L'intervista
Pd vs M5s sulla Rai. Graziano: “Vogliamo chiarimenti sugli accordi con il Fatto”
Il capogruppo dem in commissione di Vigilanza: "Le accuse sul dibattito Meloni-Schlein sono totalmente infondate. I grillini? Si sentono l'opposizione di sua maestà"
“E’ fondamentale che la Rai mantenga la trasparenza nelle sue operazioni e nei suoi rapporti con le società esterne. E visto che alcune forze politiche hanno sollevato dubbi o preoccupazioni, è giusto che vengano forniti chiarimenti”. Il capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai, Stefano Graziano, vuole vederci chiaro sugli accordi che stanno portando sulla tv di stato programmi prodotti dal Fatto quotidiano. Evidentemente favoriti anche da un certo attivismo del M5s in Viale Mazzini. E risponde ai grillini che hanno criticato il confronto Schlein-Meloni, bollato come “attacco alla democrazia”. “Sono accuse totalmente infondate”.
Secondo Graziano, anzi, a proposito del duello tra la segretaria del Pd e la presidente del Consiglio, su cui ieri l’Agcom ha dato un via libera (ma solo se accettato dagli altri), “il nostro obiettivo è promuovere un dibattito democratico e trasparente, poiché il confronto aperto tra diverse visioni politiche è essenziale per il funzionamento di una democrazia sana”, spiega al Foglio. “Che i rappresentanti dei due principali partiti italiani si sfidino in un faccia a faccia rientra in questo contesto. Semmai, è l’assenza di confronti a costituire un attentato alla democrazia. Dispiace che per gli altri non sia così. In ogni caso, non spetta al Pd definire il palinsesto delle tribune elettorali del servizio pubblico televisivo. Abbiamo accettato di fare il confronto anche nella sede che poteva apparire la più sfavorevole per noi”.
E insomma abbiamo chiamato il capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza per chiedergli come risponde il partito ai tentativi del Movimento cinque stelle di prendersi pezzi di Rai mentre loro sembrano rimanere defilati. Pur facendo un gioco silente, poco vistoso, in questi mesi i grillini sono riusciti a piazzare vicedirettori di testata, conduttori “di area”.
Sono loro l’opposizione che è riuscita a giocare meglio di sponda col governo e con Giorgia Meloni? “A volte sembra che i 5 stelle giochino a fare l’opposizione di sua maestà, eppure vorrei ricordare che il premierato non è ancora legge e noi ci opporremo con tutte le forze a quella stortura”, dice Graziano. Non è che sono proprio loro, in questi mesi, ad aver fatto “l’inciucio” televisivo con la maggioranza? “Non sta a noi accusare inciuci o etichettare politicamente i conduttori”, dice Graziano. “Nel passato possono anche esserci stati degli errori ma adesso la nostra principale preoccupazione è garantire la trasparenza e l’indipendenza del servizio pubblico. Per questo l’obiettivo rimane invariato: mantenere i partiti fuori dalla Rai. Il nostro faro è il Freedom act media recentemente approvato in Europa”. Fatto sta che per illuminare l’atteggiamento dei Cinque stelle in Viale Mazzini il Partito democratico pare abbia voglia di passare a operazioni più concrete. Sul Foglio abbiamo raccontato come, anche grazie a un attivismo del Movimento cinque stelle e dell’ex premier Giuseppe Conte, la Rai stia stipulando sempre più accordi con programmi riconducibili alle società del Fatto quotidiano, i cui bilanci sono direttamente dipendenti dalla possibilità di riuscire a piazzare contenitori sulla tv pubblica. Italia viva, con Maria Elena Boschi, ha già chiesto spiegazioni all’amministratore delegato Rai Roberto Sergio. Vi accoderete? “E’ fondamentale che la Rai mantenga la trasparenza nelle sue operazioni e nei suoi rapporti con le società esterne. E visto che alcune forze politiche hanno sollevato dubbi o preoccupazioni, è giusto che vengano forniti chiarimenti”, risponde Graziano. “La trasparenza è un valore imprescindibile, per la Rai come per tutte le altre aziende statali”. Una sponda, forse inaspettata, a Renzi e ai suoi affinché sulla vicenda si faccia quanta più chiarezza possibile.
A ogni modo, mentre i grillini dimostravano di sapersi muovere bene nella tv di stato, voi come Partito democratico siete saliti su una specie di Aventino, toccando palla quasi per niente. Oltre a organizzate sit-in sotto a Viale Mazzini nella settimana di Sanremo, non siete stati troppo disinteressati, distratti, rispetto alle sorti del servizio pubblico? “Non siamo stati distratti. Il sit-in a Viale Mazzini è stato un momento importante per dare voce alle tante preoccupazioni, non solo le nostre, e per sensibilizzare l’opinione pubblica”, dice allora Graziano. “Il nostro impegno è garantire l’indipendenza editoriale, promuovere una maggiore trasparenza nella gestione delle risorse, investire nella qualità dei programmi e assicurare una rappresentazione equilibrata di tutte le opinioni politiche. Purtroppo constatiamo che il governo ha una concezione della Rai come megafono delle proprie attività. ‘Telemeloni’ è, purtroppo, una realtà. E la presidente del Consiglio che finge di essere distaccata sa perfettamente che può contare su una ‘intendenza’ televisiva fin troppo zelante”. Quel che però unisce Schlein a Meloni è la considerazione che tutta questa cagnara sul dibattito televisivo sia esagerata. Perché “è l’assenza di confronti a costituire un attentato alla democrazia”.