(foto Ansa)

a bari

In Puglia Emiliano ha trovato il modo di sopravvivere: Giuseppe Conte

Gabriele De Campis

Schlein chiede un azzeramento della giunta. Ma il governatore esclude scelte drastiche, strizzando l'occhio al leader M5s, a cui vuole dare carta bianca sulla "legalità"

Bari. La “fase nuova” del campo progressista in Puglia? Non pervenuta. Elly Schlein chiede, dopo le inchieste giudiziarie, una sorta di “azzeramento” della giunta regionale. Michele Emiliano esclude scelte drastiche (solo qualche aggiustamento) e strizza l’occhio a Giuseppe Conte, convinto di recuperare in fretta i grillini nel suo esecutivo. La colonna sonora? “Triangolo” di Renato Zero. Protagonisti il Nazareno, lo sceicco fedifrago e lo Zelig di Volturara che detta la linea, mentre tra regione e comune aumentano le defezioni per guai vari (ieri si è dimesso il presidente di Amiu Puglia, Paolo Pate, già all’opera per una lista civica alleata dei dem alle comunali di Bari, e l’ex sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, consigliere del presidente pugliese).  

 

Con la competizione per le europee che infiamma tutte le relazioni, i dem da Roma vogliono imporre a Big Mike di non farsi scavalcare sulla legalità dai pentastellati, soprattutto dopo lo show di Conte a Bari la scorsa settimana, che aveva parlato di “disinfestazione” dopo l’indagine su Anita Maurodinoia, “Lady preferenze” e assessore pd subito corsa a dimettersi dalla giunta (e solo dopo otto giorni allontanata dal gruppo regionale). Per il Nazareno il “segnale deve essere netto”, mentre il governatore è infastidito da questa imposizione romana e lo ha detto a chiare lettere nella riunione di maggioranza di martedì sera. Irridendo anche le richieste di intervento con un invito a leggere la “carta” della Regione Puglia: “E’ chiaro che noi dobbiamo sostituire delle persone in giunta. Purtroppo a Roma questo non lo sanno bene, c'è uno statuto regionale che obbliga il presidente a scegliere gli assessori non da 60 milioni di persone ma da 30 eletti della sua maggioranza, il che ovviamente è piuttosto complicato”. Da qui la soluzione minimalista, che non soddisfa l’area Schlein: un dem al posto della Maurodinoia, un po’ di attesa sul posto vacante lasciato dai 5S, e la proposta provocatoria alla coalizione  – ma soprattutto a Pd e Sinistra italiana – di indicargli “personalità di altissimo profilo” per sostituire i due assessori tecnici (Rocco Palese, ex segretario d’aula di Fi alla Camera e Anna Grazia Maraschio, vendoliana della prima ora).  

 

Da azzeramento ad assestamento. Emiliano non le manda a dire e spalanca il portone ai grillini: non solo ha accolto Conte nel palazzo presidenziale dopo la sfuriata moralista della scorsa settimana ma ha anche fatto sapere di poter “accogliere le richieste del M5S con riferimento alla sottoscrizione di un patto operativo che rafforzi i presidi di legalità”. L’obiettivo è ricostituire il campo extra large che ha operato in Puglia in questi anni. In tutta questa bagarre, Emiliano ha chiesto alla sua maggioranza anche di cambiare lo statuto per permettergli di nominare più assessori esterni (ma queste riforme richiedono mesi, se non anni) e di cambiare legge elettorale (limitando le preferenze con i listi per arginare il voto di scambio). E sullo sfondo resta l’ipotesi di introdurre anche il “salvifico” assessorato alla legalità, richiesto a gran voce da Conte, mentre lo sceicco ha invitato i consiglieri a fare “una autodiagnosi” per intervenire in presenza di eventuali criticità (giudiziarie o di opportunità politica).

 

Tutta questa discussione si incrocia anche con la ridotta maggioranza nell’assemblea regionale, dove sono decisivi i tre consiglieri di Azione (subito attaccati dai renziani per il comparaggio con Emiliano). E il capogruppo della lista Con, intanto, ha deciso di andare nel misto per il mancato azzeramento. Nelle prossime ore entrerà nel vivo la discussione su eventuali esterni (ricercati tra ex magistrati ed ex prefetti) anche perché non abbondano – con tutte queste inchieste – le personalità da sottoporre a casting. A Bari, infine, con un ecumenico comunicato congiunto, i due candidati rivali, Vito Leccese (Pd e civiche) e Michele Laforgia (M5S e vendoliani) hanno ufficializzato la corsa solitaria, con l’impegno però di ritrovarsi, forse, dalla stessa parte della barricata al ballottaggio.

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