escalation elettorale

La Lega attacca la Francia: l'ambasciatore riferisca sull'invio di truppe a Kyiv. Salvini: "Macron e Monti vanno curati"

Ruggiero Montenegro

Mentre la premier Meloni vede il segretario generale della Nato a Palazzo Chigi, il leader del Carroccio torna ad attaccare il presidente francese e l'ex premier che ne condivide il pensiero

"Macron e Monti vanno curati", dice Matteo Salvini. Il segretario della Lega, ormai in pieno furore elettorale, dismette i panni del ministro e va all'attacco. "Mi turba che dopo il presidente francese anche Monti oggi parli dell’invio di soldati italiani a combattere in Ucraina. Chi la pensa così e lo dice come se fosse una cosa normale, è pericoloso. Se hanno tanta voglia di combattere, vadano in Ucraina”, ha aggiunto il segretario della Lega, in visita al Next Mobility Exhibition, nei padiglioni della Fiera di Milano a Rho. Salvini commentava l'intervista dell'ex premier Monti a Radio 24, che si è detto d'accordo con la dottrina Macron. Un'occasione per smarcarsi e rilanciare la linea pacifista che sempre più il Carroccio sta assumendo.

Non è la prima volta che Salvini si scaglia contro l'inquilino dell'Eliseo, simbolo di quella che in via Bellerio considerano l'Europa dei burocrati e dei guerrafondai. Quella con cui - è il sottotesto - a differenza di altri partiti (anche del centrodestra) la Lega non si alleerà mai. In questi giorni inoltre sono sempre più i leghisti che rilasciano dichiarazioni il cui comune denominatore è: "Basta armi". Lo ha detto questa mattina anche Andrea Crippa, il vicesegretario del partito.

Ma le dichiarazioni di Salvini segnano forse un ulteriore salto di qualità, quanto meno linguistico. "Ieri Putin ha invitato al dialogo e io spero che il 2024 sia l’anno della pace", ha detto ancora il vicepremier. Parole che ad ogni modo sono arrivate con un tempismo un po' curioso, mentre era in corso l'incontro tra il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e la premier Giorgia Meloni, un'ora di colloquio per parlare della situazione ucraina ma anche della spesa bellica, del 2 per cento da raggiungere, in vista  del vertice dell'Alleanza atlantica in programma a Washington a luglio.


Le manovre leghiste contro le posizioni transalpine comuqnue non si sono limitate alle dichiarazioni. Sempre questa mattina, quasi provocatoriamente, un altro esponente del Carroccio ha chiesto pure che l'ambasciatore francese riferisse in Parlamento. "L'ho invitato a conferire davanti alla commissione che io presiedo sulle pericolose parole pronunciate dal presidente Macron", ha detto Alessandro Giglio Vigna, che guida la commissione Politiche europee alla Camera. "Ovviamente sappiamo che il Parlamento non ha il potere di convocare, è un invito, ma ritengo che l'ambasciatore di Francia a Roma debba chiarire, precisare, smorzare le parole del suo governo e debba farlo qua in una sede parlamentare. E intendo estendere l’invito oltre ai componenti della quattordicesima commissione ai membri delle commissioni Esteri e Difesa di questo ramo del Parlamento", ha poi aggiunto il deputato. 

Sul punto, sull'invio di truppe a Kyiv, la stessa permier Meloni e il ministro della difesa Guido Crosetto hanno già spiegato più volte che l'ìpotesi non è in campo. Lo hanno fatto però usando altri termini. Salvini ha preferito invece un'altra strada, ai limiti della crisi diplomatica.

Di più su questi argomenti: