’Associazione stampa estera di avere l’Angolo Campari, un baretto, quando nelle redazioni italiane resiste la cialda acida, eh, no, cara Schlein, questo non è equo compenso. Convocata dal Pd, di lunedì mattina, una carovana di giornalisti italiani e stranieri si raduna in questo paradiso, una grazia di dopo lavoro, il Palazzo Grazioli che fu di Berlusconi. Già il solo fatto che la buonanima del Cav. sia “profanata” con i ghignetti, dai vari Gustav e Franz, i giornalisti di questo Rotary print, merita il quarantaduesimo articolo sulla sede della stampa estera che però non faremo. Almeno, non prima di raccontare il rito scemo a cui ogni leader italiano si presta, anzi, invoca. Da settimane , la moda è rilasciare un’intervista alla stampa estera, sede che ormai, come pure il salumiere sa, è ospitata al primo piano del Palazzo, lì dove un tempo abitò la Grazia Silvio. E’ stata riverniciata ogni cosa e perfino migliorata. C’è la verandina, il sapone mani che profuma di sandalo, la presidente dell’Associazione, Esma Cakir, si muove più autorevole e ascoltata dell’ad di Eni (Claudio Descalzi stai attento! Dopo di te, una donna). Schlein? Poi ci arriviamo. Quando hanno effettuato i lavori, le migliori penne internazionali, hanno scoperto un passaggio segreto che il Cav. utilizzava per uscire dal retro e purtroppo, da quella volta, dalla scoperta, ogni visita, intervista, finisce con il politico italiano (Schlein, compresa) che va a vedere questo passaggio e la “famosa” testa di rinoceronte: “Ora ti portiamo a vedere il passaggio segreto”. E tutti a ridere: “Aahahah. Il campo segreto”. Berlusconi era un barzellettiere, ma non riproponeva sempre la stessa barzelletta. Per non parlare dei privilegi. Amadeus, a confronto, è un francescano. Alla stampa estera guai chi tocca i posti a sedere! Alle 10,40, Esma, la presidente, avverte lo staff che “i posti, a noi!”. Voleva dire: prima i soci della stampa. Da quello che si capisce hanno restaurato la sede con il contributo di Eni, Iveco. Invidia! Signor John Elkann, grande capo del Gruppo Jedi, editore di Repubblica e Stampa, presidente di Stellantis, ma due spicci all’Associazione stampa parlamentare italiana, no? Caro Descalzi, ad di Eni, ma perché non offri pure a noi la macchinetta Cimbali cromata? Cosa siamo venuti a fare non è noto. L’evento della giornata è un altro: Amadeus che lascia la Rai. Al Mise, da Adolfo Urss, ci segnalano che un elicottero vola con il tricolore per festeggiare la giornata del made in Italy. La segreteria del Pd, per fortuna, ha in serbo due sorprese. “I teaser” e la nuova tessera del Pd con gli occhioni di Berlinguer (“abbiamo il 10 per cento di tesserati in più”). Già alla parola teaser (Treccani: s.m, Pubblicità preliminare che non svela alcunché del prodotto) viene voglia di mettere mano alla pistola ad acqua. Inutile dire che tutto si ammoscia quando la segretaria comincia a chiamare lo spitzenkandidat socialista, Nicolas Schmit, con il nomignolo “Nico” (mancano solo i Velvet Underground). I teaser sembrano le vecchie copertine dell’Espresso: “Salario minimo, non sfruttamento”. Colate di rosso e foto così, così. Per un’ora solo sbadiglioni, fino a che la segretaria dice che “il campo largo non è così morto”; “l’avversario è questo governo e ci opporremo duramente a blitz contro la legge sull’aborto”, e che è vero, tra loro, tra Pd e M5s, “qualche problema c’è”. Chiamalo problema. A Bari, siamo arrivati al sesto possibile s-candidato sindaco. Il magistrato Carofiglio, da Gruber, a La7, ha detto che lui si sfila. Caromeno. Mentre Schlein parla, si ritira anche il terzo, radice quadrata, alla quarantesima, candidato, individuato dal Pd (Nicola Colaianni). Questa è bellissima. Oggi, dovevano incontrarsi i duellanti di Bari, Laforgia (M5s) e Leccese (Pd) ma Laforgia (c’è la nota) non può perché ha udienza: va in Aula a difendere lo storico Luciano Canfora contro Meloni. Schlein: “Emiliano faccia rinnovamento netto”. Le chiedono: “Il segretario del Pd Puglia, De Santis, (voluto da Emiliano) alle elezioni regionali correva in tandem con l’assessora indagata Maurodinoia (c’è il “santino” elettorale). Ci perdoni, il rinnovamento riguarda pure lui?”. Lei: “Il segretario del Pd Puglia non è tra le posizioni sui cui ci sarà il rinnovamento”. Riguardo le università, che interrompono i rapporti con Israele, spiega che gli studenti fanno bene a boicottare “se quella ricerca è militare”. Segretaria, è da gennaio, da Gubbio, che le chiediamo se si candida … Schlein: “Non ho ancora sciolto il nodo”. Come non si può volerle bene? Il film più atteso è “Midnight in Bari”, la nuova opera di Woody Schlein: “Vi è piaciuto il teaser?”.