Rinvio e rilancio
Il bonus tredicesima slitta, ma ci sarà. La premier punta al prossimo Cdm
Passerà da 80 a 100 euro e coinvolgerà una platea ancora più vasta. Meloni pressa il Mef, ma manca la copertura. La premier attesa da Vox
Il bonus tredicesime alla fine è saltato, non è entrato in Consiglio dei ministri. Niente 80 euro a dicembre ai redditi bassi (sotto ai 12 mila euro). Dietro lo stop fioriscono per tutta la giornata ricostruzioni, le più disparate. E’ stato lo stop della Lega a una misura elettorale che Meloni che vuole spendersi in campagna elettorale? E’ stata la mano del ministro dell’Economia Giorgetti, in contrasto con il vice di Fratelli d’Italia Leo, che ha già la testa alla manovra correttiva in programma a luglio? Niente di tutto questo. La premier “ci tiene”. Ed è pronta a presentare la misura il 30 aprile, nel prossimo Cdm, portandola a 100 euro e coinvolgendo una platea ancora più vasta (fino a 28 mila euro). Tra sospetti e dispetti, frenate tattiche e forzature, alla fine il bonus ci sarà. Il provvedimento figurava ieri l’altro tra le misure scritte nero su bianco nell’ordine del giorno del pre-Cdm, ma è uscito a sorpresa dalla convocazione diffusa un paio d’ore prima della riunione del consiglio dei ministri. Dal ministero dell’Economia spiegano la necessità di avere più tempo per revisionare un decreto complesso: il testo richiederebbe ancora approfondimenti e non ci sarebbe nessuna fretta.
Il provvedimento figurava ieri tra le misure scritte nero su bianco nell’ordine del giorno del pre-Cdm, ma è uscito a sorpresa dalla convocazione diffusa un paio d’ore prima della riunione del consiglio dei ministri. L’ammontare dell’indennità sarà definita da un decreto del ministero dell’Economia da adottare entro il 15 novembre. Anche le coperture sono rimandate all’autunno: le risorse arriveranno dalle maggiori entrate attese dal concordato preventivo biennale per le partite Iva, ancora tutte da contabilizzare. Il caso c’è, o forse no. Di sicuro la mente degli azionisti del governo è rivolta al voto di giugno. La carta del gettone elettorale funziona, come Matteo Renzi insegna. E dunque occorre andare dritti. Ecco perché Meloni potrebbe dare l’annuncio del bonus tredicesime dal palco di Pescara, dove domenica si consumerà l’annuncio della sua candidatura alle elezioni europee, probabilmente in tutte le circoscrizioni. Nella mente di Meloni non devono esserci in questo mese e mezzo manovre strane o strappi. Va dato sempre un segnale di unità, anche se il voto delle europee sarà proporzionale. Si legge anche con questa lente la decisione dell’altro giorno partita da Palazzo Chigi di far votare a tutto il centrodestra che siede a Strasburgo l’astensione al Patto di stabilità al voto dell’eurocamera.
La Lega avrebbe voluto votare contro, nonostante esprima il ministro che ha dato il via libera dell’Italia all’accordo. Alla fine si è deciso per una soluzione che tenesse uniti tutti i protagonisti della coalizione. Senza distinguo. Una soluzione che asseconda le pulsioni anti Bruxelles di Matteo Salvini ma che permette a Meloni di avere le mani libere, soprattutto da chi l’accusa di essersi piegata a Francia e Germania. Anche per questo motivo, la premier e leader dei Conservatori potrebbe partecipare a metà maggio (16,17,18) alla convention di Ecr organizzata a Madrid (presente anche il presidente argentino Milei). Madrid è casa di Santiago Abascal, leader di Vox che giusto una settimana si è presentato a Roma. Lì dove ha incontrato in via della Scrofa Meloni per consegnarle metaforicamente l’invito all’iniziativa.