Daniela Santanchè (Ansa)

La decisione

La procura di Milano chiede il processo per Santanché: avrebbe truffato l'Inps

I pm vogliono il rinvio a giudizio per la ministra del Turismo e per il compagno Kunz. Secondo l'accusa, Visibilia avrebbe usufruito impropriamente della cassa integrazione, ottenendo oltre 100 mila euro, nel periodo Covid. Le opposizioni tornano all'attacco e chiedono le dimissioni

La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè e per altre due persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz. La richiesta rientra nel filone del caso Visibilia sulla presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps relativa alla gestione della cassa integrazione nel periodo Covid. 

La richiesta arriva a poche settimane dalla chiusura delle indagini su questa tranche del "pacchetto Visibilia". Così come l'avviso di conclusione indagini, la richiesta di rinvio a giudizio riguarda, oltre alla senatrice di FdI e ministra del Turismo, il compagno Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, oltre alle due stesse società. 

Le opposizioni, che già un mese fa avevano avanzato (senza successo) una mozione di sfiducia in Parlamento, sono tornate all'attacco chiedendo le dimissioni di Santanchè. "Peccato che le liste europee siano ormai chiuse. Ora che per la ministra Santanchè è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per truffa sui fondi Covid che servivano a imprese e lavoratori, Meloni non farà più in tempo a farla dimettere e a candidarla per le Europee in compagnia di Sgarbi", ha scritto su X Giuseppe Conte, leader del M5s. Mentre per Arturo Scotto del Pd, "le dimissioni dovrebbero essere istantanee. La Meloni invece tace e protegge". 

 

Santanchè si è sempre detta innocente, rimandando al mittente ogni richiesta di fare un passo indietro. Ma la richiesta dei pm potrebbe cambiare le carte in tavola. Secondo l'accusa la ministra e Kunz, assieme a Concordia, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto "indebitamente", per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga "a sostegno delle imprese colpite dagli effetti" della pandemia Covid. Decisive nella ricostruzione della procura sono state le parole dei dipendenti delle aziende di Santanché, i quali avrebbero confermato che la ministra sapeva: sarebbe stata a conoscenza del fatto che i lavoratori stavano continuando a lavorare, mentre l'istituto pensionistico versava oltre 126mila euro.
 

Le grane per Santanchè, a ogni modo, potrebbero non finire qui. La senatrice di FdI è accusata infatti anche di falso in bilancio, assieme ad altre 16 persone e tre società, nella seconda tranche del "pacchetto Visibilia", anche questa già chiusa e per la quale nelle prossime settimane ci sarà la richiesta di processo.

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