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L'antifascismo che serve in Europa per supportare la difesa ucraina
Può un partito che si considera e si professa antifascista essere timido verso un regime parafascista come quello putiniano? Cosa dicono le candidature alle europee
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Le candidature alle europee sono occasioni per riflettere sull'identità dei partiti e sulle identità delle leadership dei leader. Anche il Pd, con le candidature messe in campo da Elly Schlein, ha offerto qualche ragione per mettere a fuoco quello che è un tratto non sempre esplicito del profilo della segretaria del partito. Ci sono volti diversi, variegati e variopinti tra i candidati alle europee, ma ci sono quattro nomi tra gli altri che colpiscono l'attenzione dell'osservatore e fanno riflettere. Soprattutto su un tema: l'Ucraina. Schlein, non a sorpresa, ha scelto di premiare nelle liste Marco Tarquinio, Jasmine Cristallo, Cecilia Strada, Pietro Bartolo. Nomi che diranno forse poco al pubblico, forse meno di Vannacci, ma che hanno una caratteristica, un filo conduttore comune: sono tutti soggetti politici e della società civile che hanno promesso che in caso di elezione faranno di tutto per evitare che vengano mandate armi in Ucraina, per difendere Kyiv. Il Pd, finora, ha votato sempre, o quasi, a favore dell'aiuto all'Ucraina, ma le candidature di Schlein sono il riflesso di ciò che lei vorrebbe fare ma non riesce a fare. Viene da chiedersi: ma una sinistra che si considera antifascista, può pensare di essere timida verso un regime parafascista come quello putiniano che prova da due anni a conquistare un paese democratico come l'Ucraina?