Lista revengers

Salis, Marino e gli altri. Le candidature chirurgiche di Avs che rovinano i piani del Pd

Ruggiero Montenegro

Fratoianni e Bonelli hanno scelto per la lista europea profili di spessore e volti noti, coprendo i temi cari alla sinistra. Da Leoluca Orlando a Mimmo Lucano, nomi che possono pescare voti anche nel bacino dem

E’ quasi un paradosso. Se non fosse stata accolta ieri l’istanza di scarcerazione per Ilaria Salis (andrà ai domiciliari a Budapest), non ci fosse stato l’intervento del governo italiano a sollecitare la decisione dei giudici ungheresi insieme alla spinta dell’opinione pubblica, il piccolo capolavoro tattico-elettorale di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni sarebbe stato davvero fuori discussione. Ma questo, una candidatura adesso un po’ meno forte, non cambia la sostanza, la precisione quasi chirurgica con cui i leader di Alleanza Verdi-Sinistra hanno definito le liste europee, prendendosi spazi e posizioni lasciati vacanti dai concorrenti. Tanto che al Nazareno da qualche settimana hanno cominciato a preoccuparsi. 

Bonelli e Fratoianni, il gatto e la volpe, hanno d’altra parte mostrato una intelligenza politica che, a guardar le altre liste, non era scontata. I nomi forti su cui hanno puntato - da Salis, appunto, fino a Lucano, Smeriglio e Orlando – arrivano laddove i dem non osano spingersi. Sono profili capaci di coprire ognuno una quota specifica. C’è l’antifascismo militante, l’ambientalismo senza deroghe, la sanità e l’accoglienza dei migranti, c’è l’attenzione per il sud e per le disuguaglianze, temi su cui Elly Schlein sta cercando con fatica di connotare la sua segreteria.

Bonelli&Fratoianni invece di problemi interni ne hanno meno e così nel loro sapiente mix elettorale hanno potuto intrecciare questioni programmatiche e identitarie a biografie politiche in cerca di riscatto. Revengers in salsa rossoverde, vendicatori al cocomero, che hanno orbitato intorno all’area democratica e nutrono oggi un qualche sentimento di rivalsa.

Prendete il dottor Ignazio Marino, l’ex sindaco di Roma cacciato in malo modo. Schlein l’ha cercato, “poi è sparita”, ha rivelato. E pare che all’annuncio della candidatura con Avs Nicola Zingaretti abbia avuto un sussulto. Il marziano, insomma, è tornato dall’America per prendersi la sua piccola rivincita. Candidato di punta per l’Italia centrale (ma è in lista anche a Milano), non è tuttavia l’unico a scalfire le già deboli certezze dei dem romani. Ecco infatti Massimiliano Smeriglio, nella legislatura europea appena conclusa era emanazione zingarettiana (altro sussulto): è uscito dall’eurogruppo Pd prima di accettare l’offerta di Avs. E’ un riferimento per i movimenti della sinistra romana, nel 2019 ha ottenuto oltre 70 mila preferenze.

Anche se il vero colpaccio resta comunque Ilaria Salis, la militante antifascista – ma per davvero, altro che talk show – accusata di aver picchiato due neonazisti. Schlein l’avrebbe voluta nelle sue liste. Lei ha ringraziato e detto di no: questione di coerenza e di valori. Si è proposta a Bonelli e Fratoianni, che prontamente si sono messi a lavoro per una candidatura dai tratti un po’ pannelliani, dal forte richiamo simbolico e mediatico. Ma anche elettorale. Può rubare voti ai dem e può pescare al fuori da quel bacino. Potere al popolo, che alle europee non si presenta, ha invitato i suoi a votarla. Saranno pure decimali, ma anche da qui passa l’agognato 4 per cento. Un risultato alla portata di Avs, secondo i sondaggi, che per di più potrebbe costare al Pd un seggio. In seconda fascia, ma pur sempre nome noto nella sinistra-sinistra, c’è il prof. Christian Raimo. Già assessore alla Cultura del municipio III di Roma, potrebbe intercettare gli interessi di una parte del mondo della scuola. E quando al Salone del Libro c’è stata la contestazione pro Palestina, lui era accanto a Zerocalcare per raccogliere le istanze dei manifestanti. 

Scendiamo quindi al sud, in zona Mimmo Lucano, l’uomo del modello Riace uscito praticamente indenne dalle inchieste che lo hanno coinvolto. Chi meglio di lui può rappresentare a sinistra il tema dell’immigrazione e dell’accoglienza? Inutile ricordare che al Nazareno hanno provato a candidarlo. L’ex sindaco però alle garanzie dem ha preferito Avs. Un’altra volta, una questione di coerenza. E’ contrario alle armi in Ucraina, senza dimenticare che il Pd è pur sempre il partito dei decreti Minniti. Non ci sono, comunque, solo grandi ideali e movimentismo nelle liste di Avs. Si trova anche una sana dote di esperienza amministrativa. La incarna più di tutti, nella circoscrizione isole, Leoluca Orlando. Storico sindaco di Palermo, è stato anche deputato ed europarlamentare. Qualche mese fa era vicinissimo alla candidatura con il Pd. E poi? “Schlein mi aveva espresso apprezzamento, dopo mi ha comunicato il veto dei capicorrente”. Niente drammi, avrà pensato, visto che di lì a poco sono arrivati i rossoverdi. Sono arrivati i Revengers.

 

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