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Von der Leyen trattata come il marziano diserta la kermesse di FI che ora teme Vannacci

Carmelo Caruso

La presidente della Commissione e Spitzenkandidat del Ppe pranza con Tajani, incontra Coldiretti e Confagricoltura, ma non si fa vedere all'apertura della campagna elettorale. Il leader forzista punta al 10 per cento e prepara gli emendamenti su sugar tax e superbonus. Preoccupano le guasconate di Salvini

A Ursula vuole bene solo lui, Antonio von Tajani. Se non ci fosse stato il ministro gentiluomo, von der Leyen tornava a casa senza un pacchero, a digiuno. Il leader di Forza Italia  l’ha invitata a pranzo al Circolo degli esteri, le ha offerto gamberetti e melone. Poi, via. La presidente della Commissione europea che ci ha dato il Pnrr? In Italia viene già trattata da befana. Peggio del marziano di Ennio Flaiano.

Von der Leyen? Licia Ronzulli l’ha definita “un cavallo zoppo”, Meloni l’ha tenuta a distanza. Tajani ha ora l’ansia da europrestazione: “Puntiamo al dieci per cento, a essere centrali. Alle prossime politiche possiamo arrivare al venti”. Salvini è però tornato assatanato, firma copie di libri più di Sangiuliano, Giorgetti fa il falco, come la buonanima di Wolfgang Schäuble. Von Tajani si oppone al suo spalma superbonus e pure alla sugar tax: “Giorgetti, noi ti subemendiamo!”. E’ super campagna elettorale. Gasparri è tornato a lucidare lo spadino, il pennino: “Ho appena firmato gli emendamenti contro la retroattività dello spalma superbonus. Trattiamo”.

E sulla Sugar tax? “Altri emendamenti”. Forza Italia ha puntato il ministro dell’Economia che canticchia sotto la doccia, “risparmi protetti/con il ministro Giorgetti”, e che parla direttamente con Meloni, “ma chi si crede”, che “ci tratta con disprezzo”. FI lotta. Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera: “Questa tassa è amara, amarissima, non passerà”. Il senatore Dario Damiani, che è il genio dell’emendamento pecetta, risponde: “Alla pugna, non si molla! Vabbè, una soluzione si troverà”. Si dovrebbe trovare oggi, in commissione Finanze dove c’è il leghista Garavaglia a fare da vigile. FI inizia ad avere paura della competizione europea.  

 

All’Eur, al salone delle Fontane, per l’apertura della campagna elettorale di FI, le fontane ci sono, ma manca l’acqua: la gratitudine nei confronti di monna Ursula. Passi la vita a fare il Tajani per bene, a ringraziare la donna che ci ha riempito di soldi, che ci ha allentato qualsiasi regola, e ti accorgi che i connazionali le tirano le pietre. Il povero Tajani per fortuna è un europeista (“l’Europa siamo noi, è Fermi, Dante, Leonardo da Vinci”) e ha uno squadrone capitanato dal capogruppo Barelli che ha radunato la meglio imprenditoria della Tuscia: “Io non so’ un paraculo. Hai visto che platea ho riunito?”. Al bancone ci sono bustone con i santini di Tonio Tajani che deve fare bella figura con le preferenze. Roberto Cota, ex governatore leghista, del Piemonte, che è venuto da Torino, e che è candidato nel nord ovest con FI, ce l’ha con Salvini (si è permesso di dire al doge Zaia: “Ho dieci candidati per il dopo Zaia”) che sta snaturando la Lega: “Per prendere qualche punto in più ha candidato Vannacci, lo usa come droga, ma cosa resterà della Lega, dopo Vannacci?”.

Il problema è sempre Ursula a cui Salvini tira le freccette, addirittura ci compone i manifesti, tipo zio Sam. Ursula è venuta in Italia per la sua campagna elettorale, dato che fino a prova contraria è lei la spintzenkandidata del Ppe, ma le hanno chiuso la porta come fosse Totò con gli occhialacci neri. Lei ci ha messo del suo. E’ andata ospite a Nove da Fabio Fazio che, dicono dallo staff di Ursulita, ha fatto una domandaccia da italieno, “Scusi, ma lei si ricorda i nomi di tutti i suoi figli?”. La presidentessa era attesa per l’apertura della campagna di FI ma von Tajani spiega che non è così: “Siamo andati a parlare con i giovani della fondazione Adenauer e De Gasperi. La sua presenza non era prevista”. Meloni, che è furba, da due giorni preferisce a von der Leyen i podcast con Diletta Leotta. A che serve dirlo? La premier che se la trascinava per tutta Italia, Lampedusa, Emilia-Romagna, Tunisi, è adesso in campagna elettorale e come dice Geolier: “I p’me, tu p’te”. I quotidiani, che fiutano aria di tfr fra Meloni e Ursulita propongono allora a Palazzo Chigi una pace di carta: “Che ne dite se je famo fare una telefonata Ursula-Meloni? Così tanto per un po’ di scena?”. E poi dicono che in Rai… Tajani, che non demorde, sapete allora che ha fatto? Cara Ursula, vieni con me. L’ha fatta pranzare con tutti i ministri di FI (Gasparri che è plenipotenziario entra dove vuole) ma dopo pranzo le ha presentato i presidenti di Coldiretti, Ettore Prandini, e di Confagricoltura, Massimiliano Giansante. I von Tajanei: “I trattori buoni, gli agricoltori, hanno capito che solo con Antonio si può mettere fine alle follie europee”. Gasparri dal palco, scatenato: “Tajani è l’unico che siederà in tutti i tavoli, ricordatelo”. Von Antonio si sgola e dice: “L’unico voto utile è quello dato a FI”. E ancora: “Candidiamo Caterina Chinnici a riprova che la nostra riforma della magistratura non è contro i magistrati”, “siamo lealissimi con il governo, non ci saranno pugnalate, ma leali non significa essere uguali”, “il 6 giugno chiudiamo la campagna elettorale a Napoli”. Non è detto che ce la faccia, ma se Ursula resta alla guida della Commissione, con chi volete che vada a mangiare la pizza da Cicciotto a Marechiaro?


 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio