L'analisi
Più che all'antifascismo, sarebbe utile soffermarsi sul vero significato di fascismo
Una riflessione di Antonio Gramsci torna attuale anche dopo più di un secolo e potrebbe mettere fine al dibattito legato all'antifascismo di Giorgia Meloni. Questo perché la politica, alla fine, è anche semantica
La politica è anche semantica. Penso che sia noto a tutti, il primo progetto di vita di Gramsci fu la carriera accademica come glottologo. È scritta da lui la dispensa universitaria del corso di Glottologia tenuto nell’Università di Torino dal suo professore Matteo Bartoli nell’anno accademico 1912-13. L’interesse professionale per il linguaggio perdurò fino alla fine e gli servì per orientarsi nella vita politica. Nelle tante pagine dei “Quaderni” dedicate al linguaggio si trova un’acuta osservazione: le parole sono come i cappelli, possono coprire teste molto diverse tra loro e, nel dibattito pubblico, ciò che interessa non dovrebbe essere il cappello (la parola) ma la testa (il significato con cui la parola si usa). Pensate alla parola democrazia: significa tutto e il suo opposto. Tocqueville nel secolo scorso la usava nel titolo del libro (La democrazia in America, 1835-1840) in cui descriveva le istituzioni liberali americane, nel secolo dopo si autoappellavano democratiche le illiberali e totalitarie repubbliche comuniste del secondo Dopoguerra. La stessa cosa sta accadendo alla parola antifascismo.
Nel 1924 Giacomo Matteotti fu ucciso dai fascisti perché antifascista, nel 1978 il non fascista Aldo Moro fu ucciso dalle Brigate rosse in nome dell’antifascismo. Per usare l’immagine di Gramsci, urge volta per volta guardare la testa coperta dal cappello. Credo che nessuno di noi giurerebbe di essere democratico se prima non gli si dica il significato della parola democrazia. Io, ad esempio, mi considero democratico liberale ma non mi assocerei mai ai difensori delle “democrazie illiberali e totalitarie”. Naturalmente altri legittimamente sono di opinione opposta alla mia.
Andiamo alle parole-cappello che tanto appassionano l’opinione pubblica in questi giorni: antifascismo e anticomunismo. Sono certo che se, seguendo il suggerimento di Gramsci, discutessimo delle teste che quelle parole volta per volta coprono tante discussioni franerebbero immediatamente. Anticomunista? Se la parola comunismo si riferisce all’universo sovietico e cinese certo che sono anticomunista. Ma se a comunismo si dà il significato che il dirigente comunista Reichlin spiega nella lettera a Macaluso pubblicata dal Riformista il 18 febbraio 2012 non ho problema a dichiararmi comunista convinto. Ecco il testo della lettera: “Tu e io siamo stati dirigenti di un partito, che si chiamava comunista. Non credo (io no, certamente) che abbiamo tanto lottato perché volevamo dare all’Italia un regime comunista. Il nome non corrispondeva alle cose. Il programma del Pci era – ci spiegò Togliatti – la Costituzione”.
Andiamo alla parola antifascismo. Ha senso impegnare un/a politico/a su una parola senza preliminarmente mostrare la testa che quella parola-cappello copre? Se fascismo è una delle forme del totalitarismo novecentesco (criminalizzazione del dissenso, potere giudiziario sotto il controllo del potere politico, repressione della libertà di opinione, eccetera) trovate una professione di antifascismo più radicale di quella che si legge in queste parole? “Nel giorno in cui l’Italia celebra la liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno alla democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio. Continueremo a lavorare per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà”. Come avete capito, sono le parole di Meloni in occasione della ricorrenza del 25 aprile. Torno alla domanda del politico linguista Gramsci: ci interessa il cappello (la parola antifascismo) o la testa che quella parola copre (cosa è il fascismo che bisogna in tutti i modi contrastare e combattere)?