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Passeggiate romane

Per il Pd il numero magico è 25. Zingaretti guarda al Campidoglio

È la percentuale che Schlein e i suoi fedelissimi puntano a raggiungere alle europee, nonostante i sondaggi assegnino ai dem un risultato più basso. Intanto l'ex presidente del Lazio, racconta chi lo conosce bene, vorrebbe diventare sindaco di Roma, Gualtieri permettendo

Venticinque. E’ questo il numero magico che negli ultimi giorni viene ripetuto come un mantra al Nazareno. Venticinque: trattasi della percentuale che la segretaria del Partito democratico e i suoi fedelissimi ritengono di raggiungere alle elezioni europee di giugno. Ma come mai visto che tutti i sondaggi, riservati o meno, al massimo riservano al Pd non più del 20,5 per cento? Perché gli astensionisti saranno tantissimi questa volta e su quella base si faranno le percentuali del voto. Ossia, in termini assoluti i dem prenderanno forse di meno di quanto presero nelle ultime elezioni europee, quelle in cui il segretario era Nicola Zingaretti, ma siccome il risultato lo dà la percentuale, ed è quel numero che viene stampato sui giornali, comunque al Nazareno potranno cantare vittoria. Del resto, anche la grande vittoria europea del 2014, quella del Renzi al 40 per cento, per intendersi, tradotta in voti assoluti non fu poi quel grande trionfo di cui si scrisse. I voti furono meno di quelli presi da Walter Veltroni nelle politiche del 2008, quelle vinte da Silvio Berlusconi. 

Comunque, le buone notizie per Elly Schlein non finiscono qui. Ce n’è un’altra che ha fatto tirare un sospiro di sollievo alla segretaria e ha invece gettato nello sconforto quanti nel Partito democratico volevano metterla sotto tutela. Paolo Gentiloni ha fatto sapere che non intende in nessun modo rimettere piede nel Pd. Il commissario europeo ha spiegato a tutti i big dem che gli avevano proposto di fare il presidente al posto di Stefano Bonaccini, una volta che questi sarà a Strasburgo, che non ha nessuna voglia di farsi coinvolgere nelle beghe di partito. La diarchia che molti immaginavano e auspicavano, perciò, è tramontata ancor prima di nascere. E questo è un altro punto a favore della segretaria, che mira a rivoltare il Pd come un calzino per farne un partito nuovo. L’indisponibilità ha un altro risvoltò favorevole per Elly Schlein. Restando Bonaccini al suo posto, cioè quello di presidente del partito, alla segretaria sarà più agevole offrire a Nicola Zingaretti la guida del gruppo europeo del Pd. Bonaccini infatti, avendo già una carica importante nel partito, non potrà protestare perché non gli verrà affidato anche quel ruolo. 

E a proposito di Nicola Zingaretti, quelli che lo conoscono bene continuano a dire che in realtà l’ex presidente della regione Lazio non ha smesso di sognare il Campidoglio. Certo, il sindaco di Roma è Gualtieri, che intende correre per il secondo mandato e che è appoggiato dal potente Claudio Mancini e anche da Goffredo Bettini (i cui rapporti con Zingaretti, invece, sono altalenanti) ma l’ex governatore continua a guarda con un occhio a Bruxelles e con l’altro a Roma.
 

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