l'opera in sicilia
I tempi del Ponte si stanno allungando e ci sono domande a cui nessuno sa rispondere
Il Ponte sullo Stretto presenta alcune criticità ambientali sulle quali la nuova commissione dovrà esprimersi a breve. Salvini intanto affida a tre società ingegneristiche l'incarico di preparare risposte puntuali alle osservazioni avanzate
Si allungano i tempi per il progetto del Ponte sullo Stretto. La concessionaria Stretto di Messina e il general contractor Eurolink stanno chiedendo in queste ore quattro mesi di proroga del termine (in origine trenta giorni, il 16 maggio) per rispondere alle 249 osservazioni della commissione per la Valutazione di impatto ambientale (VIA). L’obiettivo è sciogliere tutte le riserve e i dubbi e porre le condizioni per un progetto esecutivo esemplare che sia punto di riferimento nell’ingegneria mondiale. La direzione generale del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica – e non la commissione VIA – dovrà decidere se accordare la proroga, ma sembra molto probabile che questo accada, considerando anche che ora la commissione si scioglie per fine mandato e dovrà essere nominata la nuova. Gli uomini del Ponte – il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, l’ad della società concessionaria Pietro Ciucci e l’ad di Webuild (quota maggioritaria nel general contractor Eurolink) Pietro Salini – dovevano rapidamente decidere, da ruoli diversi, come rispondere alla richiesta di ulteriori informazioni avanzata dalla commissione. In particolare se mantenere i tempi ultrarapidi di progettazione e cantierizzazione voluti da Salvini, rispondendo velocemente (e inevitabilmente con una certa sufficienza) alle obiezioni ambientali oppure prendersi tutto il tempo necessario per svolgere analisi e rilievi molto complessi, dove necessario.
La decisione è andata su questa ultima opzione e Salini ha affidato alla danese Kowi e alle due società di ingegneria italiane Proger e Roxoil, l’incarico di preparare le risposte puntuali alle singole osservazioni. Il lavoro procede già a pieno ritmo, molte risposte sono già pronte, il pacchetto completo sarà però pronto soltanto a settembre e, a questo punto, sarà inevitabile cominciare a lavorare al progetto esecutivo solo a fine 2024, prendendo poi l’intero 2025 per realizzare e approvare il progetto per la cantierizzazione dell’opera. Intanto partiranno espropri e lavori preliminari. I tecnici che lavorano sulla progettazione sono fiduciosi che a tutte le osservazioni della commissione VIA sarà data una risposta esauriente. In realtà, un terzo delle osservazioni sono meri refusi o errori materiali (come la pagina circolata con segni incomprensibili), un terzo sono informazioni già contenute nei documenti presentati, un terzo sono invece integrazioni progettuali o informative che richiedono indagini e rilievi sul campo. Sono queste ultime che impongono la proroga del termine per la risposta. L’unico punto critico che ancora nessuno ha sollevato formalmente riguarda un aspetto strategico, se sotto il Ponte possano passare le navi cargo di ultima generazione più alte di 65 metri. Dagli elaborati progettuali risulta infatti che quella sia l’altezza massima del Ponte dal mare in condizioni particolari. Non ci sono report pubblici che evidenzino criticità sulla questione, che chiariscano quanto saranno diffuse queste meganavi, se la modifica della rotta necessaria per aggirare il Ponte comporterebbe aumenti di costo e di tempo tali da rendere non competitivi i porti italiani del Tirreno, quanto spesso si verificherebbero le condizioni di mare o di traffico che ne impediscono il passaggio, se siano possibili varianti progettuali. Della questione aveva parlato, sul finire del suo mandato, l’ex ministro Giovannini ma la cosa era caduta nel vuoto.
Nei giorni scorsi è stata rilanciata dal presidente di Federlogistica e manager del gruppo MSC, Luigi Merlo, ex presidente dell’Autorità portuale di Genova, uno degli uomini più ascoltati in fatto di porti. La società Stretto di Messina ha risposto che il franco navigabile sarà di 72 metri, per una lunghezza di 600 metri e che il valore di 65 metri si avrebbe solamente in presenza di condizioni eccezionali di traffico stradale pesante e ferroviario.