Affinità elettive
Il Movimento cinque stelle pensa a un gruppo europeo con i rossobruni di Bsw
Il partito tedesco, che ha posizioni simili a quelle grilline in particolare sulla guerra in Ucraina, promette di fare pieno di voti alle europee e alterare gli equilibri al Parlamento europeo, con la composizione di una nuova formazione. Il M5s guarda con interesse
Bruxelles. Da Berlino è attesa a Bruxelles l’onda di Sahra Wagenknecht, la leader tedesca di una nuova sinistra euroscettica e conservatrice, una tautologia che affascina i populisti di mezza Europa e che potrebbe sedurre anche Giuseppe Conte. La delegazione del suo partito Bsw promette infatti di fare il pieno di voti alle europee e alterare gli equilibri al Parlamento europeo, innescando una serie di scissioni da The Left, il gruppo delle sinistre Ue, e dai Verdi. Obiettivo dichiarato di Wagenknecht e del suo capolista, l’italo-tedesco Fabio De Masi, è “dare forma a un nuovo gruppo europeo” le cui parole d’ordine, stando al loro programma, saranno “stato sociale” ovvero reddito di cittadinanza e “pace”, che per il Bsw significa stop alle forniture d’armi all’Ucraina. E davanti a una così calzante comunione di vedute è subito scattato l’interesse del Movimento 5 stelle e del suo leader.
Il feeling c’è ed è reciproco: la delegazione Movimento 5 stelle conferma che “si tiene aperta ogni possibilità di dialogo dopo il voto e che con il movimento di Sahra Wagenknecht ci sono molte affinità soprattutto sul tema della pace un Ucraina e del supporto alla soluzione diplomatica”. Il Movimento 5 Stelle, d’altronde, da una legislatura non trova casa in Europa, visto anche il raffreddamento delle ultime trattative da parte del gruppo dei Verdi con cui i rapporti sono rimasti poco più che formali. Verdi che per altro si preparano ad un risultato elettorale più che deludente, stando ai sondaggi, e da cui potrebbero anche staccarsi gli eurodeputati di EFA, la rete dei partiti autonomisti europei, che confermano l’interesse al nuovo possibile progetto in arrivo dalla capitale tedesca.
Per De Masi il progetto di un nuovo gruppo “è ancora in fase embrionale e se ne parlerà dopo le elezioni” ma il movimento di Giuseppe Conte “è un interlocutore molto interessante”, spiega al Foglio il capolista sottolineando che spera “di conoscere presto” il leader M5s. Per il tedesco le affinità con i pentastellati vanno oltre la questione dell’Ucraina coprendo anche la lotta contro l’austerity, portata avanti da De Masi stesso durante il suo mandato da eurodeputato dal 2014 al 2019 quando da membro della commissione Economia dell’Eurocamera ha “più volte difeso l’Italia dall’assalto della retorica del debito e dell’austerity portata avanti anche da miei colleghi tedeschi”, racconta.
Diverse ma simili anche le leadership. Nata a Jena, in Germania Est, Wagenknecht, lancia un’idea di una nuova sinistra “libera dai salotti e dalla mentalità ‘woke” e va caccia di voti su diversi terreni dalla sinistra radicale all’estrema destra. Avvocata del popolo in salsa Ddr, Wagenknecht si è detta favorevole alla riduzione del numero dei migranti nel Paese ed è spesso accusata di difendere posizioni filo-russe sulla guerra in Ucraina, opponendosi in particolare alle consegne a Kyiv. “Non siamo filo-putiniani”, spiega però De Masi “la guerra in Ucraina sta diventando un bagno di sangue e non serve mandare armi se non ci saranno più persone capaci di usarle”, parole che sono musica per le orecchie di Conte.
Per costituire un gruppo al Parlamento europeo servono però 25 europarlamentari eletti in almeno sette Stati membri ed al momento la soglia sembra ancora lontana. Potrebbero essere tentati i francesi della France Insoumise di Mélenchon, defezione che costringerebbe a quel punto il gruppo The Left a chiudere i battenti. Potenziali partner anche i socialisti slovacchi di Smer, sospesi dal gruppo dei Socialisti e Democratici proprio per le loro posizioni considerate troppo filo putiniane e per i flirts con l’estrema destra a Bratislava ma al progetto chiude, per ora, la porta la loro eurodeputata Katarína Roth Neveďalová che nega “che ci siano stati contatti”. Tutto da sondare invece il mare dei non-iscritti dove è relegata da due legislature la delegazione pentastellata impossibilitata quindi ad avere presidenze di commissione o relatori ai testi in discussione. Privati insomma dei mezzi per incidere davvero e per questo dal movimento di Conte si lasciano la porta aperta “ad ogni possibilità” incluse anche quelle più creative.
L'editoriale del direttore