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La suggestione

Perché il duello tra Meloni e Schlein potrebbe tenersi sul web

Ruggiero Montenegro

Dopo il parere di Agcom e il passo indietro della Rai, la palla potrebbe passare alle piattaforme digitali. Pd e FdI non chiudono la porta. Mentre Will media che si era già proposta rilancia. "Nei giorni scorsi contatti con gli staff". Il professor Razzante: "Di norma le regole per la par condicio non valgono sui social"

Per il momento è poco più di una suggestione, un'ipotesi da approfondire. Qualcosa però si si muove. Il duello tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein potrebbe tenersi comunque, non in tv, ma sui social dove il potere dell'Agcom è ben più limitato. “Certo, il palcoscenico offerto della Rai è un'altra cosa, ha un altro peso, ma questa potrebbe essere una soluzione. Vediamo”, ragiona in Translatlantico un esponente dem molto vicino alla segretaria. Anche sul fronte opposto prendono tempo, la porta non sarebbe definitivamente chiusa. 

Le leader dei principali partiti italiani d'altra parte avevano puntato molto sul confronto a due, convinte, per ragioni diverse, di poter trarre vantaggio dalla polarizzazione. Will media, piattaforma da 1,6 milioni di follower su Instagram (si arriva a 1,9 considerando le altre piattaforme su cui sono attivi, una decina), intanto si era già proposta pubblicamente nella scorse settimane, quando la Rai non era ancora in campo, per un duello bis su Instagram. E Adesso rilancia: “Noi ci siamo ancora”, dice Riccardo Haupt, direttore operativo di Will (e anche di Chora media).

Ieri, con il suo parere, l'Autorità garante per le Comunicazioni ha stabilito che il confronto Schlein-Meloni avrebbe potuto svolgersi in tv solo a patto che la maggioranza della forze in Parlamento avesse accettato analoghi confronti tra gli altri leader. Forza Italia, Avs, M5s e Azione hanno declinato l'invito di Bruno Vespa, costringendo Viale Mazzini al passo indietro. “Ma normalmente i principi Agcom sulla par condicio non valgono per i social network, non esiste nessun automatismo, nessun meccanismo traspositivo. Questa tra l'altro è una delle principali criticità”, spiega al Foglio Ruben Razzante, docente di Diritto della comunicazione e dell'informazione all'Università Cattolica di Milano. Insomma il dibattito sulle piattaforme si può fare? “Questo forse è un caso borderline, è materia un po' più complicata rispetto ai contenuti, per così dire ordinari, pubblicati dalle singole pagine. In linea di massima direi di sì anche se dovrebbe essere l'autorità a spiegarsi chiaramente”, aggiunge. 

 

Nel 2022, alla vigilia delle politica il tema della regolamentazione politica dei social network era stato sollevato. Allora l'Agcom invitò le piattaforme all'autoregolamentazione, usando una formula un po' fumosa, considerando anche che sui social si muovono poi singole pagine rendendo il monitoraggio molto complicato. “E poi come si fa a sanzionare?”, si chiede Giovanni Boccia Artieri, ordinario di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi all'Università di Urbino. Ha pubblicato numerosi libri che indagano proprio i rapporti tra società, politica e social network. Anche lui conferma che “le norme Agcom non si applicano alle piatteforme. E infatti andrebbero riviste, sono state pensate per un'altra epoca, per un altro tipo di comunicazione di massa. Eventuali sanzioni andrebbero poi erogate ma nel caso delle piattaforme è impossibile”. Artieri Boccia ricorda inoltre come proprio Giorgia Meloni abbia violato il silenzio elettorale nel 2022, nel giorno delle elezioni, con un video in cui teneva in mano due meloni. “Era certamente un modo scherzoso, furbo. Ma il risultato fu quello di fare campagna elettorale. E non mi pare ci siano stati provvedimenti”.

 

C'è poi il precedente del dibattito a due, sempre alla vigilia delle ultime politiche, tra la stessa leader di FdI ed Enrico Letta, che allora guidava il Pd. Bruno Vespa ci aveva provato, ma anche allora vinsero le proteste degli altri partiti e si preferì cambiare formula. La sfida tra i leader andò comunque in scena sul sito web del Corriere della sera. Qualcosa di simile potrebbe ripetersi, ma attraverso i social.

E' quello che si augurano a Will media, convinti che un confronto a due tra Meloni e Schlein non vìoli nessuna regola. “L’Agcom fa riferimento alle emittenti radiotelevisive. La fonte più recente è la delibera Agcom N.299/22/Cons che parla sì di piattaforme di condivisione video e social network ma non delle realtà editoriali al suo interno. Di conseguenza, pensiamo che la normativa non vieti alle leader di confrontarsi con la nostra community”, spiega Francesco Zaffarano, head of content di Will. Mentre il direttore operaritivo Haupt aggiunge: “Siamo sempre disponibili. Rinnoviamo l'invito. Con gli staff ci sono stati dei contatti nei giorni scorsi. Da entrambe le parti abbiamo riscontrato una certa sensibilità rispetto alle piattaforme e per le opportinutà che potrebbero derivare”.

Di certo i modi, il pubblico e le domande di un confronto su Instagram sarebbero ben diversi da quelli più ovattati del classico talkshow, ma potrebbero intercettare una quota di pubblico che non segue le tradizionali logiche d'informazione. “E' anche a questo che puntiamo con le nostre iniziative in vista delle europee. E – conclude Haupt – potrebbe essere un modo sia per Meloni che per Schlein di segnare un piccolo cambio di paradigma nella comunicazione politica”. Chissà.

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