Il galantuomo
Antonio Tajani capolista europeo impensierisce i maschi, ma non le donne
La candidatura del leader di Forza Italia come capolista in tutte le circoscrizioni diventa un caso per l'anima femminile del partito, tra strategie, polemiche e qualche tweet amaro di Alessandra Mussolini
Bruxelles. Tajani capolista impensierisce gli eurodeputati di Forza Italia. Con un effetto opposto a quello della candidatura di Elly Schlein nel Pd, definita dalle donne dem un "femminicidio politico", la scelta del leader forzista preoccupa gli uomini della delegazione azzurra e catapulta le nuove arrivate in Forza Italia Francesca Peppucci e Isabella Adinolfi al secondo posto delle circoscrizioni centro e sud mentre a nord-ovest spalanca la strada a Letizia Moratti. A finire relegati al terzo posto sono invece gli eurodeputati Massimiliano Salini, a nord ovest, Salvatore De Meo, al centro, e Fulvio Martusciello al sud: tre fedelissimi del leader forzista, considerati fino a ieri detentori dei seggi blindati di Forza Italia per l’Eurocamera.
La posizione però non è tutto, dopo la quasi certa rinuncia di Tajani al suo seggio a Strasburgo a scattare sarà comunque chi prenderà più preferenze, si rassicurano i tre colonnelli forzisti che sulla scelta del leader per ora hanno scelto la strada del silenzio. Ma con un capolista che gli fa ombra la loro campagna elettorale improvvisamente si è trasformata da una passeggiata di salute a una corsa a ostacoli.
A rendere tutto più complicato infatti è l’operazione "vota Antonio". Stando a fonti in casa azzurra, Tajani avrebbe chiesto a tutti i suoi candidati di mettere il suo nome nei loro manifesti elettorali: questione di spazio visto che sul logo del partito rimane invece il nome del defunto presidente Berlusconi. Il leader forzista non vuole sfigurare con Meloni e Schlein nella gara delle preferenze ma così facendo lancia una scialuppa alle donne di Forza Italia mentre costringe quasi all’harakiri i suoi eurodeputati visto che le preferenze espresse infatti devono essere quelle di un uomo e di una donna. Rimarrebbe in realtà aperta la variante della terza preferenza, permessa dal sistema di voto, che però viene raramente usata e su cui gli eurodeputati in cerca di riconferma non possono certo basare una campagna elettorale.
Se gli uomini di Tajani accettano in silenzio a levarsi qualche sassolino dalla scarpa è invece l’insilenziabile Alessandra Mussolini, finita quarta sia in circoscrizione centro che in quella meridionale. "Non è la mia prima campagna elettorale e il motto di tutti i partiti 'voto non olet' è stato uno dei primi che mi venne insegnato dalle vecchie volpi della politica", spiega Mussolini su X che però poi sferra un fendente a Tajani: "Agli elettori prima di esprimere le proprie preferenze suggerisco un paio di accortezze scegliete chi, se eletto, rispetti il vostro voto e il vostro mandato andando al Parlamento europeo".
Mussolini poi dedica un secondo affondo alle due neo-forziste scelte da Tajani per il suo ticket a guida delle rispettive liste: “diffidate dalle conversioni 'last minute', chi ha cambiato casacca lo rifarà", taglia secco Mussolini con evidente riferimento al fatto che Francesca Peppucci arrivi recentemente dalla Lega mentre Isabella Adinolfi dal M5s. Più complesse le cose invece a Nord Ovest per Massimiliano Salini che ha davanti una sfida ancora più dura visto che dopo Tajani nel suo collegio corre Letizia Moratti, non esattamente l’ultima arrivata. Ma un buon risultato di Fi al nord potrebbe far scattare un secondo seggio per l’eurodeputato lombardo, che subentrerebbe anche se Moratti dovesse invece lasciare il seggio per via di un nuovo incarico al governo o magari da commissario europeo.
Tutto diverso a Nord Est invece dove se scattasse un seggio solo, come suggeriscono i sondaggi, il sistema elettorale dovrebbe premiare come da tradizione il candidato del Südtiroler Volkspartei, Herbert Dorfmann, alleato di Forza Italia. Oltre a essere avvantaggiato dal sistema elettorale Dorfmann è comunque campione di preferenze nelle sue valli e potrebbe infatti superare alle urne Tajani stesso. Anche al Nord Est premiati i cambi di casacca con gli ‘ex leghisti Gazzini e Tosi alti in lista dietro la forzista triestina Savino. Confermata infine nelle isole la tendenza a premiare i transfughi con la capolista Caterina Chinnici ex Pd e protagonista di un salto di barricata tra i più discussi e imprevisti della legislatura europea che si sta concludendo.